OCCUPAZIONE DEI MIGRANTI A CLAVIERE, LETTERA DEI VOLONTARI DI RAINBOW: “LORO SONO VITTIME, NON POSSIAMO USARLI PER APRIRE LE FRONTIERE”

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di PAOLO NARCISI (Presidente della onlus “Rainbow4Africa”
Spettabile redazione,
in un vostro articolo si scrive “Cooperativa Rainbow4Africa” e si lascia intendere che la nostra organizzazione possa in qualche modo essere assimilata al sistema di accoglienza che gestisce i Centri di Accoglienza. Vi pregherei di rettificare in quanto “R4A” è un’associazione del terzo settore, una ONLUS che nulla ha a che fare con le Cooperative di Gestione.
Soprattutto R4A è una ONG con attività di sviluppo e cooperazione sanitaria nei Paesi in via di sviluppo e che opera in situazioni di emergenza (terremoto Haiti, terremoto Nepal, Epidemia Ebola in Sierra Leone, Emergenza migranti nelle isole greche, attività medica di supporto al SAR nel mar Mediterraneo) e come tale anche a Bardonecchia.
Non siamo un’emanazione delle istituzioni, ma collaboriamo con loro come con tutti gli attori coinvolti nell’assistenza al flusso di migranti in val Susa. Il ragazzo intervistato nel vostro articolo fa un’ottima cosa ad assistere, riscaldare e nutrire le persone che incontra a Claviere, ma poi la sua assistenza si ferma qui e inizia la sua battaglia contro le frontiere. Battaglia assolutamente condivisibile.
Perché l’idea stessa di Europa si basa sulla libera circolazione e noi siamo cresciuti con l’idea di questa libertà. Quindi noi ci siamo per lottare in tutte le sedi per riaprire le frontiere, per abolirle, chiuderle.
Ma questa è una battaglia nostra, per cui arrabbiarsi, per cui fare scioperi della fame e della sete, marce e occupazioni, lettere di fuoco ai politici, obiezione di coscienza e disobbedienza civile. Ma è una battaglia nostra!!
Non possiamo usare i migranti per questa battaglia, loro sono quelli deboli, le vittime, non i nostri grimaldelli per aprire le frontiere.
I deboli devono essere oggetto di protezione e cura, i deboli vanno accolti, informati, formati e consigliati. Scappano da fame e guerra, non devono essere strumentalizzati per la nostra battaglia, al massimo devono goderne i frutti se la vinceremo.
A loro servono sistemi di accoglienza umani, burocrazia veloce, formazione per imparare lingua e usi del paese dove sono arrivati. A loro serve qualcuno che chieda loro cosa sanno fare e li aiuti a mettersi in gioco invece che stare chiusi dietro alla rete di una cooperativa come allo zoo.
Ci stiamo provando in Val Susa, con piccoli numeri, parlando con loro mentre li curiamo, con mediatori culturali che cercano di avvicinare mondi diversi per trovare comprensione reciproca, avvocati per consigliare, assistenti sociali per prese in carico. Stiamo cercando il modo giusto in un “posto calmo” di trovare soluzioni sperimentando una buona pratica tra istituzioni, ONG e volontariato. Mentre combattiamo pure le nostre battaglie contro l’oscurantismo, ma combattiamole noi.
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5 COMMENTI

  1. …ancora li chiamate “migranti”, questi NON sono migranti sono CLANDESTINI che vogliono entrare illegalmente in un altro paese. vanno trattati da clandestini non da migranti. Spieghiamo anche la parola ONG,,, non governativa NON vuol dire che non è a scopo di lucro…. se possono prendere dei soldi o meglio “dei fondi ” son ben liete di prenderli.
    basta con sti finti perbenismi e menzogne stile PD . la gente si è stufata (e si è visto dalle ultime votazioni) è ora di cambiare aria.

  2. In sostanza vi dichiarate colpevoli di favorire l’immigrazione clandestina. Complimenti! E ve ne vantate pure… La libera circolazione in Europa non deve essere a vantaggio di migliaia di clandestini che vorreste far muovere anarchicamente in lungo e in largo nei nostri paesi.

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