PRAGELATO – È lo specchio dell’identità culturale e sociale di un paese di montagna ricco di storia. È il Museo del Costume e delle tradizioni delle genti alpine di Pragelato, nato nel 1997 in occasione dei Campionati mondiali di sci alpino. Dopo alcuni anni di allestimento provvisorio nel borgo vecchio di La Ruà, dal 2002 la collezione museale è ospitata in una sede in borgata Rivet, acquistata e restaurata dall’amministrazione comunale pragelatese. La puntata di questa settimana delle “Storie metropolitane”, che la Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino racconta con i reportage televisivi che vengono pubblicati nel canale Youtube dell’Ente, è dedicata al ventennale dell’allestimento del Museo del Costume, festeggiato sabato 22 luglio dai pragelatesi e dai villeggianti più affezionati alle tradizioni culturali e materiali dell’alta Val Chisone. Come ha spiegato Grazia Clapier, Consigliera della Fondazione Guiot Bourg, che gestisce il Museo, “tutto è nato nel 1984 da un’idea dell’allora Sindaco di Pragelato, l’ingegner Gabriele Bermond, che istituì la nostra Fondazione con una deliberazione della Giunta comunale. Fu un lascito del dottor Giuseppe Guiot Bourg, per molti anni medico condotto a Pragelato, a porre le basi economiche per la nascita dell’istituzione culturale, che, grazie all’aiuto dei pragelatesi, iniziò a raccogliere gli oggetti di uso comune e i meravigliosi costumi tradizionali. Tutti gli oggetti esposti nel Museo sono stati donati dai nostri concittadini”. In occasione dei Campionati Mondiali di sci alpino a Sestriere nel 1997 nella sala consiliare del Comune e in una sala parrocchiale vennero esposti scialli, cuffie, nastri, costumi e oggetti della vita quotidiana tra la fine del XIX e i primi decenni del XX secolo. Durante le Olimpiadi Invernali di Torino i visitatori poterono apprezzare il Museo nel suo allestimento definitivo: fu un’occasione di promozione turistica e culturale impensabile soltanto qualche anno prima, considerando quante migliaia di appassionati del salto con gli sci e dello sci nordico frequentarono Pragelato tra il 10 e il 26 febbraio 2006. Il ventennale del Museo è stato celebrato il 22 luglio scorso con uno spettacolo di musiche e danze occitane e con l’inaugurazione di una mostra dedicata alle fontane storiche delle borgate di Pragelato. Nei suggestivi spazi dell’ultracentenaria Casa del Sarto, il museo raccoglie e illustra la natura e la funzione di una serie di oggetti d’uso quotidiano in casa e sul lavoro, presentati in differenti ambienti: la stalla, la cucina, la camera da letto, il fienile, la cantina e il caratteristico “croutin”: ambienti in cui si respira il passato e si rivivono scene di vita quotidiana emblematiche della laboriosità della gente di montagna e della sua propensione alla vita comunitaria. Nel museo si trovano anche la biancheria per la casa, gli abiti da lavoro e per i giorni di festa e la collezione di antichi costumi tradizionali, che hanno assunto le loro attuali caratteristiche e forme attraverso la progressiva sovrapposizione della cultura savoiarda francofona alla preesistente cultura escartonese francofona provenzale alpina. L’evoluzione maggiore avvenne nel XIX secolo, con le stoffe più leggere in cotone, i nastri, i pizzi e i ricami a colorare e arricchire gli austeri costumi montanari. Particolarmente ricco è poi il corredo di accessori e gioielli in oro: spille, orecchini e, soprattutto, croci. Il museo è anche il punto di partenza dei percorsi diretti alle suggestive e caratteristiche frazioni, con i forni per la cottura del pane, le antiche fontane e le meridiane: veri e propri itinerari culturali alla riscoperta della saggezza antica. Sulla facciata del museo, in occasione delle Olimpiadi del 2006, l’associazione “Horologium” ha realizzato un grande quadrante solare, che è diventato una sorta di insegna del museo. La struttura principale del quadrante è sostituita dalla figura di una mamma, a dimensione naturale, vestita in un antico costume da festa. La figura femminile è affiancata da un ragazzo. Quest’ultimo ha ai piedi un paio di sci originali, che sono stati tagliati e che, opportunamente affiancati, creano una lama di luce la cui punta è lo gnomone dell’orologio. Le due figure, inserite in un paesaggio alpino, sono inscritte nella sagoma della “toque”, la caratteristica cuffia colorata della donna pragelatese, evidenziata in rosso, elemento visivo essenziale e “marchio” della comunicazione del museo. “Pezzo forte dell’allestimento museale, – come ci ha spiegato Marina Satta, una delle guide che accompagnano i visitatori, – è l’abito che le donne di Pragelato indossavano il giorno delle nozze e nelle cerimonie più importanti della vita religiosa e sociale. Il grembiule, lo scialle e il nastro sono in seta, importata da Lione. In capo le donne indossavano la cuffia detta barèt. Nei giorni di lavoro si indossava invece un costume più semplice, composto da un grembiule e da uno scialle in cotone”. Per informazioni e prenotazioni delle visite guidate al Museo del Costume si può contattare la Fondazione Guiot Bourg, al numero di telefono cellulare 348/4434357 o scrivere a biblioteca.guiotbourg@gmail.com
PRAGELATO, IL MUSEO DEL COSTUME: STORIA E TRADIZIONI ALPINE
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