di ANDREA MUSACCHIO
SUSA – Si è tenuto questa mattina, giovedì 30 aprile, davanti all’ospedale di Susa, un flash-mob da parte dei delegati Uil e Cgil. Un presidio per chiedere alla Regione Piemonte una fornitura di dispositivi di protezione individuale (Dpi) idonei, tamponi e test sierologici fatti in modo tempestivo e l’assunzione di personale. In poche parole: più sicurezza sul luogo di lavoro. Al flash-mob non hanno potuto prendere parte gli stessi medici e infermieri, in quanto l’Asl To3 non ha dato il permesso per motivi di sicurezza.
“Non è stata una protesta. Si è trattato di un normale flash-mob – spiega Angela Gontero, delegata sindacale della Cgil – In maniera silenziosa abbiamo riportato la condizione attuale dei lavoratori. Non vuole essere un’accusa alla Regione, ma vogliamo delle risposte“.
Anche se, secondo i sindacati, i lavoratori sono stati abbandonati dalla Regione Piemonte. Per questo il personale della sanità chiede che vengano riconosciuti tutti gli sforzi fatti in questo periodo di emergenza. “Tutti i lavoratori, a partire dalle imprese di pulizia agli Oss, passando per medici e infermieri, sono stati presenti in questa emergenza. Nessuno si è tirato indietro. Il nostro ospedale, seppur piccolo, ha risposto bene, con tutti i vincoli presenti. Infatti, i dispositivi di protezione erano pochissimi. E poi, gli operatori, dal punto di vista dei tamponi, sono stati un po’ abbandonati. Un problema, quello dei tamponi in Piemonte, molto grande. Ma non solo. La Regione è stata molto silenziosa anche sui riconoscimenti. Noi non siamo degli eroi, ma siamo dei professionisti seri. Persone che investono in questo lavoro. Noi, ad ora, non abbiamo mai ricevuto un riconoscimento economico”.
Oggi l’ospedale di Susa sta provando a tornare alla “normalità”. Un reparto Covid-19 si è svuotato e, attualmente, soltanto un reparto ospita pazienti positivi al virus. Anche i reparti di medicina stanno tornando a svolgere le normali attività. Si tratta di piccoli, ma significativi passi in avanti.