NUOVO POLO DELLA PROTEZIONE CIVILE A BUSSOLENO, PARLA ANGELO CONTI: “I 4 MILIONI DI EURO DEVONO ESSERE ANCORA RACCOLTI, L’OPERA NON È FINANZIATA”

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Il progetto promosso dalla fondazione “Specchio dei tempi”

 

di ANGELO CONTI (Consigliere di amministrazione della fondazione “La Stampa – Specchio dei tempi”)

BUSSOLENO – Premesso che nessuno ci ha avvertito della conferenza stampa, a cui avremmo volentieri partecipato per spiegare bene le cose, voglio ribadire che l’opera in questione (il nuovo polo logistico della protezione civile) non è ancora finanziata. La nostra fondazione, su richiesta del sindaco e delle associazioni di Bussoleno, ha compiuto alcuni sopralluoghi per valutarne la fattibilità. È stato poi redatto un progetto di massima da parte dei nostri professionisti che abbiamo sottoposto al sindaco. Questo progetto prevede una spesa di 4 milioni di euro che devono essere raccolti. Noi abbiamo messo a disposizione il nostro ufficio di progettazione sociale per lavorarci su.

Ma l’opera, ripeto e sottolineo, non è ancora finanziata, la ricerca dei fondi comincia adesso. I lavori quindi non partiranno a breve, mentre confermo che la costruzione e la precedente demolizione – una volta avviate – potrebbero essere piuttosto rapide e quantificabili in sei mesi. La fondazione è a disposizione di tutti, come sempre, h 24, festivi compresi, per qualsiasi informazione. Info: Angelo Conti, 011 6568229, 335 8111008, angelo.conti@specchiodeitempi.org.

L'immagine può contenere: 3 persone, persone sedute
Angelo Conti presenta il progetto del polo logistico al sindaco di Bussoleno Anna Allasio
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4 COMMENTI

  1. Un polo della protezione civile dovrebbe finanziarlo e costruirlo la protezione civile.
    L’idea che debba provvedervi specchio dei tempi in un paese normale sarebbe considerata balzana.
    Con quel che ci costa questo carrozzone zeppo di suv e divise scintillanti, che ai tempi dell’ultimo berlusconi corse pure il rischio, o sfiorò il sogno, di diventare S.p.a. (società per azioni), dovrebbe avere risorse proprie per costruire non un polo uno ma decine.
    Ricordo encomi solenni per iniziative fuori tema come i grandi eventi tipo funerale di Giovanni Paolo II e la meno encomiabile rigida militarizzazione dei centri di accoglienza dei terremotati.
    Tanto varrebbe affidarsi ad un’innovativa protezione militare da collocare nelle numerose caserme dismesse, magari sotto l’egida della C.I.A. per metterci un pizzico di metodo sudamericano.

  2. Ma cosa può servire un polo per le emergenze se poi mandi 4 volontari in giro in pensione poco addestrati in mezzo ai boschi.?????

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