di MARCO CERUTTI (amministratore della Dedalo srl – Impianti del Frais)
Egregio direttore,
per amor del vero mi è d’obbligo replicare al signor sindaco ed ai post di alcuni suoi lettori.
Lo scrivente, in rappresentanza degli investitori, relativamente alla lettera del sindaco pubblicata la scorsa settimana intende effettuare per amore di verità, alcune doverose precisazioni.
Alla domanda fatidica “Ma allora di chi è la colpa?”…la risposta, come in molti casi, non è una sola…la ragione sta nel mezzo.
Dedalo, dal 1951 ad oggi ha speso il proprio patrimonio dando garanzia e continuità di servizio all’attività turistica, mantenendo in vita la frazione Frais, oltre ad essere stato tra i maggiori contribuenti del Comune di Chiomonte. Spesso contro principi economici e senza mai ricevere alcun aiuto o contributo pubblico.
Nessuna accusa, di malafede o altro, è stata fatta da parte nostra verso il signor sindaco o all’amministrazione, né tanto meno mi arrogo, blasfesamente di citare sua santità papa Francesco.
È stato solo denunciato e descritto lo stato dell’arte, che rischia di diventare irreversibile.
È stato proprio il sindaco, con la lettera ufficiale di protocollo in uscita dal Comune (n. 4443 del 13/10/2016) a richiedere alla società di Roma Acs di farsi carico – tra l’altro oneroso, visto che questa società non dispone di aiuti da parte della Compagnia Sanpaolo – di una fase ricognitiva al fine di poter sviluppare il progetto già presentato mesi prima.
Nello specifico, citando testualmente la lettera, il sindaco chiedeva di “farvi carico in questa fase, di una ricognizione degli elementi presso le istituzioni ed enti di cui in premessa che, integrata con gli elementi di Vostra competenza, il più definiti possibile, Vi consenta la predisposizione di un documento ad integrazione della proposta da Voi avanzata, sulla scorta del quale l’Amministrazione che ho l’onore di presiedere possa avviare, quanto meno in via preliminare, l’esame della vostra ipotesi allargata, se del caso, al più ampio scenario in cui si colloca, con le conseguenti ricadute su un eventuale conseguente processo progettuale e decisionale…”.
Premesso tutto questo, nel mese di gennaio 2017 il rinnegato progetto presentato dalla società Acs (sottolineo che si è trattato di un progetto richiesto dal Comune, oggi stranamente rifiuto) fu integrato dalla relazione” ricognitiva” a cura di uno stimatissimo professionista incaricato della concertazione con il Comune.
Una relazione non generica, come neppure il progetto lo è, ma originalissima, completa di fondate analisi di fattibilità, di ricadute economico occupazionali, propedeutiche alle richieste formalizzate del sindaco il 13 ottobre 2016.
Inoltre gli investitori misero nelle mani del sindaco (sono documenti pubblici protocollati) tutta una serie di soluzioni, a quanto pare mai considerate, pur avendole espressamente richieste.
Non sono veritiere le affermazioni riguardo ad incontri con le istituzioni ed incontri avvenuti con gli investitori, dove il sindaco – anche se invitato – non si presentò.
Imprend’oc che prima getta il sasso e poi nasconde la mano, senza titolo né la necessaria professionalità, presenta progetti a casa di altri senza aver neppure l’educazione di provare a condividerlo, senza neppure imbastire un’ idea riguardo la gestione: poi si contraddice affermando di non essere interessata e di voler rilanciare il paese con le famose terme…mentre a Chiomonte servirebbe qualcuno che si adoperasse per ottenere l’uscita autostradale.
La gestione di un’area sciabile è una cosa seria, difficile ed impegnativa, dove non ci si improvvisa.
I commercianti e i piccoli proprietari d’immobili del Pian del Frais (che versano l’Imu al Comune ad una aliquota tra le più alte d’Italia) fanno bene ed hanno ragione a manifestare il proprio malcontento, associandosi per essere ascoltati.
Oggi loro sono la parte lesa, i soggetti maggiormente danneggiati da una evidente battaglia personale dell’amministrazione. Come già evidenziato dalla minoranza nella delibera del consiglio comunale (la n. 20 del 14/4/2016) in cui segnalavano: “l’operazione prospettata dalla delibera in esame (costruzione della nuova seggiovia Scoiattolo ndr) pare avere uno scopo ben preciso. Quello di eliminare un concorrente, con metodi che sono più tipici dell’imprenditoria privata d’assalto (…). Assistiamo ad un’azione di un ente pubblico che rinuncia al suo compito istituzionale: quello di favorire lo sviluppo economico del territorio, coinvolgendo gli operatori economici e gli imprenditori del territorio stesso”.
Inoltre mi domando perché accanirsi su un soggetto privato, quando il Comune ha realizzato con soldi pubblici impianti non strategici, difficili da gestire, molto onerosi, laddove era stato sconsigliato.
Oggi la pubblica amministrazione di Chiomonte vuol ricommettere lo stesso errore, ma un ulteriore sperpero di denaro pubblico va denunciato.
Il Frais oggi chiuderà perché non ci sono né i presupposti né tanto meno le condizioni di continuità: l’unico responsabile è l’attuale amministrazione comunale di Chiomonte, che ha fatto di tutto per creare questi presupposti.
Da parte nostra questo è un segnale di serietà verso i fruitori della località: una comunicazione, oltre che un grido di allarme lanciato alla politica.
Infine va ricordato come la passata trattativa di compravendita, avviata dal Comune in passato, si sia rivelata una grossa farsa da parte dell’amministrazione comunale, della quale peraltro Silvano Ollivier era vice sindaco: quindi non era un soggetto estraneo o non informato, ma parte molto attiva e presente della negoziazione stranamente fallita.
Curioso dover constatare – a nostro avviso e a quello degli esperti – che questa amministrazione, seppur palesemente in contrasto con quella del passato (vedi l’articolo sulle denunce fatte all’ex sindaco Pinard) sul progetto Frais prosegua sulla stessa linea, non idonea, di quella precedente.
I danni futuri che questa condotta potrebbe creare sono enormi. Pensiamo anche solo alle proprietà immobiliari, la cui perdita di valore è stimabile in decine di milioni di euro nella frazione Frais, case che diverranno invendibili, che continueranno a pagare IMU sul valore catastale, con aliquote tra le più elevate.
A nostro avviso però vi sarebbero ancora le condizioni per dare certezze e garanzia di continuità e sviluppo futuro.
Come?
Crediamo che il futuro debba passare attraverso una grande società mista alla quale partecipino tutti i soggetti pubblici presenti sul territorio che direttamente e indirettamente traggano interessi (comuni limitrofi a Chiomonte ad esempio), al fine di creare uno scenario turistico ed economico di interesse percorribile per i soggetti privati, che dovranno attuare una politica di investimenti atti allo sviluppo del territorio stesso, così come avviene nella vicina Francia o in Trentino Alto Adige.
È evidente che il territorio sta cercando di riconvertirsi da industriale a turistico. Personalmente credo che ne abbia tutte le caratteristiche, ma serve un punto di partenza condiviso, condivisibile e di immagine.
Questo scenario può concretizzarsi attraverso lo sfruttamento del polo sciistico del Pian del Frais, perché lo sci è uno sport di massa, in crescita, che porta e muove la gente, quindi i grandi numeri di cui il turismo e i bilanci hanno bisogno.
L’unione di tutti i comuni interessati, sotto forma di società mista pubblico-privata, in concertazione ed associazione con alcuni soggetti privati locali interessati, così come già avviene in Alta Val Susa, permetterebbe la creazione di un soggetto giuridico in grado di realizzare un polo turistico di medio livello, per famiglie, che farebbe ripartire un economia in letargo.
Forse le mie idee mi spingono un po’ troppo oltre, ma potrebbe essere questa una tra le poche valide serie argomentazioni di natura politico – economico – istituzionale, di impiego dei fondi di compensazione Tav per creare posti di lavoro e reddito.
Un ultimo appunto nel segno di “volere è potere”: signor sindaco, il futuro può essere migliore “creando” e non distruggendo o giudicando…sicuramente abbandonando retaggi che appartengono al Medioevo. Quando si ricoprono cariche pubbliche e istituzionali, le responsabilità vanno assunte e non scaricate al prossimo, altrimenti si rimette il mandato elettorale.
Domanda: Non è che gli impianti del Frais ,sono nati ad uso della speculazione edilizia degli anni d’oro, e che si sapeva fin dall’inizio, che alla fine , sarebbero stati chiusi perché non redditizi ? Adesso; quelli che hanno comprato gli alloggi a prezzi esorbitanti, rischiano di ritrovarsi con un pugno di mosche ? Forse , sarebbe utile , chiamare in causa chi a suo tempo ha speculato?
e cosa risolveresti?
d’altra parte si potrebbero anche chiamare in causa i cambiamenti climatici per colpa dei quali si sono ridotte le nevicate, e quindi la possibilità di sciare al frais….
Buona lettura ai Chiomontini e Segusini interessati alla compensazioni CIPE, pardon TAV.
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Data Titolo Corte dei Conti Gazzetta Ufficiale Visualizza testo
19/07/2013 Delibera Num. 42
ART. 128 DEL DECRETO LEGISLATIVO 12 APRILE 2006, N. 163: PROGRAMMA TRIENNALE OPERE PUBBLICHE 2013-2015 DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI – DIPARTIMENTO PER I TRASPORTI TERRESTRI, LA NAVIGAZIONE E ED I SISTEMI INFORMATIVI E STATISTICI
Data: 12/09/2013
Numero: 214
Tipologia: ORD
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