SACRA DI SAN MICHELE, ALTIERI È LA NUOVA PRESIDENTE DEI VOLONTARI: “ECCO COSA FAREMO”

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di MARIO RAIMONDO

L’Avosacra, l’associazione dei volontari della Sacra di San Michele, ha un nuovo Consiglio Direttivo ed una nuova Presidente. Si sono infatti svolte , alla fine del mandato della Presidente uscente, Cristiana Aletto, le elezioni per i nuovi organi sociali  del associazione che ha distribuito le cariche per il biennio 2015/2016. Il Consiglio Direttivo uscito dalle urne risulta composto da Gino Cerutti , Emy Bugnone, Luca Ardemagni, Bruno Fiore, Flavio Maritano, Michele Bonaudo, Daniela Gianotto e Pietro Bussio. Revisori dei conti sono stati eletti Patrizia Stegani, Fabrizio Maritano e Silvio Amprino.

Il Collegio dei Probiviri sarà composto da Santina Andolina e Delia Portigliatti. Presidente dell’associazione è stata eletta Giorgina Altieri. Insegnante della Scuola Primaria, amante dell’arte e della storia nei mille rivoli in cui questa si suddivide , amante della Sacra, per la quale ha ideato e pubblicato un gioco didattico per le scuole, la nuova Presidente è anche una scrittrice. Ha infatti pubblicato due libri fantasy a fondo storico per ragazzi che trattano rispettivamente la storia del Canavese e le condizioni che portarono alla nascita del Museo Egizio di Torino. Ed ora l’esperienza alla guida dell’associazione di Volontari che cura il monumento simbolo del Piemonte. Alla nuova presidente per ‘Valsusa Oggi’ abbiamo posto alcune domande:

Signora Altieri, la Sacra di San Michele come centro di pellegrinaggio: quanti sono i pellegrini, come si svolgono i pellegrinaggi, e com’è cambiato nel tempo il flusso di persone alla Sacra?

“Escludendo il pellegrinaggio in epoca medievale, che meriterebbe una trattazione a parte  e di cui al limite possiamo ricordare 2 aspetti: l’aspetto elitario dell’ospitalità offerta dalla Sacra ai pellegrini in transito per altre mete ed il culto popolare riservato dalle popolazioni circostanti alla figura di San Giovanni Vincenzo che la Sacra aveva cercato di far proprio nonché quello proprio verso San Michele si può dire che l’attuale flusso di visitatori  sia difficilmente scindibile  nelle due valenze. Giungono bus  e notevoli numeri di autovetture che portano indifferentemente devoti pellegrini così come semplici turisti o amanti della cultura. Sopravvivono alcuni esempi di devozione locale con processioni e fiaccolate organizzate dalle comunità di fedeli dei comuni vicini in occasione di particolari ricorrenze. Il flusso di visitatori, a partire dalle prime rilevazioni possibili grazie all’introduzione del biglietto di ingresso nel 1997, è variato negli ultimi anni partendo da  72.000 unità  fino ad arrivare a punte ben superiori ai 100.000 in occasione di eventi particolari come giubilei o ostensioni della Sacra Sindone a Torino ecc.  Trasmissioni televisive ed articoli di giornali hanno incrementato le visite provenienti da tutta Italia, ma ultimamente si sono intensificate le presenze  di persone provenienti dall’est Europa che si sono  aggiunte a quelle consolidate provenienti da Francia, Germania, Olanda ecc.   Si segnalano anche visitatori extracontinentali provenienti dalle Americhe e dall’Asia”.  

La Sacra di San Michele all’interno della via Micaelica: cosa si intende per via Micaelica? Esiste un progetto di rivalorizzazione? Esistono pellegrini in merito?

“SI presume esistesse una via o cammino micaelico che collegava i maggiori santuari dedicati all’Arcangelo  dell’epoca medievale ovvero Monte Sant’Angelo in Puglia, La Sacra di San Michele e Mont Saint Michel in Normandia (cui si possono aggiungere le mete minori di Couxa sui Pirenei e Le Puy/Aiguilhe nell’Alta Loira)   Gli stimoli a riscoprirlo sono stati forniti da una Associazione normanna  “Les Chemins de Saint Michel”  costituitasi anni addietro per studiare e  valorizzare gli itinerari pedestri che portavano a Mont Saint Michel e che poi ha ampliato i suoi  orizzonti fino a promuovere la riscoperta dei vari percorsi micaelici europei da potersi poi candidare come  “itinerario culturale del Consiglio d’Europa”. Grazie a tale associazione diverse realtà istituzionali e di volontariato culturale hanno cominciato a dialogare ed a lavorare per definire degli itinerari che ricalcassero gli antichi percorsi.  Incontri si sono dunque tenuti in Normandia, in Puglia, a Couxa, a Le Puy en Velay nonché alla Sacra ottenendo anche il risultato di una conoscenza reciproca con previsione di realizzare progetti comuni; recentemente la Sacra e l’Associazione Volontari hanno siglato con alcune di queste realtà una carta di intenti che impegna a proseguire sul percorso intrapreso.  Per quanto riguarda il pellegrinaggio ai giorni nostri da qualche anno si cominciano a vedere  i primi sparuti pellegrini che percorrono a piedi o in bicicletta  gli itinerari che legano i santuari citati ma tutto lascia supporre che grazie all’azione delle realtà sopra menzionate il numero debba senz’altro aumentare pur senza insidiare i record di percorrenza verso Santiago”.

La sacra di San Michele come centro di culto e di cultura: attività spirituale, accoglienza, attività padri rosminiani da un lato e monumento simbolo del Piemonte e importanza culturale della Sacra. Questa  duplice essenza della Sacra è difficile da far coesistere? 

 “Dopo alcuni anni di relativo oblio e di un’affezione ristretta, quasi intima da parte delle comunità ubicate negli immediati dintorni, con gli stessi Padri Rosminiani che avevano lasciato a custodia del monumento un solo loro sacerdote anziano, è stato proprio un sussulto di coscienza e impegno da parte di  alcuni membri di dette comunità unito alla fortunata coincidenza temporale, all’inizio degli anni ’90,  dell’arrivo alla Sacra, come rettore,  di una figura Rosminiana dotata di grandi visioni e buone capacità manageriali quale fu Padre Antonio Salvatori  che si ebbe il grande risveglio dell’edificio di cui oggi si notano i frutti. Il momento risultò poi ancora più favorevole allorché l’intraprendenza di Padre Salvatori trovò intelligente ascolto  e validissimi interlocutori sia tra i funzionari della Regione Piemonte e delle Sovrintendenze sia tra alcune personalità politiche di rilievo della Regione stessa: il tutto sfociò nella delibera che nel ’94 nominò la Sacra “Monumento Simbolo del Piemonte” ed in una serie di interventi di restauro e promozione  capaci di proiettare l’antica Abbazia nel terzo millennio. L’attuale realtà vede la coesistenza tra aspetto turistico, culturale e religioso pur con la difficoltà che tale approccio comporta. Questa coesistenza si realizza  perché tutti gli attori coinvolti (la comunità religiosa con i volontari che la coadiuvano e la Regione Piemonte) sono convinti che nessun aspetto deve escludere o penalizzare gli altri pena lo sminuire le immense potenzialità dell’edificio millenario. Dunque si hanno funzioni religiose, ritiri spirituali, accoglienza di singoli e gruppi (scout), una serie di convegni con cadenza annuale spesso di valenza internazionale, attività concertistiche ed orari di apertura che permettono ai 90 – 100.000 visitatori annui di godere delle meraviglie architettoniche e paesaggistiche del luogo”.

Il rapporto con il territorio: la sacra di San Michele è un luogo di attrattiva che valorizza il territorio circostante? Come vengono accolti i pellegrini-turisti? C’e’ una ricaduta di visibilità sul territorio e una ricaduta economica? Esistono attività culturali legate alla sacra? Se si’ quali?

“Fatta salva l’obiettiva “separatezza” della Sacra che la stessa posizione orografica dell’edificio, posto sull’alto di una montagna, pone in massima evidenzia e tenuto conto dell’ italica  connaturata incapacità di “fare sistema”, si assiste recentemente ad un tentativo di creare più saldi collegamenti tra le realtà turistico/culturali circostanti in special modo valligiane.  Grazie agli stimoli di una realtà costituitasi qualche anno addietro “Tesori d’Arte e Cultura Alpina” Sì è cominciato a partecipare a dialoghi il piu’ possibile costruttivi con altri “beni faro” quali l’Abbazia di Novalesa, il forte di Exilles, il Museo Diocesano di Susa o la città di Avigliana con i suoi laghi ed il centro medievale. Molto spesso bus provenienti da tutta Italia e dall’estero visitano la Sacra e contemporaneamente visitano i punti di eccellenza turistica in Torino o nella valle.  I circa 100.000 visitatori l’anno vengono accolti cercando di fornire loro un supporto alla visita consistente in volontario/guida nei giorni festivi ed in opuscoli multilingue in tutti i giorni di apertura. Singole persone  vengono ospitate per qualche giorno per momenti di ritiro spirituale così come gruppi scout vengono alloggiati, sia pur in modo spartano, in una piccola foresteria.   Come attività culturali si ricordano i convegni annuali, l’organizzazione di mostre e la stagione concertistica estiva. La scarsa ricettività alberghiera posta peraltro non nelle più immediate vicinanze gode talvolta della presenza dei visitatori della Sacra così come gli esercenti attività di ristorazione.  In occasione dei convegni di maggior richiamo ovviamente la Sacra si avvale del supporto delle strutture alberghiere della zona per ospitare relatori e studiosi”.

 Il ruolo della’associazione AVO dei volontari: chi sono, quanti sono, com’e’ nata, da quanto tempo, come opera, finalità, quali attività?

L’Associazione Volontari Sacra di San Michele nasce nel 1993 sull’onda di preesistenti esperienze  di volontariato e grazie alla spinta innovativa del rettore Rosminiano dell’epoca: Padre Antonio Salvatori.  Il rettore riesce a portare alla luce, in modo organico, l’affetto e la voglia di rivalorizzare un edificio tra i piu’ singolari in Europa che molte persone  della Valle percepivano in modo più o meno latente.  Caratteristica di questa Associazione è la diversa estrazione sociale dei soci così come variegate sono le attività in cui si  è impegnata.  Nel corso degli anni si sono intrecciate le attività culturali quali lo studio dell’edificio e della sua storia, l’organizzazione di corsi di formazione annuali,  la catalogazione di alcune migliaia di volumi della biblioteca con la gestione della sua apertura al pubblico, la conduzione di visite guidate su delega dei Rosminiani, l’organizzazione di convegni, la pubblicazione di guide ecc. alle attività pratiche tese a creare le condizioni ottimali per permettere la sopravvivenza dell’edificio e della comunità ivi residente mediante: opere di piccola manutenzione, pulizia straordinaria, gestione di rinfreschi in momenti conviviali e di rappresentanza, lavori manuali in genere  in occasione di convegni, concerti o accoglienza. I soci sono stati, nei vari anni, spesso superiori ai 300 mentre ora sono all’incirca 260 di cui una settantina attivi nei vari campi.  La finalità principale resta comunque , pur mantenendo una rigorosa aconfessionalità,  quella di supporto alla comunità Rosminiana residente  nella gestione dell’edificio. Il tutto con l’obiettivo di non sottrarre posti di lavoro ma di porre le basi perché  se ne creino di nuovi (in effetti dall’inizio dell’attività maggiormente strutturata alla Sacra si è passati da 2 dipendenti a 8)”.

L’associazione dei volontari si costituisce come un’occasione di aggregazione per la popolazione locale? Perché? Come?

“Stante l’alta capacità di attrazione di un luogo come la Sacra i Volontari provengono in realtà da un bacino piuttosto ampio che va da Susa fino a Torino e la sua cintura andando quindi oltre ai tradizionali bacini di affezione costituiti dalle comunità limitrofe di S.Ambrogio, Chiusa S. Michele e Valgioie.  Come già detto l’estrazione sociale dei volontari è discretamente variegata  e probabilmente solo un posto così singolare riesce a radunare sotto le sue mura una tal varietà di uomini e donne che sembrano provare autentico piacere nell’operare insieme in un simile contesto senza far caso al maggiore o minore prestigio dei ruoli di volta in volta ricoperti.  Questo concreto affetto per la Sacra viene poi irradiato da ciascun volontario una volta che questi ritorna nella sua comunità”.  

Qual e’ il legame dell’associazione con il territorio e le istituzioni del territorio locale? Attività con altre associazioni, parternariati con Regione, comuni…

“Negli anni l’A.Vo Sacra ha avuto diverse occasioni di interloquire con rappresentanti della Regione Piemonte o dei comuni limitrofi.  Ultimamente, come detto sopra,  s’è instaurato un dialogo con realtà locali che tentano di “fare sistema” per quanto riguarda la gestione del turismo culturale Valsusino così come sono stati stretti legami con realtà associative o istituzionali transalpine nell’ottica di ricreare un collegamento tra le realtà micaeliche.  In alcuni casi A.Vo.Sacra ha rappresentato la Sacra quando ne riceveva la delega da parte della comunità religiosa gerente.  Per i suoi momenti formativi l’A.Vo. Sacra s’è avvalsa di persone provenienti dal mondo universitario torinese e non solo  oppure da altre realtà culturali/associative.  Non va dimenticato che molti volontari dell’A.Vo.Sacra fanno parte contemporaneamente di realtà associative dei relativi paesi di residenza.”

Progettualità futura dell’associazione di volontari e proposte. Ne  formulerete di nuove?  

“Rivestendo un ruolo si mero supporto  nei confronti della comunità religiosa gerente il monumento i progetti di un certo impegno vengono scelti ed amministrati da detta comunità con il proprio personale e la nostra Associazione si limita a fornire supporti logistici ed operativi pur se associati talvolta a piccole consulenze vissute come esperienza di collaborazione fattiva. Per quanto riguarda l’Associazione  oltre a ripromettersi di continuare a supportare la già impegnativa quotidianità della vita alla Sacra intende rivolgersi ad aspetti particolari della fruizione dell’antica Abbazia. E’ di questo periodo l’impegno dei Volontari dell’ A Vo Sacra per migliorare l’accesso dei non vedenti con apposita formazione di alcuni membri e realizzazione di supporti ad hoc. Con lo stesso spirito  si pensa di proseguire con visite particolari o a tema da distribuirsi nel corso dell’anno.  Immaginiamo inoltre, nel futuro, la prosecuzione dei contatti finora mantenuti con le realtà micaeliche europee”.

 

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