di CARLO FLORINDI
BARDONECCHIA – Come ormai risaputo, a noi valligiani Alta Valle Susa, la fruizione dell’ospedale di Briancon è stata negata. Se prima potevano avvalerci di una collaborazione tra Italia e Francia ed andarci a curare oltre confine certi della collaborazione e del sostegno economico della nostra ASL di competenza ora, questo rimane un sogno. Dobbiamo giocoforza mettere mano al portafoglio: o sostenere lunghi viaggi per effettuare esami attraverso il nostro sistema nazionale ove le prenotazioni, se urgenti, non sembrano più avere limiti territoriali o sostenere tutti i costi relativi in Francia, per noi frontalieri logisticamente più comoda. Non è retorica affermare che chi non è in possesso di denaro è destinato a non curarsi.
Non voglio tediare il lettore con la disavventura accadutami quest’estate ma mi sembra utile condividere con voi la mia triste esperienza al fine di sollecitare una soluzione. A marzo di quest’anno, il mio medico, dopo visita specialistica, mi prescriveva una risonanza. Prenotavo la medesima presso il CUP di Oulx che, a sua volta, mi prenotava presso una clinica convenzionata a Torino per il 7 agosto. Al di là dei tempi di attesa mistici, il 7 agosto alle ore 13 partivo dal mio domicilio.
L’appuntamento previsto era alle ore 14:30. Preciso, come un orologio svizzero, alle 14:30 ero sul posto ma, ahimè, leggevo su un cartello affisso sul cancello della clinica che la medesima aveva chiuso i battenti per ferie. Altri pazienti, presenti davanti alla struttura, commentavano indignati e subivano come me, il
disguido. Quando sono rientrato a Bardonecchia ho inviato una mail all’ASLTO3 e alla clinica in questione per segnalare l’accaduto senza peraltro ottenere un cenno di riscontro.
Vorrei a questo punto sensibilizzare tutti i Sindaci dell’Alta Valle affinché, nei propri Comuni, istituiscano una raccolta firme per accedere all’ospedale di Brianꞔon gratuitamente come era in passato. Capisco che prioritariamente ci sono 2 guerre in corso, ma la salute pubblica di noi Italiani andrebbe garantita dalle
istituzioni in considerazione del fatto che, quando conviene allo stato, dobbiamo sottostare ai principi e alle leggi europee: con la mitica frase “ce lo chiede l’Europa”. Adesso siamo noi che chiediamo all’Europa qualcosa, ovvero di prevedere nuovamente la possibilità di cure oltre confine per gli abitanti della Val di Susa. La Francia mi risulta sia in Europa!
Dalle tasse di pensionati e lavoratori vengono prelevati fondi destinati alla gestione della salute pubblica, ma noi non percepiamo i benefici, ci sembra che finiscano in un pozzo nero senza riscontro tanto da indurci a pensare, se non potete gestirli nel nostro interesse, lasciateli nella nostra disponibilità per, qualora si renda necessario, provvedere in autonomia alle nostre cure senza patire ulteriori disillusioni.
Questo è un ragionamento astratto che non potrà mai trovare riscontro, ma spera vivamente di risvegliare le coscienze di tutti. Basta investire per costruire ospedali nel deserto, se poi non si è in grado di farli funzionare: l’elenco degli sperperi di denaro pubblico effettuati in passato sono ancora ben presenti a tutti! Basta bla bla bla. Negli anni si sono trovati i soldi per tutto ciò ed oggi, a quanto pare, non vi sono i soldi per collaborare tra ospedali
transfrontalieri.
Si scende in piazza per una squadra di calcio ma non siamo capaci di far valere i nostri diritti per avere i servizi utili alla collettività, se un segnale si può cogliere nell’istituzione dei bonus per la spesa quale sarà il segnale per la salute….un bonus per passare a miglior vita?
Lasciando perdere le battute di spirito fatte per sdrammatizzare rincrescimento e rabbia vorrei veramente interessare la popolazione e tutti i rappresentanti istituzionali a farsi carico del problema per ottenere nel più breve tempo possibile una soluzione, anche il ritorno allo status quo del passato è auspicabile senza nulla inventare di nuovo. Proviamoci!
Carlo Florindi – Bardonecchia, 30-10-23
Argomento triste e nessuno dei nostri politicanti italiani se ne sta occupando da mesi
Facciano una raccolta firme perché non chiuda l’ospedale di Susa . che è meglio!!?
Pazzesco, siamo uno dei paesi con la miglior sanità nel mondo. Almeno così ci hanno sempre inculcato sino all’avvento del COVID. Poi improvvisamente ci siamo resi conto che eravamo appena sopra il Burundi. Adesso il paradosso, raccogliamo le firme per curarci in Francia ?!?!?!. Ma in Italia gli ospedali non esistono più? La sanità è sparita ?
Briançon è molto più vicina e comoda per molti italiani che abitano nei paesi di confine, oltre che essere di ottimo livello; ci siamo sempre curati lì senza nessun problema sino a quando esisteva un accordo che adesso da qualche mese non c’è più
Abbiamo l’ospedale di susa, invece di fare qualcosa per curarsi in Francia facciamo qualcosa per rendere efficiente il nostro ospedale, qui in Italia…..siamo italiani anche se abitiamo a ridosso del confine e chi vuole curarsi in Francia vada ad abitare lì.
Un po di patriottismo non guasta!
Di sicuro i mangiarane , che vivono in prossimità dei nostri confini ,da Ventimiglia al Monte Bianco non vengono a farsi curare, nelle strutture pubbliche Italia e cane. Ai nostri fenomeni dei salotti politici , interessa molto di più ripristinare la pista di bob di Cesana . Auguri a tutti specialmente a chi non può permettersi le visite a pagamento.