di ALFREDO MONACO (Presidente gruppo consiliare regionale “Scelta per Fare“)
SANGANO – Fra pochi giorni scade la proroga concessa e la famiglia dei “ragazzi” fragili del “Colibrì” di Sangano rischia di essere smembrata, vittima di decisioni dai connotati sospetti occultate nelle nebbie delle regole burocratiche.
Le fragilità degli ospiti del Colibrì, ospitate nell’ex polveriera di Sangano, devono essere tutelate e protette avendo come riferimento primario il bene di quelle persone che trova la sua prima ragione nel sentirsi in famiglia semplicemente così come si trovano oggi, e cioè insieme. Si aggiunga che oggi sono accolti ed amati dalla comunità sanganese.
Il direttore del distretto Occhi, ed i suoi responsabili di settore, chi conta nel CONISA, l’Ente Assistenziale dell’Unione Montana, smettano gli abiti dei grigi burocrati al servizio delle logiche dei costi e dei servizi che più convenienti e provino ad immaginare se toccasse a loro essere sradicati dalla propria casa, divisi dai propri affetti, dalla propria famiglia, in una condizione di estrema fragilità come quella dei “ragazzi del Colibrì”, ed usino il cuore. E lo stesso cuore lo usino quegli amministratori della Valsangone che giocano agli immobiliaristi cercando di “piazzare” qualche bene in disuso all’Unione dei Comuni, avendone un beneficio economico.
Le soluzioni che lascino integra la famiglia dei ragazzi fragili del Colibrì ci sono, basta volerle ed accantonare interessi che nulla hanno a che fare con il bene di quelle fragilità. I servizi sociali in Val Sangone sono di assoluta eccellenza e potrebbe essere un modello da imitare ed esportare piuttosto che limitarlo verso un più basso livello di risposta.