DALL’UNIONE DEGLI ENTI E DEI COMUNI MONTANI
L’aumento del gettito del pedaggio delle autostrade ancora una volta finisce per ignorare e penalizzare il territorio, i pendolari e i flussi turistici. L’Uncem rilancia la sfida ai concessionari delle autostrade, affinché prevedano un adeguato ritorno economico per le aree sulle quali insistono grandi opere viarie.
Una compensazione necessaria, a fronte degli importanti utili per le aziende che gestiscono le autostrade, in particolare nelle aree montane del Piemonte, attraversate dalla A32 per ben 63 chilometri (da Avigliana a Bardonecchia, oltre ai 13 chilometri del Tunnel del Frejus), dalla A6 per 20 chilometri (da Mondovì a Ceva), dalla A26 per 24 chilometri (da Meina a Gravellona Toce, oltre alla Statale Anas che conduce al Sempione), della A7 nella zona dello Scrivia e dalla A5 per 8 chilometri (da Quassolo a Carema).
Le opere viarie insistono infatti su un territorio che è il bene pubblico per eccellenza. Al pari del prelievo dell’acqua potabile dalle Terre Alte, dei canoni per l’escavazione e per le cave, è necessario impostare dei ritorni economici stabili per l’insistenza delle grandi infrastrutture nelle aree alpine.
Uncem vuole aprire un dialogo con le concessionarie che gestiscono valichi alpini e autostrade. Una minima parte dei loro utili deve essere destinata alle comunità locali. Le cifre parlano chiaro: sono oltre un milione i veicoli leggeri che transitano ogni anno sull’A32 e sei milioni i veicoli pesanti.
Le tariffe agevolate per i residenti non sono sufficienti per compensare la lingua di cemento e asfalto che corre lungo la valle. Alcuni amministratori hanno proposto anni fa di destinare parte del pedaggio al territorio montano. Una percentuale da concordare, da destinare a interventi ambientali e per lo sviluppo.
Questo permetterebbe migliore vivibilità, maggiore sussidiarietà tra imprese, enti locali e cittadini residenti nei Comuni di tutte le aree montane piemontesi e italiane attraversate da autostrade. Servono una gestione razionale e sicura dei trasporti nel contesto di una rete integrata, coordinata e transfrontaliera.
DALL’UFFICIO STAMPA DEL CONSIGLIERE REGIONALE NADIA CONTICELLI
Le autostrade giocano un ruolo importante per lo sviluppo del territorio. Lo confermano i primi dati 2017, soprattutto rispetto alle zone del Piemonte che mirano a potenziare la vocazione turistica. La gestione delle autostrade quindi é strettamente interconnessa con le politiche del territorio e il futuro passa necessariamente attraverso una azione sinergica, come sollecitato a piú riprese anche dall’Uncem. Ne sono convinti i consiglieri regionali piemontesi Nadia Conticelli e Paolo Allemano con le deputate Chiara Gribaudo e Paola Bragantini.
“È necessario condividere la manutenzione del territorio, col coinvolgimento degli enti locali, facendo ricadere direttamente parte dei maggiori entroiti in opere di manutenzione e messa in sicurezza – spiegano deputate e consiglieri regionali – lo sforzo economico maggiore per incrementare il flusso turistico e mettere in sicurezza il territorio viene messo in campo dagli enti territoriali, Comuni in testa”.
Le concessioni, dato che siamo in fase di rinnovi e nuovi bandi di gara, “prevedano che una percentuale congrua degli introiti dei caselli ricada sui territori”, ribadiscono Bragnatini, Gribaudo, Conticelli e Allemano.
Per quanto riguarda le grandi aree urbane invece le politiche tariffarie devono agevolare l’utilizzo delle grande arterie tangenziali, come quella di Torino, e non penalizzarle con doppi pedaggiamenti. “Una politica che si muova su questo doppio binario favorirebbe la manutenzione dei territori, soprattutto montani e collinari, la sostenibilità ambientale e una mobilitá davvero al servizio dello sviluppo di tutte le aree della nostra Regione.
Alla ripresa dei lavori – proseguono – a Palazzo Lascaris, a settembre, depositeremo specifici ordini del giorno in tal senso a Palazzo Lascaris e a Montecitorio”.