di ALICE VERGA
“Da vigilare e perquisire”, una mostra proposta dall’ANPI Alta Valle Susa – Sezione di Chiomonte e dal Comune di Oulx,p, nel periodo dal 13 marzo al 7 aprile, nei locali espositivi adiacenti all’Ufficio Turistico di Oulx, in Piazza Garambois. La mostra osserverà l’orario di apertura dell’Ufficio Turistico: mercoledì, venerdì, sabato, domenica e festività pasquali dalle ore 8.30 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00.
Un percorso focalizzato sui “sovversivi” e sugli antifascisti Vercellesi, Biellesi e Valsesiani attraverso i documenti del Casellario politico centrale nel quale sono stati schedati i “sovversivi” e gli antifascisti sgraditi al potere centrale, tra il 1896 e il 1945.
La mostra da vigilare e perquisire presenta una serie di documenti, a cura dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Vercelli, che ci restituisce “la dimensione dell’azione repressiva messa in atto dallo Stato”, con l’istituzione del Casellario nel giugno 1896, e divenuta sistematica negli anni del fascismo. Inizialmente il Casellario era destinato a contenere informazioni su tutti i soggetti considerati “pericolosi per l’ordine e per la sicurezza pubblica”: anarchici, socialisti, repubblicani e, dal 1921, comunisti. Oltre a questi, a seguito delle leggi fasciste di Pubblica Sicurezza che soppressero, tra l’altro, le libertà sindacali e di stampa, furono schedati tutti gli antifascisti e gli oppositori del regime: popolari, liberali, appartenenti al movimento Giustizia e Libertà, irredentisti slavi, fascisti dissidenti, antimilitaristi contrari alla guerra in Libia, ecc. Gli “schedati” erano costantemente vigilati e venivano sottoposti a un vero e proprio controllo su ogni aspetto della loro vita con pedinamenti, perquisizioni domiciliari periodiche, controllo della corrispondenza e provvedimenti che andavano fino alla “sorveglianza speciale”, ai fogli di via, ai fermi, agli arresti e al confino, attuati anche solo come “misura cautelare” e talvolta “preventiva”. Un vero e proprio apparato repressivo di massa che giungeva fin nelle piccole realtà dei paesi di provincia e che criminalizzava il dissenso e i movimenti popolari fino a reprimerli nel sangue, a partire dalla mano di ferro del Bava Beccaris durante i moti di Milano del maggio 1898 fino alle torture e alle esecuzioni degli anni Trenta e Quaranta.
Un percorso nel passato che ci deve far meditare sulla repressione del dissenso oggi e sulle misure attuate nei confronti dei movimenti di protesta, di chi manifesta il proprio pensiero o di chi si oppone a politiche e scelte che penalizzano gli strati più poveri o fragili della società, compiute da una classe politica spesso corrotta. Misure, in parte, riferibili ai codici e alle leggi del Ventennio, che, se abusati, possono portare a una deriva autoritaria che invoca motivi di ordine pubblico, ma con il chiaro intento di tutela dell’interesse privato.
L’inaugurazione della mostra si terrà presso la sala consiliare del Comune di Oulx, Venerdì 13 marzo alle ore 18.00, con interventi di Paolo De Marchis Sindaco di Oulx, Renato Sibille Presidente ANPI Alta Valle Susa e Valentina Colletta Avvocato. Quest’ultima illustrerà come vengano applicate nel panorama odierno alcune “misure cautelari” a repressione dei movimenti di protesta.