OLIMPIADI, UNA FOLLIA RIAPRIRE LA PISTA DI BOB A CESANA: NON SPRECATE SOLDI, MA RESTITUITE QUELL’OASI VERDE ALLA VALSUSA

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La splendida area del Pariol di Cesana, prima della costruzione della pista di bob

di FABIO TANZILLI

CESANA TORINESE – Errare è umano, perseverare è diabolico. O politico, se preferite. Premessa importante. Chi scrive conosce fin dall’inizio e nei dettagli tutta la storia della Pista di Bob dell’alta Valsusa: venne costruita spendendo 107 milioni di euro di soldi pubblici. Ora, in quel sito abbandonato da tutti, si vogliono buttare altri 33,8 milioni di euro (soldi sempre dei cittadini, chiaramente) per 4/5 giorni di gare nel 2026.


I nostri politici (da destra a sinistra, da sopra a sotto) ora vogliono riaprirla pur sapendo che, finito il Circo Bianco, la pista di Cesana sarà nuovamente un impianto in perdita e che costerà troppo mantenerla attiva. Come già avvenuto nel 2006. Non a caso venne chiusa definitivamente pochi anni dopo le Olimpiadi, proprio perché nessuno voleva spenderci altri soldi pubblici, e appare impossibile che tra 3 anni si trovino i fondi per farlo (quando c’era l’ammoniaca ed era aperta, il passivo della pista di bob di Cesana ammontava fino a 800mila euro annui).
Chi scrive, ha seguito tutte le vicende in merito alla pista di bob, e lo fa da circa 20 anni. Fin dagli albori, anni 2002-2003: quando l’originaria destinazione venne spostata più volte. Il sito prescelto era Beaulard di Oulx (poi bocciato per rischi idrogeologici), quindi Sauze d’Oulx (a sua volta bocciata perché trovarono l’amianto) e infine dal 2004 nell’infausto sito di Pariol a Cesana Torinese: una delle aree verdi più belle delle montagne piemontesi e più esposte al sole di tutta l’Alta Valsusa (non a caso il Club Med voleva farci un nuovo villaggio vacanze). Che venne devastata per farci il serpentone di cemento.


In sostanza, si tratta di un’opera sfortunata, per non dire di peggio, fin dall’inizio. Che ha sempre creato problemi e spreco di denaro pubblico, senza alcun ritorno e beneficio dal punto di vista economico, turistico e sportivo rispetto a quanto si è speso.
Visto e considerato tutto questo, ora però la vogliono riattivare di nuovo, riaprendo così la voragine di spreco di denaro pubblico. Una follia. Tolto il fatto che tenere aperto l’impianto costa troppo perché provoca passivi enormi, in Italia quelle discipline sportive sono praticate da pochissime persone, non ci sono sponsor e soldi per farlo crescere, e a dirlo in parole semplici, del bob, dello slittino e dello skeleton non gliene frega niente a nessuno.


Non si capisce quindi per quale motivo razionale la lobby del potere piemontese e torinese – un fronte bipartisan di politici da destra a sinistra, supportato dalla maggior parte dei gruppi di potere economico e media – ora voglia riaprire la Pista di Bob di Cesana per ospitare nel 2026 in Valsusa 4/5 giorni di gare di bob, slittino e skeleton, risolvendo così i problemi alle Olimpiadi di Milano e Cortina.
Un impianto chiuso totalmente da oltre 11 anni e sempre in perdita, dove l’ammoniaca per ghiacciare le curve è già stata tolta dal 2012, dove già negli anni precedenti, appena terminati i Giochi di Torino 2006, si brancolava nel buio, chiusa più volte e riaperta a stenti, mai davvero funzionante e venne di fatto abbandonata da tutti. Governo, Coni, Fisi, Regione, Città Metropolitana di Torino (allora Provincia) ecc. Tutti.
La pista di bob di Cesana non ha portato nessun vantaggio reale rispetto ai soldi investiti per costruirla. L’indotto è praticamente inesistente, soprattutto rapportato ai costi di gestione. Lo sappiamo già, è un film che abbiamo già visto.


Chi c’era in quegli anni, se lo ricorda e lo sa. Chi visitava la pista in quegli anni, depredata da ladri di ogni genere che nel corso del tempo hanno portato via di tutto, dal rame nelle curve fino ai computer e ai mouse che erano sulle scrivanie abbandonate, lo sa. Chi passeggiava negli splendidi boschi di Pariol e poi ha visto come hanno distrutto e devastato quella oasi verde incontaminata, ricca di vegetazione e di alberi, per costruire quell’inutile impalcato di curve di cemento, lo sa.


Chiaramente invece le facce della politica cambiano a turno, chi c’è oggi nei posti di potere non sono gli stessi che c’erano allora. Come in un teatro. Non c’è memoria, si dimentica tutto in fretta.
E inspiegabilmente le parole e gli slogan vuoti sono gli stessi di 20 anni fa: “Coverciano della Neve”, oppure “Centro sportivo Coni/Fisi del ghiaccio”.
Almeno avessero la fantasia di cambiare le parole, senza copiare le stesse formule fallimentari del 2006. Ma per favore…

Quale gloria e quale merito, se non meramente politico di consenso nel breve periodo, di immagine e di cavalcare l’onda, c’è nel “fare i Giochi anche a Torino e in Piemonte” per 4 giorni di bob a Cesana?
Non parliamo di gare olimpiche di sci, pattinaggio o altri sport invernali che hanno un minimo di indotto sportivo o mediatico, ma delle discipline con meno seguito in Italia. Già nel 2006 erano le competizioni con meno interesse anche da parte del pubblico (nonostante le 20 medaglie conquistate dall’Italia). Personalmente, avendo assistito direttamente a quelle gare nel 2006 lo reputo anche comprensibile: l’avete mai vista una gara di bob dal vivo? Qualcuno di voi segue le gare di skeleton in tv?


Questa follia serve forse per puntare ad avere nei vari loghi e brand dei Giochi 2026 anche la parola “Torino” assieme a Milano e Cortina, se ce lo concederanno? Ne vale davvero la pena, a fronte di tutto questo? Torino, ovviamente, non Valsusa e non Cesana.
Oggi quindi tutto questo appare una follia, in un’area – come quella dell’alta Valsusa – che avrebbe bisogno di investire quei 33,8 milioni di euro (ma ne basterebbero anche meno) in altri settori del nostro turismo invernale: per rinnovare e potenziare seggiovie e telecabine, i collegamenti tra gli impianti, le piste, l’innevamento artificiale. Per non parlare di tutto il resto che manca: servizi sanitari, trasporto pubblico locale.


Una follia, appunto, ma proprio per questo – trattandosi di politica, e quindi di un gioco nonsense delle parti – c’è il rischio che alla fine scelgano davvero di riaprire la pista di Cesana, se davvero non troveranno la soluzione per costruirla con una soluzione low cost a Cortina.


L’unica soluzione giusta e non folle, che sarebbe un bene per il territorio, ha una parola sola, anzi due: demolizione e restituzione. Costerebbe 15 milioni di euro, la metà dei soldi che servono per riaprire la pista per 4 giorni di gare nel 2026, ma avrebbe benefici reali di lungo termine non solo per noi, ma soprattutto verso le generazioni che verranno. Far tornare a fiorire un pezzo di montagna che era stato devastato.
Demolizione e restituzione, appunto: demolire quelle insulse curve di cemento e restituire all’alta Valsusa e al Piemonte una delle zone verdi più belle dell’alta Valsusa.

La devastazione del sito di Pariol per costruire la pista di bob di Cesana

 

 

 

 

 

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30 COMMENTI

  1. Gent.mo Direttore,
    mi consenta una battuta.
    Questo articolo l’ha scritto sotto ipnosi e dettatura del presidente di Pro Natura Valsusa.
    Umorismo amaro a parte, sono in gran parte, anzi totalmente, d’accordo con Lei e, come Lei, ho osservato con grande attenzione il “fenomeno” bob sin dalla originaria scelta del sito di Beaulard.
    Ricorderà le due Eveline a Seul, l’una smagliante e sorridente come una star, l’altra dimessa e zoppicante ma sindaca di Oulx (sito mancato di gare per via dello scippo di Beaulard) e presidente di Comunità Montana.
    Ricorderà il bluff geologico della frana attiva di San Giusto per giustificare lo scippo (frana che dopo vent’anni galleggia ancora allo stesso posto, a monte per circa 800 metri di dislivello rispetto al mancato sito in progetto).
    Ricorderà il sollievo dei beaulardesi per il trasloco (residenti e turisti) quando videro i progetti che prevedevano la totale scomparsa della pineta lungo la Dora per farvi posteggi e altri ammennicoli.
    Tralasciando l’effimera ipotesi di Sauze d’Oulx, ricorderà le false affermazioni sull’esposizione solare di Pariol e il tifo per questa collocazione di un albergatore ossolano o novarese, accidentalmente assessore regionale.
    Ricorderà che parte del costo, esorbitante allora più di oggi, fu dovuto in parte ad errori di progettazione, rimediati in corso d’opera lasciando comunque difetti irrisolti.
    Per questi ricordi ed altri più marginali sono d’accordo con Lei ma vorrei che nel Suo appello non ci fosse il richiamo all’oasi verde, non screditiamo un appello vitale per tutta l’Alta Valle con frasi o titoli da ambientalista di città.
    La splendida copertura boschiva in loco, percorribile in quasi ogni direzione per ore di cammino senza uscirne, non ha bisogno di piccoli lembi di verde accanto a sé per essere un’oasi, le oasi lasciamole al deserto o alle città diffuse di pianura, pizzicate quanto necessarie tra un’espansione urbanistica residenziale e quella successiva.
    Pariol era senz’altro bellino, ma già artefatto dalle piste ed impianti di bassa quota, ancora buone quei tempi ma non oltre la prima metà di febbraio, e del tutto non frequentato ad esclusione del bar solarium riconoscibile nella fotografia.
    Non sarà difficile comprendere, anche per chi ha Pariol non c’è mai stato, che costruire una pista da bob dove prima c’era un’ampia terrazza per prendere il sole dal mattino alla sera non fu propriamente l’idea più furba.
    Ma, omen nomen, se al posto di un solarium ci fosse stata una serra, a Pariol, il bob lo si sarebbe costruito comunque.

  2. Errare è umano mentre perseverare è diabolico.
    Se la struttura, dopo il 2006 è stata abbandonata, vuol dire che non ha una utilità tale da giustificare i costi di mantenimento. A questo punto unica spesa possibile è quella per smantellare ciò che resta. Se poi avanzano soldi utilizziamoli per scopi migliori per tutta la collettività.
    Grazie.

  3. Tanto non pagano loro. Devono buttare soldi per ingrassare i loro amici imprenditori che garantiscono i pacchetti di voti. È la loro unica missione di vita.

  4. Applausi per questa puntuale disamina. La cialtroneria politica non ha più confini, nella miseria del plauso degli stolti che si bevono ancora queste panzane sullo “sviluppo” e sul “progresso”. Solo spreco di denaro, commistioni criminali e devastazione del territorio.

  5. Da ciò che si vede in generale, sembrerebbe che l’obiettivo sia sempre trovare il modo di dirottare i soldi dalle casse pubbliche alle tasche private.

  6. Condivido al 100% quanto scritto dall’autore. I soldi dovrebbero servire per sistemare lo scempio che ci tocca vedere da quasi 20 anni, non per prolungarlo ulteriormente.

    Purtroppo ahime’, abbiamo ben compreso come funzionano le logiche della politica da quattro soldi che ci hanno propinato per decenni : slogan – soldi da spendere (e mangiare) – abbandono. E mai nessuno in nessun contesto che preveda mai un accantonamento obbligatorio per le dismissioni (stessa cosa che accade con le concessioni alle società che gestiscono gli impianti, fino a quando guadagano va tutto bene, quando poi vanno in perdita e falliscono chiudono tutto e i ruderi delle attività rimangono ad arrugginire per decenni visto che i soldi per smaltirli non ce li ha piu’ nessuno).

    Quindi, io gli proporrei che, ogni nuova costruzione, per essere approvata, deve prevedere l’accantonamento x il futuro smaltimento. Fantascienza? credo proprio di si.

  7. Condivisione assoluta di questo pensiero dal quale traspare la rabbia e l’amore per una valle utilizzata da molti, con questi eventi e non solo, per facciata, per pura e semplice propaganda politica e personale!
    A nessuno di lor signori interessa nulla della valle, dello scempio e dei soldi buttati per pochi giorni di gare, che, bisogna essere realisti e guardare alla realtà, non interessano praticamente a nessuno.
    Vogliamo parlare poi della viabilità nella nostra valle alla luce degli ultimi eventi legati a chiusure, interruzioni; è penosa la situazione, se vi fossero condizioni meteo avverse che portassero alla chiusura dell’autostrada, davvero si pensa che la viabilità ordinaria potrebbe essere in grado di assorbire i grandi flussi di traffico senza andare in tilt.
    Miglioriamo il nostro territorio e poi magari pensiamo ad eventi degni, non a fare i crocerossini per Milano e Cortina cercando di compensare i loro errori organizzativi per avere magari il nostro nome in piccolo su qualche documento ed esserne felici.

    Cordiali Saluti
    Alessandro A.

  8. Se Francia e Germania, che i soldi li avrebbero pure, hanno rinunciato alle Olipiadi, mentre le abbiamo volute noi che siamo sull’orlo della bancarotta, qualche motivo ci sarà, no?
    Siamo i più furbi? O solo furbacchioni?

  9. Concordo pienamente ed è incredibile vedere la faccia tosta e l’entusiasmo con cui i politici attuali propongono una soluzione del genere; se non fosse inutile direi che si dovrebbero vergognare, ma non credo faccia parte della loro natura

  10. Direttore, condivido ogni sua parola. Però il cittadino se non è coordinato non può fare nulla. Lei non potrebbe organizzare una petizione tra gli abitanti della Valsusa per far sentire anche la voce di chi la zona la abita ? Anche perchè, chi ha opinioni credo diverse dalla sua sull’utilizzo finale della zona Pariol (lo ski dome, per intenderci), condivide con lei che la scelta del Bob è un suicidio per l’area e in assoluta la scelta peggiore perchè condannerebbe nuovamente l’area all’immobilismo per i prossimi 20 anni.
    Grazie

  11. Tranquillo Direttore , Cesana sarà ignorata come nel 2018 quando si decisero le olimpiadi invernali del 2026 , per mia sfortuna io c’ero ed ho potuto seguire da vicino quel volta faccia di sala e quel politicante marcio di malagò . Torino è stato escluso anche se avevamo presentato un progetto di 12mld contro i 9mld di Milano e Cortina . Quindi è mio parere che la pista da bob se la facciano dove si vuole ma lascino stare la nostra valle e , anzi spendiamo qualche soldino della regione per smantellare quelle strutture oramai inutilizzabili e piantare tanti begli alberelli o pascoli .

  12. Direi che il Direttore ha espresso la sua disamina con assoluta precisione dei fatti, buon senso civico e onestà intellettuale. Bravo per aver “sbattuto” in faccia la verità ai miseri, ipocriti e non lungimiranti politicanti che assiepano pasciuti i nostri paese/regione/provincia/comune/quartiere. Grazie per questo articolo.

  13. Nooooo…. Il Mero non e’ d’accordo sullo sviluppo futuro, sulle opere che portano benessere e soldi, Ecc. Ecc. Incredibile…..
    Tutto sta cambiando, non abbiamo piu’ certezze…..

  14. Qui i commenti sono tutti a senso unico a deprecare lo sperpero delle risorse pubbliche
    Però evidentemente nel Paese reale c’è una maggioranza silenziosa che invece gradisce quanto qui deprecato

  15. La semplificazione di Magna Magna … non ha colto l’essenza dell’articolo e ha letto nei commenti solo quanto intendeva leggere.
    Gli errori del passato sono stati fatti da persone elette per amministrare la “cosa” pubblica in senso ampio, non per arroccarsi su una singola opera.
    Le scelte politiche degli eletti, anche le più scellerate, si sono valse del consenso elettorale ottenuto, non di quello di misteriose maggioranze occulte per il semplice motivo che mai sono state consultate a mai avrebbero avuto considerazione.
    Tanzilli chiede di non ripetersi in errori, non necessariamente commessi in malafede, proprio per la “diabolicità” della certezza che tali sarebbero ancora, senza più la giustificazione di averci provato con intenti positivi.
    Una maggioranza “rumorosa”, uscendo allo scoperto, potrebbe fare la differenza.
    Sosteniamo quindi questo appello, parliamone con amici e conoscenti, identifichiamoci in un movimento di opinione che giunga ad avere ascolto e risonanza.
    Per una volta potremo dirci cittadini attivi e, speriamo di poterlo fare, dire di essere stati ascoltati.

    • … si sono valse del consenso elettorale…. quindi nel Paese reale (questo è solo 1 social) dispongono della MAGGIORANZA (di chi esprime il priprio voto, ovviamente), SILENZIOSA (perchè qui non si è fatta sentire) che evidentemente ben gradisce ciò che qui è stato deprecato, tant’è che la coppia ai vertici del potere metropolitano lo ripropone con orgoglio.

  16. Bravo Direttore!…Sarebbe importante che tutte le testate giornalistiche locali si allineassero con forza sulla tua posizione (“demolizione e restituzione”), perché qualsiasi altra soluzione é pura follia e sperpero.

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