di FABIO TANZILLI
I sindaci della Val Susa fanno un passo indietro e intendono rinunciare al ricorso al Tar contro la riforma sanitaria di Saitta. Giovedì sera c’è stata una riunione fiume a Bussoleno, con Plano e gli altri primi cittadini dei vari Comuni: al centro del dibattito c’era proprio la questione Tar, se rinunciare al ricorso, o dare comunque battaglia davanti a un giudice. Le posizioni si sono ammorbidite rispetto ad alcune settimane fa: “Una decisione ufficiale ancora non l’abbiamo presa – spiega Plano – ma stiamo riflettendo. Rispetto alla prima delibera, bisogna ammettere che la Regione ha fatto delle aperture e delle modifiche”.
Sì, ma il punto nascite di Susa chiude: “Questa scelta non ci piace e siamo contrari, ma facciamo di necessità virtù – replica Plano – se li stanno chiudendo in tutto il Piemonte per ragioni economiche, ce ne faremo una ragione”.
Pare di capire che Plano e i sindaci vogliono delle rassicurazioni scritte da Saitta sul salvataggio dell’ospedale, e in tal caso rinuncerebbero al ricorso: “Se viene garantito nero su bianco che l’ospedale di Susa non verrà declassato nella sostanza, mantenendo tutti i servizi attuali anche se in area disagiata, siamo pronti a parlarne – aggiunge il sindaco No Tav, iscritto al Pd – ma deve essere ufficiale, perché gli assessori passano, mentre gli ospedali restano.
Però resta il nodo della chirurgia. Le sale operatorie devono rimanere aperte anche nel weekend e non solo dal lunedì al venerdì, anzi, soprattutto nei giorni in cui c’è maggior affluenza sulle piste di sci e di turisti. Anche su questo vogliamo garanzie”.
Insomma, la strada giudiziaria non sembra più interessare ai sindaci della Val Susa: “Il ricorso al Tar si baserebbe su questioni formali e amministrative, mentre a noi interessa il confronto politico con la Regione – aggiunge Plano – abbiamo ancora un mese di tempo, andare da un giudice rimane la via estrema. E poi, anche se vincessimo il ricorso, cosa cambierebbe nella sostanza? Loro farebbero lo stesso una nuova delibera di riforma sanitaria, magari mettendoci un anno in più di tempo, in sostanza non cambierebbe nulla”.
Ma questa scelta dei sindaci non sarà nata dallo spavento, per quanto aveva detto Saitta una settimana a Sant’Antonino, spiegando che, se la Regione seguisse davvero i parametri di legge, Susa non avrebbe diritto neanche all’ospedale? “Non ci siamo spaventati, ma vediamo se la questione si può risolvere con la politica, piuttosto che per via amministrativa – replica – il ricorso al Tar non deve essere una minaccia, nè può essere vissuto come un dispetto. Dialogando, delle soluzioni si possono trovare, basti pensare alle difficoltà del pronto soccorso. Dopo alcune telefonate, da oggi l’Asl è intervenuta promettendo di aggiungere personale medico”.
Ora bisogna capire quali saranno le reazioni in Val Susa da parte del Movimento No Tav e dei 5 Stelle, rispetto a questa scelta dei sindaci non ancora ufficiale, ma che ormai sembra quasi sicura.