“AlpsMoto.Tours” è il nome del progetto triennale che verrà avviato dall’estate e dedicato agli oltre 20 mila turisti motociclisti, attirati dagli 800 chilometri ed oltre di strade militari in Valsusa, per un fatturato di 2 milioni di euro.
“Una iniziativa delle imprese per accogliere il turismo delle due ruote, valorizzare il patrimonio unico del territorio delle Valli di Susa e dei suoi 2.000 anni di storia, fra strade militari d’alta quota, fortificazioni, 3 colli Alpini a cavallo con la Francia, oltre 800 chilometri di sterrati fino a 3.000 metri, con la più lunga strada in cresta delle Alpi”, spiegano gli organizzatori.
Si tratterebbe di nuovi pacchetti turistici in Valle di Susa, pensati proprio per i bikers: l’Ascom di Susa in collaborazione quella di Torino e con il sostegno della Camera di Commercio hanno presentato il prodotto ieri a Torino, spiegando che sarà un’offerta specializzata e di marketing territoriale: saranno creati una carta dei servizi e dei pacchetti di soggiorno e fruizione del territorio, oltre ad apposite guide su due ruote, dedicate alle strade militari, le mulattiere e le vie asfaltate del circuito di alta quota della Valle.
Con un ticket che si dovrebbe aggirare tra i 6 e gli 8 euro, i motociclisti potranno godersi il viaggio in Alta Valsusa e contribuire così, nello stesso tempo, a reperire i fondi necessari alla manutenzione delle strade di montagna.
Se serve per dare nuova vita a questo patrimonio ben venga.
Mulattiere e strade militari sono un patrimonio vulnerabile da salvaguardare, che mal sopporta le ruote tassellate. Adatto per un turismo a basso impatto. Sono itinerari lastricati a mano con muretti a secco anch’essi fatti a mano e gli eventuali ripristini verrebbero a costare carissimi, molto di più dei proventi del pedaggio. AGli enduristi tedeschi e svizzeri che da loro non possono mettere gli pneumatici fuori dall’ asfalto ma che da noi vengono a portare gli euro possiamo lasciare gli sterrati ormai compromessi come quello del Sommelier o l orribile sterrato che dallo jafferau scende ai bacini sopra Bardonecchia lungo le piste da Ski.
E’ ormai chiaro, che per l’Itaglia , con l’aiuto degli itagliani; c’è un progetto atto a riempirci di mer+a.
Da sempre ho frequentato le strade delle valli Susa e Chisone con una enduro Yamaha XT 600. Sempre nel massimo rispetto per le fragili strade in sterrato e mai uscendo da esse . Una sola volta ho incontrato alla testa Assietta un guarda boschi che ha fermato , come me, tutti i motociclisti che arrivavano . Ha fatto una ramanzina non da poco ed ha elevato contravvenzione a tutti gli altri che avevano avuto comportamenti demenziali . Poi davanti a tutti mi ha detto : “lei vada pure” lasciando di m. tutti gli altri . Questo è uno dei comportamenti che generalizzati mitigherebbero le velleità di molti NON motociclisti . Comunque un tiket da far pagare a chi vuole percorrere quelle strade mi pare più che utile non disgiunto da controlli sui comportamenti e relative sanzioni anche pesanti .
la TAV no….ma le moto, silenziose, ecologiche, rispettose per niente inquinanti, si. Va che siete ben strani in valdisusa !!
Io sono sempre andato in montagna con moto,fuoristrada e anche a piedi. Se una persona e’ rispettosa per se stesso lo e anche x gli altri, le strade militari d’alta quota devono essere aperte al traffico motorizzato ma se poi qualcuno esce da queste per andare nei prati o a lasciare segni altrove deve pagare! Tutto sta’ nel regolamentare la cosa e non fare di tutta l’erba un fascio, il turismo motorizzato in questa valle porta dei soldi che ne ha tanto bisogno non si puo’ vivere solo di sci 3 mesi all’anno! Chiudendo tutto inoltre si dimentica un bel pezzo di storia militare poiche’ le strade crollano e non esistono piu’. Nella nostra valle ci sono molte cose che inquinano di piu’ delle moto come tir, treni,cantieri inutili ecc… ma questo le guardie ecologiche o ambientali fanno finta di non vedere e non sapere! Riccardo da Cesana