La riduzione dei servizi sanitari e la progressiva “morte” dell’ospedale di Susa danneggerà soprattutto i paesi montani dell’Alta Valle, lontani dalla città, e le località sciistiche. È questa una delle riflessioni emerse martedì sera a Oulx, in Comune, durante l’incontro dedicato ai tagli della sanità in Val Susa e in tutto il Piemonte, decisi dalla Regione amministrata da Sergio Chiamparino.
Un appuntamento a cui hanno partecipato, come relatori, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Stefania Batzella e Davide Bono (entrambi lavoratori del settore sanità). La sala del municipio era quasi tutta piena nonostante il periodo di festa e le temperature sotto zero: c’erano alcuni sindaci del territorio (Paolo De Marchis di Oulx, Sergio Calabresi di Gravere e Riccardo Joannas di Salbertrand) oltre a vari assessori e consiglieri comunali di Oulx (il promotore dell’incontro era Ivano Martinuz), rappresentanti delle associazioni di volontariato, cittadini residenti e villeggianti.
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Bono e Batzella hanno fatto emergere varie perplessità sulla riforma sanitaria promossa da Chiamparino e dall’assessore regionale alla Sanità, Saitta. I tagli che colpiscono vari ospedali, le difficoltà nella riduzione dei servizi essenziali, ed il taglio di 2238 posti letto in tutto il Piemonte. Aldilà di tutto, secondo Bono e Batzella, l’aspetto di maggior criticità riguarda “il mancato coinvolgimento del territorio e delle amministrazioni locali”, il “non essersi confrontati con i cittadini sulle varie scelte, alla faccia della democrazia”.
I danni maggiori li avranno proprio i paesi di confine, in montagna, che sono lontani da centri come Rivoli e Torino. Questo è l’allarme lanciato dalla consigliera regionale Stefania Batzella, in un intervento dettagliato e appassionato: “Questa riforma sanitaria è Torinocentrica, e vengono danneggiati i servizi alla montagna. Alle località turistiche che dovrebbero avere servizi all’altezza”.
Un caso su tutti riguarda il servizio di ortopedia all’ospedale di Susa, fondamentale per curare sciatori di tutte le età che incorrono in incidenti “ordinari” sulle piste di sci (i casi più gravi vengon mandati al Cto con l’elisoccorso).
La riforma approvata in Regione ha stabilito il declassamento dell’ospedale di Susa a presidio di “area disagiata”, con pochi posti letto in medicina (20), pronto soccorso minimo e chirurgia ridotta. Questo mette in dubbio il futuro del servizio di ortopedia, con un danno enorme: anche per altri servizi, chi vive in alta Valle sarà costretto a spostarsi fino a Rivoli, partendo ad esempio da Sauze d’Oulx o Bardonecchia, oppure essere costretti a rivolgersi a strutture private a pagamento. “Ho chiesto più volte all’assessore Saitta delle risposte chiare, con apposite interrogazioni in Regione – ha sottolineato Batzella – ma non ha mai voluto rispondere”.
Si è poi approfondito il tema dell’ospedale di Susa e alcune beffe: il taglio del punto nascite, che danneggia le donne che vivono in montagna (costrette ad andare fino a Rivoli per partorire, o di scegliere l’estero con Briancon) e il trasloco improvviso – prima di Natale – di posti letto nella nuova ala costata 6 milioni di euro, ma con l’amara scoperta che sono stati tagliati posti letto, ed è tramontato definitivamente il progetto – promesso da anni – dell’intensità di cura.
“Il direttore dell’Asl è responsabile di questo disastro all’ospedale di Susa, e dovrebbe dimettersi” ha detto Batzella “il fatto che i posti letto della nuova ala scendano ancora, determinerà una nuova decisione a danno dell’ospedale. Quella di chiudere reparti, proprio perché ci sono pochi posti letto”.
C’è stato poi spazio per le riflessioni di cittadini e sindaci. Il sindaco De Marchis ha detto che il tema dei tagli alla sanità riguarda ormai un ambito più ampio, ossia la riduzione generale di servizi per chi vive in montagna, come l’istruzione, i trasporti, ecc: “Se si ragiona sempre con la logica dei numeri, è chiaro che saremo sempre perdenti – ha detto – ma la nostra montagna deve essere fatta di servizi, non solo di turismo”.
Sul futuro dell’ospedale di Susa, De Marchis ha espresso perplessità: “Non sento che sia già una battaglia persa, ma come sindaco di Oulx mi sento in obbligo di fare ragionamenti alternativi per il futuro, come sviluppare un miglior collegamento con il vicino ospedale di Briancon”.
E poi una riflessione più generale, che tocca anche la vicenda Tav: “Siamo in un territorio che per 30 anni ha pensato come primo tema all’alta velocità Torino-Lione, ma ora si pongono altri problemi e questioni – ha aggiunto – di fronte a situazioni di questo tipo, e alla proposta delle opere di compensazione per la Valle, adesso come ci poniamo? Io non so rispondere”.
Il sindaco di Salbertrand Riccardo Joannas, ha invece messo l’accento sui tagli che danneggiano chi vive in alta Valle: “È vero che la Regione non ha più soldi e sono in crisi economica, ma da Torino cerchino di risparmiare su altro, non sempre sulla pelle dei montanari. Come Unione Montana dell’Alta Valle chiederemo un incontro a Saitta”.
Il primo cittadino di Gravere, Calabresi, ha invece affermato: “Prima ancora di salvare l’ospedale di Susa, voglio che prima sia qualificato e con servizi. Non ha senso tenere in piedi una struttura che non va o squalificato, senza un servizio Dea di rianimazione, ecc.”.
Nel pubblico c’erano anche alcuni dipendenti dell’ospedale, che hanno replicato al sindaco: “I servizi ci sono e la qualità del personale c’è, ma dai vertici aziendali e della politica c’è la volontà di non valorizzarci e mettere Susa in cattiva luce”.