SANT’AMBROGIO – Dopo 30 anni, l’associazione Commercianti e Artigiani di Sant’Ambrogio dà l’addio al paese. Ad annunciarlo il presidente Barbara Riva: “Al 31 dicembre 2017 è stata data disposizione di chiudere la partita Iva associativa, il 5 aprile 2018 abbiamo rassegnato le dimissioni irrevocabili e irrinunciabili, chiudendo un capitolo storico; verrà comunicata all’amministrazione la chiusura definitiva dell’associazione, dando spazio alla Pro Loco, che auspichiamo possa essere all’altezza dei compiti e delle responsabilità future”.
Perché questa decisione? “Trent’anni fa il commercio paesano era concepito in modo differente – spiega Barbara – poiché non esisteva la grande distribuzione, la globalizzazione e la concorrenza era moderata. Ora, gli enti pubblici sono alle prese col patto di stabilità e con le scarse entrate finanziarie che bisogna in qualche modo arginare. Ecco che per fronteggiare la crisi del piccolo commercio, la nostra associazione ha faticato non poco in questi anni a ideare e progettare misure alternative e innovative per favorire gli associati, cercando di creare una nuova cultura del territorio per mettere in comune idee, esigenze, progetti di sviluppo, per definire un programma condiviso da tutti i soggetti interessati: commercianti e residenti. Negli ultimi anni, la nostra associazione ha promosso una cultura del “movimento verso”, strutturando delle iniziative atte a concentrare le persone nelle nostre attività: commercio a chilometro zero!”.
A detta dei commercianti però, questa formula non è bastata, viste anche le ultime novità in fatto di sicurezza: “Organizzare oggi manifestazioni di un certo livello diventa, a differenza di 15 anni fa, un compito molto arduo e spesso impossibile – continua Barbara – esempio significativo la Via Crucis di Bussoleno, che recentemente ha subito l’annullamento a causa delle rigide normative vigenti. Non molti anni fa, la legislazione permetteva una certa mobilità di azione e una certa tranquillità riguardo le responsabilità legali e gli impedimenti burocratici non mettevano in difficoltà gli organizzatori, permettendo loro di ideare manifestazioni di livello con maggiore serenità. In piena stagione estiva, però, lo scorso anno (che nel nostro paese significa sagre, eventi e spettacoli all’aperto) è piombata come un fulmine a ciel sereno la circolare sottoscritta dal ministro Minniti e dal capo della polizia Gabrielli, che dà una stretta alle normative richieste agli organizzatori”.
Questo, insieme alle difficoltà che l’organizzazione di un evento si porta dietro, ha complicato ulteriormente le cose e determinato in alcuni casi l’annullamento di molti appuntamenti in programma: “Quello che è successo lo si deve a molte circostanze, ma ad un evento in particolare: i fatti di Torino, in occasione della trasmissione della partita di finale di Champions del 3 giugno 2017, lo scatenarsi del panico tra la folla ha provocato un morto e centinaia di feriti. Per questo è stata diffusa a tutte le Prefetture, Questure, Comuni e gli organi competenti la circolare che, tra le altre cose, introduce questi requisiti fondamentali per tutti gli organizzatori di eventi”.
Il pensiero di Barbara e dei commercianti va senza dubbio al “loro” Meliga Day, evento di forte richiamo soprattutto negli ultimi anni: “La prima edizione del Meliga risale al 2008 e abbiamo avuto un crescendo inimmaginabile con degli investimenti altrettanto spregiudicati, per essere fra i migliori. Dal 2010, anno in cui sono stata eletta a capo di questa associazione, il Meliga ha iniziato il suo percorso di ascesa verso l’inserimento tra le migliori manifestazioni del Piemonte. Il 2011 ha segnato la fine del palatenda in piazza della Repubblica poiché troppo dispendioso per il servizio offerto e troppo esterno al paese. Dal 2012, la manifestazione ha trovato collocazione nel suo centro storico, trasformandolo in un centro commerciale all’aria aperta, dando sostegno vivo al commercio del paese, creando anche un percorso del gusto organizzato con successo da diverse attività del paese. Questo gruppo dirigente di lavoro ha sperimentato con grande soddisfazione una linea vincente, emulata negli anni seguenti da diverse realtà cittadine. Gli eventi originali e unici inseriti nel corso degli anni, hanno permesso un afflusso di visitatori di circa 45.000 unità, e grazie alla registrazione del marchio della “Pasta di Meliga di Sant’Ambrogio”, il Meliga Day ha permesso ai nostri produttori di incrementare le vendite in quasi tutti i mesi dell’anno. Certo è che si è partiti nel 2008 con un impegno di spesa minimo fino a raggiungere cifre intorno ai 25.000 euro”.
Barbara crede che il ruolo svolto dalla “sua” associazione, d’ora in avanti, potrà essere svolto dalla Pro Loco, con maggiori tutele e garanzie: “Tutte le Pro Loco d’Italia vivono in un regime fiscale agevolato, per i diritti musicali grazie ad un accordo siglato tra Siae e Unpli, inoltre le coperture assicurative sono vantaggiose sempre per accordi siglati tra Unpli e diverse compagnie assicurative; inoltre l’Unpli Pro Loco è tutelata dalla riforma della legislazione nazionale del turismo. La Pro Loco arriva dove nessuna associazione privata come la nostra potrebbe. Bandi regionali e nazionali tutelano e garantiscono sia da un punto di vista economico che giuridico legale tutte le Pro Loco nazionali e di conseguenza possono assicurare lo sviluppo turistico e commerciale, organizzando eventi con maggiore semplicità”.
“Per farvi capire meglio le differenze, basti pensare che per essere tutelati, per tutelare i collaboratori delle manifestazioni da noi organizzate e soprattutto per tutelare il presidente, il quale oggi paga penalmente ogni errore causato attivamente e passivamente – precisa Barbara – la nostra associazione spendeva ogni anno 1.700 euro per avere una polizza assicurativa che contenesse tutte le forme di sicurezza legate ad ogni singola manifestazione da noi organizzata”.
Per l’associazione commercianti il Meliga Day è “un gioiello, una macchina potente e funzionante che non conosce concorrenti, che ha incentivato il turismo, ha sostenuto con le sue piccole iniziative il commercio paesano, ha oltrepassato i muri di confine portando il buon nome di Sant’Ambrogio in tutto il Piemonte, ha promosso l’immagine delle sue eccellenze alimentari”. E per questo Barbara vuole lasciare all’amministrazione comunale la guida di questo gioiello, con l’auspicio che “possano continuare la formula vincente”.
“L’associazione Commercianti e Artigiani fino ad ora ha svolto un ruolo essenziale nella crescita e nello sviluppo turistico del paese, ma oggi ci si deve adeguare ai tempi che cambiano, richiedendo maggiore professionalità e organizzazione”, conclude Barbara Riva.
Peccato per Sant’Ambrogio, ne trarrà inatteso vantaggio il quasi contemporaneo “Pan d’ melia” del vicino comune di Chiusa di San Michele.
Ringrazio Vivamente tutte le persone che si sono spese in questi anni per farci vivere momenti bellissimi e mangiare cose buonissime. Sono sicurissimo che la Proloco con i suggerimenti di chi ha già vissuto queste esperienze ,saprà portare avanti queste bellissime tradizioni, considerando anche che buona parte dei commercianti e artigiani, in una maniera o in un’altra, fanno parte della Proloco . In bocca al Lupo e buon lavoro a tutti ringraziandoVi per l’impegno e la passione.