IL CASO / di FABIO TANZILLI
OULX – Uno spreco da oltre 1,6 milioni di euro, con soldi pubblici – e dei cittadini – buttati al vento, ed un immobilismo politico evidente. Sono passati oltre 10 anni dall’inizio dei lavori, ma l’ostello comunale dell’ex Caserma Picco è ancora chiuso al pubblico. L’ultimo atto concreto sull’immobile, da parte dell’amministrazione De Marchis, risale al 2013 (ben tre anni fa), poi stranamente è calato il silenzio, e nessuno ne parla più. L’ex Caserma Picco doveva essere il “media center” dei Giochi di Torino 2006, successivamente “la casa dello studente”, ed infine un ostello da 4 piani e 22 posti letto, con una superficie totale di 310 metri quadri. Ma tutto tace.
La Regione aveva stanziato per il Comune 1,6 milioni di euro
Il palazzo è posizionato nel Borgovecchio del paese (a due passi dalla chiesa parrocchiale), in via Des Ambrois: per recuperarlo e destinarlo a ricettività para alberghiera, il Comune di Oulx – da oltre 7 anni guidato dal sindaco De Marchis – ha ottenuto un finanziamento della Regione legato alle opere connesse delle Olimpiadi di Torino 2006, il cui ammontare supera un milione di euro (esattamente 1,6 milioni). Nel febbraio 2005 – sotto l’amministrazione Cassi – era stato approvato il progetto esecutivo dei lavori, e a maggio erano stati appaltati alla prima ditta (la Enzo Parrini di Roma). Dopo pochi mesi, a dicembre, il contratto veniva sciolto, perché l’impresa non aveva mai fatto partire i lavori. Intanto arrivano le Olimpiadi, il media center rimane un miraggio, e la Caserma Picco rimane chiusa. Due anni dopo, nel 2007, i lavori vengono assegnati ad altre due ditte, in associazione temporanea di imprese: la Agf di Torino e la Tecnoimpianti di Druento, per un importo netto di 1 milione e 23mila euro.
Da 6 anni i lavori sono stati completati all’80%
Passano gli anni, il cantiere procede senza problemi e viene completato all’80%, ma 4 anni dopo, nel marzo 2011, il Comune prende atto del fallimento di una delle due ditte che stava ultimando i lavori (la Agf). “Tra 15 giorni il curatore dovrà firmare gli atti finali della procedura di fallimento, per definire le cose fatte e non fatte dalla Agf – diceva il vicesindaco Terzolo in un’intervista a La Valsusa nell’ottobre 2011 – una volta approvato questo documento, potremo affidare la parte restante dei lavori da fare ad un’altra ditta, a procedura negoziata. Rimane un 20 % di opere da realizzare nella Caserma Picco, ma il più è fatto: le sistemazioni interne, i pavimenti, gli impianti, ecc”.
In realtà sono passati 5 anni da quegli annunci, ma l’ostello comunale costato 1 milione di euro di soldi pubblici, non l’hanno mai aperto.
Misteriosamente, il Comune da 3 anni ha “dimenticato” l’immobile
Nel 2013 le opere già realizzate per aprire l’ostello vengono collaudate e approvate dai tecnici e dal Comune. Nell’ottobre dello stesso anno, per terminare quel 20% di lavori, la giunta De Marchis – su input del consiglio comunale – delibera l’avvio di una selezione pubblica per cercare un soggetto a cui cedere il diritto di superficie, a tempo determinato, dell’ex Caserma. La durata della concessione era di 40 anni, la destinazione d’uso rimaneva ricettiva e alberghiera, o comunque residence, residenze assistenziali per anziani, casa per ferie, ostello, ecc. In cambio, l’impresa interessata, avrebbe dovuto terminare i lavori. Insomma, nonostante l’80% dei lavori fossero completati, e nonostante si trattasse di un’opera olimpica per la quale il Comune di Oulx aveva già ottenuto 1,6 milioni di fondi regionali (poi ovviamente “congelati” e messi in perenzione, in quanto dopo anni non avevano mai finito i lavori), l’amministrazione De Marchis decise di non metterci più un euro per arrivare all’apertura dell’ostello, ma bensì di “tentare la fortuna”, cercando un privato disponibile a mettere i propri soldi per finire il cantiere e poi ad aprire e gestire l’ostello a Oulx. Il Comune decise di non investire neanche un euro, perchè “la realizzazione dell’intervento di completamento avrebbe comportato un onere amministrativo-contabile rilevante, ed insostenibile per il rispetto dell’obbiettivo di saldo finanziario”.
Simbolo di un fallimento
La scelta del Comune però si è rivelata un flop: a seguito di quella delibera dell’ottobre 2013, nessuna impresa si è fatta viva. Eppure, stranamente, il Comune non ha più fatto alcun tentativo. Anzi, da lì in poi, l’amministrazione De Marchis ha gettato la spugna e ha completamente dimenticato l’immobile, facendo finta che non esistesse più, anche se sono stati spesi un sacco di soldi pubblici per riaprirlo. L’ex Caserma Picco da quel momento è sparita da tutti gli atti amministrativi e su quel progetto non si trova più nulla: l’immobile è stato abbandonato a se stesso, come se nulla fosse, simbolo di un fallimento politico.
Al cittadino, non far sapere, che ne fa dei suoi soldi ( tasse), chi è al potere. Domanda da curioso: Ma i lavori – “collaudati ” – ; sono poi stati fatti a ” regola d’arte” ?
Ma dell’ essiccatoio di Singols nessuno ne parla? Li si che i soldi sono stati spesi bene .
Che pena,e che vergogna…
Anche la nuova tettoia da 20000 e più euro, attaccata alla casa, ex salesiana in corso ortigara, ( campo di calcio e tennis ), che sta andando a pezzi – la casa-; è un lavoro ben fatto!
Comunque festeggeremo i trentennale dei container , sacchi di calce e altra spazzatura alla Moretta vicino alla strada per andare a Cesana
E la pista di skate-board?
Ripensandoci: Forse e meglio che non sia finito; non corriamo il rischio che ce lo riempiano di ” ingegneri”,” che fanno i lavori che noi non vogliamo fare ” .