di ALFREDO MONACO
SUSA – Chi l’avrebbe mai detto. Sebbene i protagonisti della “Mission Impossible” del reparto Covid-19 di Susa siano riusciti nell’impresa di salvare decine di vite, sembra inverosimile, ed ancora non ci si crede di aver posto i sigilli a reparto. Alle ore 16.50 del 18 maggio 2020, questa la data e l’ora della storia.
Non ci crediamo ancora perché quando è cominciata questa traversata nella burrasca si era tutti convinti che fosse solo questione di tempo passare dall’altro lato della barricata e finire con la testa nella Dora che, in altri termini, significa ammalarsi di Covid-19 nella sua forma più grave.
Ed invece si è riusciti nell’impresa di salvare decine di vite e rimanerne, fino ad ora, indenni. Oggi si è scritta una pagina di storia a Susa, il piccolo Ospedale, quello “che vale nulla”, dimettendo l’ultimo paziente che ha lottato disperatamente per la sua vita, vincendo. E noi con lui.
Oggi vi presento questa fotografia e non ve la racconto perché sono gli occhi felici di chi per settimane è stato dietro quella porta, nel sarcofago bianco, a combattere per la vita degli altri e per la propria a raccontarvela. Il viaggio nel Covid-19 a Susa non finisce qui.
Ho tante altre storie da raccontarvi, vissute dentro e fuori le mura dell’ospedale, tra il terrore dei malati e dei sanitari e le paure e i dubbi di quanti stavano fuori. Il viaggio nel Covid-19 è una raccolta di storie di donne e uomini straordinari. Per oggi godiamoci questo grandissimo successo, ma non abbassiamo la guardia.
Il coronavirus è ben presente in mezzo a noi ed è pronto a farci ripiombare nel vortice infernale del Covid-19. Siamo un po’ più sereni oggi, guardiamo al futuro un po’ più rilassati, ma non tanto da non farci temere il peggio.
Sottovalutare oggi le insidie del Coronavirus significherebbe vanificare questi successi e trascinare l’intero paese in una tragedia irreversibile, ancora più grande di quanto non sia stata. Non vi dico i nomi degli attori presenti in fotografia, ma ne racconterò le storie personali nei prossimi giorni.
Oggi è la vittoria di tutti, è la vittoria di una grande squadra che non si è risparmiata e mai si è arresa a quella che sembrava l’evidenza, una Caporetto. Domani è un altro giorno per essere vigili e attenti.
Ogni giorno con la curva del Coronavirus in discesa è un giorno rubato alla tragedia, ma non commettiamo l’errore di credere di aver vinto la partita. Questa difficilissima battaglia si è conclusa con un successo clamoroso ma quello che è necessario è vincere la guerra, e questa è una guerra che la si vince con il contributo di tutti, non solo del personale sanitario che viene ricompensato con un euro.
Bravissimi a tutti quanti!! Vi vogliamo bene per quello che avete fatto mettendo a rischio le vostre stesse vite… purtroppo la gente non ha ancora compreso che il virus è tra noi… Voi che siete medici qualificati fate degli appelli tramite giornali, radio etc… affinchè le persone capiscano cosa significa finire in ospedale intubati, affinchè capiscano che la Valle di Susa non è un mondo a parte, anche la nostra Valle ha avuto le sue vittime… Domenica pomeriggio a Susa e a Bussoleno si vedevano gruppi da 6-10 persone uno appiccicato all’altro senza mascherine in giro a passeggio… non è ancora il momento di fare questo …ok alla passeggiata in famiglia o con un amico e con le mascherine se non si mantiene la distanza di sicurezza, ma queste ammucchiate di persone ferme sul ponte di Susa a chiacchierare amabilmente mentre nel mondo migliaia di persone stanno ancora morendo, le trovo fuori luogo e non rispettose del lavoro che voi avete svolto per salvare vite umane. Grazie ancora dell’ottimo lavoro svolto.