OLIMPIADI 2026 IN VALSUSA E A TORINO, ECCO IL PRE-DOSSIER DI CANDIDATURA: I GIOCHI COSTERANNO 2 MILIARDI DI EURO, 35 MILIONI PER RIAPRIRE LA PISTA DI BOB (DOCUMENTO)

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I sindaci dei Comuni Olimpici con Piero Gros, Ilotte e Arcidiacono per lanciare la candidatura di Torino 2026

di FABIO TANZILLI

TORINO – Le Olimpiadi Invernali 2026 costeranno 2 miliardi di euro, anziché 3 miliardi come quelle del 2006. È questa una delle principali previsioni di spesa presentate venerdì mattina a Torino dalla Camera di Commercio, durante l’illustrazione alla stampa dello “Studio di pre-fattibilità per la candidatura di Torino 2026”.

ECCO LO STUDIO DI PRE-FATTIBILITÀ DEI GIOCHI DI TORINO 2026

All’incontro c’erano anche i sindaci dei Comuni Olimpici (Marin di Sestriere, Avato di Bardonecchia, Meneguzzi di Sauze d’Oulx, Colomb di Cesana) e il campionissimo Piero Gros.

Ilotte, presidente della Camera di Commercio, ha spiegato il pre-dossier insieme a Mimmo Arcidiacono dell’Agenzia 2006 e a Ivo Ferriani, membro italiano del Cio e già responsabile tecnico della pista di bob di Cesana durante i Giochi 2006.

A proposito dei costi per gli impianti sportivi, si è calcolata una spesa di 170 milioni di euro.

Secondo lo studio, riattivare la pista di bob di Cesana costerà circa 35 milioni (il 30% in meno rispetto a costruire una nuova), mentre riaprire i trampolini di Pragelato costerà 15 milioni. Per il bob, viene proposta l’installazione di pannelli fotovoltaici come copertura, per utilizzare l’energia solare e garantire all’impianto l’elettricità a costo zero.

Altri 500mila euro (di cui il 30% da privati) dovranno essere investiti per i villaggi degli atleti e dei media.

Infine, 50 milioni di euro dovranno essere destinati per le infrastrutture, per la manutenzione di autostrade, ferrovie e l’aereoporto.

LE TAPPE

Ora la Camera di Commercio consegnerà al sindaco Chiara Appendino lo studio per la candidatura. Sarà il Comune a dover stabilire cosa fare. Se Torino vorrà candidarsi alle Olimpiadi, dovrà comunicarlo al Coni, creare un “Comitato promotore” ed entro il 31 marzo dovranno firmare insieme la “Dichiarazione di interesse da parte della Città”, da inviare al Cio.

Il 30 ottobre 2018 il Cio sceglierà le varie città che possono partecipare alla fase per la candidatura in tutto il mondo. Il fatto che l’Italia possa candidare anche Milano per il 2026, secondo quanto dichiarato da Ferriani e Ilotte, rappresenterebbe un punto di forza per far capire al Cio che l’Italia ci tiene ad ospitare nuovamente le Olimpiadi.

Il dossier ufficiale di candidatura va presentato in una prima versione entro l’11 gennaio 2019, e poi completato con tutte le garanzie entro il 12 aprile 2019.

Fra un anno e mezzo, nel settembre 2019, il Cio dovrà quindi scegliere la città che ospiterà i Giochi 2026, durante la riunione che si terrà a Milano.

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16 COMMENTI

  1. certa gente dovrebbe fare pace col cervello!
    fino a pochi mesi fa la pista di bob era da smantellare e adesso la vogliono riaprire?
    se si faranno le Olimpiadi di nuovo a Torino, questa volta pensano di pagare tutti i fornitori? O faranno come nel 2006?

  2. 2 miliardi di €. Per fare dei giochi olimpici in pura perdita (come sempre! Il passato non ha insegnato nulla) si trovano! Per esodati e pensioni no! Vergogna, vergogna, vergogna 2 miliardi di volte vergogna!

    • 1 miliardo di dollari solo fondi privati degli sponsor. Un altro miliardo lo mette lo stato. Visto che un miliardo lo dovrà mettere lo stato quindi tutti i cittadini italiani, bisognerebbe consultare tutta la cittadinanza per decidere, ma prima devono dimostrare che è un operazione economica in attivo e non in passivo altrimenti non c’è nemmeno da chiedere.

  3. Speriamo che Sant’ Appendino si dimostri con la testa sul collo , come a Roma la Raggi , sulle olimpiadi.

  4. ALL’ATTENZIONE DELLA REDAZIONE E DEI GENTILI LETTORI.

    Il 09/03/2018 12.14, INFO PresidioEuropa No TAV ha scritto:

    http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/themes/Reporter/timthumb.php?src=http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2018/03/NOLIMPIADI-2026.2.jpg&h=150&w=200&zc=1

    MOVIMENTO NO TAV –

    9 marzo 2018.

    Olimpiadi invernali 2026 NESSUNO può permettersi di ripetere gli errori del passato.

    Sembra che la Sindaca torinese Chiara Appendino, subendo ancora una volta le pressioni dei poteri forti torinesi meglio noti come “Sistema Torino”, si stia lasciando convincere a dare parere favorevole alla candidatura di Torino per le Olimpiadi invernali 2026.

    A lei riteniamo doveroso lanciare un appello. Anzi un’allerta, perché siamo “lanceurs d’alerte” da quasi trent’anni.

    Ill.ma Sig.ra Sindaca,

    Vorremmo ricordarLe, anche nella Sua veste di Presidente della Città Metropolitana, che la sua omologa e collega di partito romana ha saputo dire NO alle olimpiadi di Roma pur subendo pressioni fortissime, consapevole dell’effetto disastroso che avrebbero avuto sui conti pubblici sia cittadini che metropolitani.

    Vorremmo ricordarLe che le ultime olimpiadi del 2006 hanno creato una voragine nei conti pubblici dei due enti che ancora oggi sono da ripianare.

    Vorremmo ricordarLe che il grande dispendio di risorse di allora non ha lasciato altro che strutture fatiscenti se non già demolite, degrado ambientale, assenza di manutenzioni, crollo degli investimenti, inesistenti ricadute occupazionali e azzeramento di risorse per proposte turistiche alternative.

    Vorremmo ricordarLe che, come scritto l’8 marzo da ATTAC Torino e il 19 febbraio da Pro Natura Torino (cfr. le loro dichiarazioni alla fine del Comunicato), le previsioni dei costi sono sempre artificiosamente sottostimate a fronte di consuntivi esorbitanti e fuori controllo.

    Vorremmo ricordarLe come città molto più ricche e meno indebitate di Torino abbiano declinato, anche in passato, l’invito ad organizzare giochi olimpici evitando di indebitarsi a vita. Città come Innsbruck, Oslo, Stoccolma, St. Moritz, Toronto, Amburgo, Budapest e Boston hanno rifiutato di candidarsi anche per i giochi olimpici estivi, molto meno costosi di quelli invernali.

    Vorremmo ricordarLe gli impegni da Lei assunti, sacrificando il welfare dei suoi cittadini con tagli draconiani sui servizi spesso destinati alle fasce più deboli, per rimettere in sesto i conti pubblici della città.

    Vorremmo ricordarLe che per questo virtuoso e severo obiettivo di risanamento nella città di Torino il Movimento 5 Stelle è stato fortemente penalizzato nelle ultime elezioni politiche.

    Sarebbe imperdonabile un nuovo e consapevole sperpero di denaro pubblico destinato inevitabilmente a tradursi in lauti profitti per i pochi soliti noti e in lacrime e sangue, citando Winston Churchill, per le popolazioni residenti, per la gente normale che non viene più inebetita dal clamore mediatico che sempre accompagna le più ingenti spese pubbliche in questo Paese.

    Ai sindaci della Bassa Valle e a quello di Pinerolo che con tanta leggerezza si sono detti favorevoli alla candidatura, ricordiamo che le soluzioni per tentare di risolvere gli annosi problemi del territorio sono note e ben altre e che non c’è bisogno di rinunciare alla propria autonomia di giudizio per il solo timore di essere tacciati dell’usuale calunnia di essere i pubblici amministratori del NO a tutto.

    Non c’è solo il TAV da contrastare in quanto spreco di denaro pubblico, impatto ambientale e distruzione del territorio.

    Anche un’olimpiade è un’inutile e infausta grande opera.

    L’illusione di fare olimpiadi low cost, (risibile paravento già sentito troppe volte), senza nuove infrastrutture e senza consumo di nuovo territorio, come riportato dai giornali nei giorni scorsi, avrebbe comunque costi assai onerosi già vicini al miliardo di euro sin dal preventivo.

    Troppi per un Paese che non ha i soldi per garantire cure ai suoi ammalati, per pagare gli insegnanti di sostegno, per curare il proprio territorio, per evitare disastri idrogeologici e frane ad ogni temporale, per evitare il computo dei morti dopo eventi meteorologici senza nulla di straordinario (oggi li chiamano “bombe d’acqua”) e l’elenco sarebbe ben più lungo.

    Chiediamo a tutti i politici coinvolti nella decisione di pensare bene al passato recente per non creare un nuovo disastro finanziario come quello lasciato in eredità dal 2006.

    Serve una vera discontinuità con il passato: la Città di Torino e le Valli hanno bisogno di ben altro.

    Il Movimento NO TAV, 9 marzo 2018

    ATTAC – Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie e l’ Aiuto ai Cittadini
    Comitato torinese – via Mantova 34 – 10153 Torino – http://www.attactorino.org

    Olimpiadi, neve e sciamani – 8 marzo 2018.

    Il 2026 sembra lontano ma è già incominciato il rollio dei tamburi per invocare nuovamente le Olimpiadi invernali a Torino. Sembra una danza sciamanica della pioggia (di contributi); ma con minor onestà intellettuale degli sciamani (nulla ce ne voglia tale onesta categoria) si vuole quasi lasciar intendere che la città sarà annaffiata da generosi contributi senza nulla gravare sui cittadini.

    Evidentemente si confida sulla scarsa memoria dei cittadini del Comune più indebitato d’Italia, anche grazie alle Olimpiadi del 2006. Ci si dimentica che il debito che ci opprime è imponente ed è, in misura ragguardevole, un lascito delle Olimpiadi del 2006. Tra il 2001 e il 2011 è salito da 1,8 a 3,3 miliardi.

    L’aver ospitato le Olimpiadi del 2006 ha comportato una perdita di 800 milioni, a detta di uno studio del 2012 dell’Istituto Bruno Leoni (non esattamente una combriccola di esagitati anticapitalisti). Nel calcolo si teneva conto di tutti i benefici, diretti e indiretti, delle Olimpiadi.

    E poi… vogliamo dimenticare i lasciti del trampolino di Pragelato (34,3 milioni), della pista da bob di Cesana (110,3 milioni) e della pista free style di Sauze d’Oulx (9 milioni) tutte opere da dismettere, come ruderi per causa bellica; per non parlare del degrado del villaggio olimpico (140 milioni) che ha meritato addirittura un servizio di “al Jazeera”.

    C’è forse da stupirsi che le popolazioni interpellate direttamente, come ad Amburgo o Innsbruck, rispondano “no grazie!”, a cui i torinesi potrebbero aggiungere, con il proverbiale garbo: “come avessimo accettato”. Forse si spera nuovamente di poter offrire un comodo “pantouflage”, con i soldi pubblici, a qualche importante manager privato, come fu fatto nel 2006?

    Non dovremo aspettarci obiettività dai media main stream; è sufficiente ricordare gli elogi al professor Monti per aver rinunciato alla candidatura olimpica di Roma e le aspre critiche alla sindaca Raggi per l’identica scelta pochissimi anni dopo. Che sia questo il pluralismo dei nostri media?

    Ovviamente si fanno girare stime ottimistiche sulle previsioni di spesa. Vogliamo solo ricordare lo studio della “Said Business School”, dell’Università di Oxford, sullo sfondamento dei costi degli avvenimenti olimpici. Nel caso di Torino, che non fu dei peggiori, l’incremento dei costi fu dell’82%.

    Forse dovremmo riconsiderare il nostro scetticismo sulle capacità profetiche dei veri sciamani!

    In questo caso, tutt’altro che imprevedibile, quali saranno le conseguenze di un ulteriore poderoso incremento del debito comunale?

    Facile da prevedere: tagli ai servizi pubblici, ulteriore spazio al consumo di suolo, incremento delle tariffe e magari sarà l’agognata occasione per privatizzare la Smat!

    Per questo chiediamo che il Consiglio Comunale non getti la città in quest’avventura, deleteria per la Città e utile solo a pochi costruttori.

    E qualora non si abbia la capacità e il coraggio di resistere a queste sirene, prive di qualunque approccio razionale di tutela del bene pubblico, almeno si consultino i cittadini e, cosa della massima importanza, si garantisca un’informazione plurale e un equo contraddittorio.

    In tal caso, con la consapevolezza di lottare contro la forza titanica di un’informazione strumento di parte, faremo il massimo sforzo per informare i cittadini dei veri costi economici e sociali di quest’avventura utile a pochi e nefasta per molti. Lasciando ad altri il compito, questo sì sciamanico, di spacciare illusioni e lanciarsi in danze propiziatorie… della neve!

    ATTAC
    Comitato torinese

  5. Fin qui i commenti dei cittadini sono unanimi e si possono riassumere: Olimpiadi no grazie, costano troppo e a pagare sono i cittadini stessi, che non più disposti a buttare soldi.
    Al contrario gli amministratori sono tutti d’accordo a rifarle.
    Probabilmente perchè loro ci guadagnano in immagine (ovviamente pensiero da lupo buonista) e pagano gli altri.
    Però gli amministratori sono stati eletti dai cittadini e qui lancio un dibattito pubblico:
    PERCHE’ GLI AMMINISTRATORI UNA VOLTA ELETTI DAI CITTADINI SI DISINTERESSANO DEI PROPRI ELETTORI?
    COSA POSSONO FARE I CITTADINI CONTRO GLI AMMINISTRATORI QUANDO QUESTI ULTIMI VANNO CONTRO I CITTADINI?
    Se qualcuno ha la risposta ringrazio anticipatamente

    • Ma crede ancora a babbo natale? I politici prima raccolgono i voti magari sfruttando il malcontento delle persone e poi ottenuti i voti e iniziato a governare passano dalla fase del no a tutto al si certo, magari si può fare e che opportunità queste olimpiadi. Facile criticare ma difficile fare e agire con il buon senso quando si deve agire in prima persona.

  6. Oltre la pista da bob e i trampolini e’ stata smantellata anche la pista di snowboard a Bardonecchia, tutti questi impianti potevano essere delle attrattive importanti, in particolar modo la pista di bob che se non ricordo male era l’ unica sul territorio italiano, tutto questo andrebbe ricostruito per la felicita’ di chi incassa tangenti, bustarelle, e ricompense varie alla faccia nostra che paghiamo.
    Delle olimpiadi di Torino 2006 sono sopravvisute solo le giacche a vento fornite ai volontari che ancor oggi si vedono passeggiate in via Medail, RIDICOLI.

    • Indumenti di ottima qualità se sono ancora in circolazione. I volontari erano baby pensionati, pre pensionati? Per avere tutto quel tempo libero.

  7. E poi io dovrei aver rispetto degli amministratori dell’Alta Valsusa che decantano coerenza di idee? Mi vi vedete la sera prima di andare a dormire allo specchio?

  8. Tranquilli, il 2026 è lontano. A breve accadranno cose che non osiamo immaginare e le olimpiadi così come tutte le grandi ideone saranno solo un ridicolo lontano ricordo!

  9. Spiacente,
    il 2026 è maledettamente vicino e il mostricciattolo di oggi potrebbe diventare un drago invincibile in pochi anni.
    Contrastare con forza, contrastare ora.

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