di MICHELE FASSINOTTI
Ben prima che venissero inventati e si diffondessero i frigoriferi, alla fine del XIX secolo, il Lago Borello di Oulx diede origine ad una particolare attività commerciale: la produzione, la conservazione e la vendita del ghiaccio. Per secoli, in tutto l’emisfero Nord dellla Terra, il ghiaccio che si formava naturalmente grazie alle rigide temperature invernali, adeguatamente stoccato e conservato in cavità e magazzini ben isolati dall’ambiente esterno, è stato una risorsa fondamentale per la conservazione degli alimenti.
A fine ‘800 ad Oulx venne costruita una ghiacciaia ai margini del lago: un edificio a pianta circolare, ombreggiato dalla vegetazione e preceduto da un portico chiuso, che serviva ad isolare ulteriormente il deposito dalla luce e dagli sbalzi di temperatura. Di solito sul pavimento delle ghiacciaie erano distribuite fascine, per favorire il drenaggio dell’acqua di scioglimento, mentre le pareti laterali erano ricoperte di paglia, per isolare il ghiaccio, evitando umidità e muffe causate dal contatto diretto con i muri. Spesso gli strati di ghiaccio immagazzinati erano separati con la paglia, per facilitarne il prelievo e impedire la formazione di un blocco unico.
Per molti decenni Oulx rifornì Torino e le vicine località turistiche della Valsusa, che iniziavano ad affermarsi. Poi, con l’avvento dei frigoriferi e delle nuove tecnologie di conservazione del cibo, l’edificio andò in disuso e fu abbandonato. Recentemente l’area con i resti della ghiacciaia è stata ripulita: dagli affioramenti d’acqua provenienti dal lago emerge ora una porzione superstite del muro perimetrale in pietra, testimonianza della perizia artigianale e della capacità di sfruttare al meglio le risorse a disposizione, che da sempre distinguono le popolazioni montane. Da segnalare, a pochi chilometri da Oulx, nei pressi dell’area attrezzata Pinea, nel Gran Bosco, la ghiacciaia di Salbertrand, oggetto di un importante recupero conservativo, ultimato nel 2010.
UN LAGO NATO PER LA COSTRUZIONE DEL TRAFORO DEL FREJUS
Anche l’origine del Lago Borello di Oulx è emblematica del ruolo dell’uomo nella trasformazione del territorio. Negli anni ’60 del XIX secolo furono infatti prelevate da quelle che all’epoca era un’antica torbiera grandi quantità di materiale necessario per la costruzione del traforo ferroviario del Frejus. La depressione venuta a crearsi fu presto colmata dalle acque delle sorgenti del Monte Cotolivier. Venne così a crearsi un piccolo lago, che, come detto, venne utilizzato anche come ghiacciaia e fu presto colonizzato da piante ed animali tipici delle zone umide e da alcuni specie vegetali oggi rare in tutto l’arco alpino come l’Orchidea dai fiori bianchi. Nel 1979 la Società Botanica Italiana ha inserito il Lago Borello nel “Censimento dei biotopi di interesse vegetazionale meritevoli di conservazione in Italia”, mentre nel 1995 la Regione Piemonte ha incluso il lago nell’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria previsti dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea (1992), con lo scopo di proteggere i luoghi che ospitano specie animali e vegetali rare e in via di estinzione. Nello stesso anno la Provincia di Torino, sottolineando l’alto pregio ecologico del Lago Borello, vi ha istituito l’Oasi di Protezione dalla caccia, per tutelare l’avifauna e il delicato ecosistema. La Provincia ha inoltre proposto la creazione di una vera e propria Riserva Naturale dello Stagno di Oulx, istituita con la Legge Regionale 32 del 2004 per consentire una più efficace salvaguardia dei vulnerabili sistemi ambientali che caratterizzano la torbiera ed il lago.
PER SAPERNE DI PIÙ
http://www.provincia.torino.gov.it/natura/protezione_ambientale/aree_protette/stagno_oulx/index