Una nuova manifestazione, questa volta organizzata dalla neonata “Rete per la Difesa della Sanità pubblica” per l’ospedale di Susa. Si terrà alla vigilia della chiusura del punto nascite, domenica 29 novembre, con ritrovo alle 14.30 davanti all’ospedale: “Bisogna esserci tutti – spiegano i promotori – la chiusura del Punto Nascite non è che l’inizio della fine del nostro Ospedale. La salute è un tuo diritto, DIFENDILA!”. Sotto accusa anche la chiusura del servizio di pronto soccorso ostetrico-ginecologico e pediatrico, che rappresenta un’enorme discriminazione per le donne e i bambini della Val Susa. Ma c’è un altro aspetto non di poco conto: dalla pagina Facebook ufficiale della “Rete”, fondata alcuni mesi fa da alcuni esponenti del mondo No Tav (oltre a Nazareno Maiolo, uno dei principali promotori del nuovo gruppo è il consigliere comunale di Bussoleno, Francesco Richetto) viene attaccato duramente il sindaco di Susa, Sandro Plano, definito senza tanti giri di parole un “faraone”. “Il faraone Planobi primo corre ai ripari!” accusano i promotori della Rete, facendo notare che mentre a Susa si chiude il punto nascite, dall’altro lato si apre la nuova ala del cimitero da 2000 posti spendendo 2 milioni di euro.
Ecco il messaggio in cui la Rete per la difesa della sanità pubblica attacca il sindaco di Susa:
“E’ una strana città di questi tempi Susa, nello stesso mese, novembre, arrivano notizie funeree. Aprendo il settimanale locale a pagina 8 la notizia della chiusura entro fine mese del reparto maternità, a pagina 10 l’inaugurazione della nuova ala del cimitero. Se uno non ci vivesse potrebbe pensare che sul nucleo urbano si sia abbattuta una delle 7 piaghe d’Egitto e il Faraone sapientemente è corso ai ripari dando ai sudditi il necessario per affrontare la sciagura, una degna sepoltura. Una spesa investimento di 1000 euro a testa di defunto. Per il futuro nascituro neanche un calcio nel sedere per salire di corsa in auto (ammesso che ci sia se no taxi) con mamma e parenti verso il “vicino” regno di Rivoli. Ma ecco che Planobi con i consiglieri faraoni dei regni vicini risponde anche alle critiche mosse dalla plebaglia. Argomenti regali (non nel senso del dono purtroppo), sono capitoli di spesa differenti, la sanità è in crisi, non sono questi i toni, fino a millantare l’unzione divina dell’amministratore che deve confrontarsi con le istituzioni. Va bè, non aggiungiamo altro, rassicuriamo piuttosto da queste tavole scolpite con amarezza e fatica i futuri archeologi e lettori. La vita nel regno della val di Susa prosegue, i bambini nascono e gli anziani muoiono. Durante il corso della vita venivano aiutati dalla repubblica dei faraoni in alcuni momenti, oggi sempre meno. Fortuna che ancora l’unzione divina non ha dato loro potere sui meccanismi della vita, dell’amore, dell’impegno ma soprattutto dei sogni. Sogni che sempre più immaginano una valle senza faraoni, senza cantieri e senza piaghe!”.