SANITÀ IN VALSUSA, TROPPE RIDUZIONI DEL PERSONALE: LAVORATORI IN AGITAZIONE CHIEDONO AIUTO AL PREFETTO

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn

riceviamo dalla CGIL ASLTO 3

RIVOLI – Domenica 21 gennaio 2018, la FP CGIL ASL TO3 ha dichiarato lo stato d’agitazione dei lavoratori del comparto dell’ASL TO3, con la richiesta inviata al Prefetto di Torino di avviare il tentativo obbligatorio di conciliazione.

La decisione è giunta dopo che la direzione generale ha evitato di fornire risposte pronte e precise rispetto alle assunzioni di personale che non sarebbero avvenute nel 2016 e nel 2017. La direzione aziendale ha preso tempo dicendo di dover fare delle verifiche. La risposta lascia molti dubbi sulla gestione delle politiche occupazionali nell’ASL TO3, dopo anni di blocco delle assunzioni che hanno determinato la riduzione all’osso dei contingenti di personale nei servizi. Quel che è certamente vero è che la contrazione di 6 milioni di euro della spesa per il personale nel 2016 (rispetto al tetto di spesa fissato dalla Regione) è stata mantenuta anche nel 2017.

Nel raffronto tra spesa del personale del 2015 e del 2016 vi è stata una riduzione di 3 milioni di euro, in gran parte dovuta alle mancate sostituzioni di personale sanitario di comparto.

Il contingente di personale dell’ASL TO3 è passato dai 4541 unità del 2009 ai 3909 del 2016, e quest’anno un centinaio di lavoratori andrà in pensione. La riduzione di personale è stata sostanziale, ed ai lavoratori è stato richiesto molto, ma non si può andare oltre senza mettere a rischio la qualità dell’assistenza e la sicurezza sul lavoro.

In questi giorni si fronteggia l’emergenza del sovraffollamento nei pronto soccorso, cercando soluzioni tampone come l’apertura di 20 posti letto (incrementabili fino a 27) nelle Week Surgery di Pinerolo e Rivoli, dove è presente del personale con molteplici problemi di salute e conseguenti limitazioni funzionali, con rinforzi di personale insufficienti e forte riduzione dell’attività chirurgica, con allungamento delle liste d’attesa.

Qui sarebbe servito il personale che non è stato assunto. Si può portare anche l’esempio del reparto di medicina di Susa dove 5 medici (comprensivi del primario), devono garantire l’assistenza h 24 a 24 pazienti 7/7gg (con quanti sacrifici?).

Non parliamo poi del super lavoro nei pronto soccorso. Il direttore generale si è rifiutato di incentivare economicamente richiami in servizio del personale che sta fronteggiando l’emergenza sovraffollamento negli ospedali, sostenendo di non poter utilizzare il fondo della libera professione da usare per l’abbattimento delle liste d’attesa e per la prevenzione.

La FP CGIL sostiene il contrario, perché questo personale con l’attività svolta in emergenza abbatte liste d’attesa ed interviene sulla prevenzione secondaria e terziaria.
Analogo discorso si può sostenere per l’attività di Prelievo Organi e Tessuti, a tutt’ora effettuata con la disponibilità e senso di responsabilità del personale richiamato in servizio, ma secondo la direzione generale non meritevole di incentivo.

VOGLIAMO SIA FATTA CHIAREZZA CON URGENZA SULLE ASSUNZIONI E CHE SIA ATTIVATO UN PROGETTO INCENTIVANTE PER IL PERSONALE CHE STA FRONTEGGIANDO L’EMERGENZA SOVRAFFOLLAMENTO.

La seconda motivazione della dichiarazione dello stato d’agitazione è il mancato confronto su tutta la riorganizzazione della rete dei servizi territoriali che ruota attorno alle c.d. “Case della Salute”.
La direzione generale non ha coinvolto, e nemmeno informato, le rappresentanze sindacale aziendali, su un argomento di così basilare importanza, dove si entra nel merito di organizzazione del lavoro e degli uffici, personale, risorse strumentali ed economiche.
Nel progetto delle c.d. “Case della Salute” pare sia previsto l’impiego di personale infermieristico e amministrativo dipendente e non. Non si comprende da chi sia pagato il personale non dipendente e quale contratto di lavoro sia loro applicato.

Visto che il personale amministrativo che opera nei distretti, e nei CUP in particolare, vive giornate molto complicate causa l’esiguo numero di personale e l’enorme afflusso di utenza, la notizia che l’ASL possa pagare del personale amministrativo ad uso dei medici di famiglia o dei pediatri di famiglia, diventa un elemento molto rilevante.

Non vorremmo che finisse come il CAP di Avigliana dove da anni l’ASL paga 60 euro/ora i medici di famiglia per garantire la loro presenza, e con gli stessi soldi si potevano assumere 4 medici di continuità assistenziale a tempo indeterminato che avrebbero assicurato 365 gg/anno un miglior raccordo con gli altri servizi dell’azienda (vedi DEA).

QUESTO NON È SVILUPPO DEI SERVIZI TERRITORIALI.

Il terzo elemento riguarda la politica di esternalizzazione dei servizi. E’ notizia di questi giorni che l’ASL voglia esternalizzare attraverso un progetto di partnariato pubblico privato l’Emodinamica di Rivoli, la Radiodiagnostica di Pinerolo e il servizio RIS-PACS.

Pare che il progetto costi più che fare un normale appalto, e la ditta che sta partecipando non ha concorrenti, e di fatto diventerà monopolista del settore, avendo già una delle ditte associate aggiudicato l’appalto dell’ingegneria clinica, le risonanze magnetiche di Rivoli e Pinerolo, la TAC di Venaria.

Qual è la convenienza dell’azienda nell’operazione? Non sarebbe stato meglio bandire una normale gara con maggior concorrenza e minori costi per l’Azienda?

L’ASL si giustifica dicendo che la Regione non concede i finanziamenti per fare gli investimenti in innovazione tecnologica, quindi, è autorizzata a spendere una somma maggiore? Vogliamo risposte e trasparenza.

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

1 COMMENTO

Che cosa ne pensi? Scrivici la tua opinione

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.