SANT’ANTONINO DI SUSA CON SORGENIA PRODURRÀ ENERGIA RINNOVABILE

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dal SERVIZIO CIVILE DI SANT’ANTONINO DI SUSA

SANT’ANTONINO DI SUSA – Il Comune di Sant’Antonino di Susa diventa un campione di sostenibilità. Grazie ad un accordo con la società Sorgenia, la Dora diventerà fonte di energia pulita grazie ad un mini impianto di produzione idroelettrica. In questo modo nel Comune valsusino sarà prodotta energia totalmente rinnovabile sufficiente per 700 famiglie, con ricadute positive per tutti gli abitanti e per l’ambiente.

La collaborazione con Sorgenia prevede anche la sostituzione di 288 corpi illuminanti della rete pubblica con efficienti sistemi a led e l’illuminazione del campo da baseball comunale in Borgata Codrei, in modo da consentire ai giovani atleti di fare gli allenamenti anche con il buio.

Con il contributo di Sorgenia e con dei volontari ambientali, sarà portata a termine il progetto di riqualificazione dell’area umida dei Mareschi: la zona sarà resa fruibile al pubblico con la sistemazione del verde ed il miglioramento della regimazione idrica.

Il mini-idroelettrico si integrerà perfettamente all’alveo della Dora sfruttando un salto naturale esistente costituito da massi sciolti, senza quindi la necessità di creare nuove opere di sbarramento nel fiume. L’acqua, una volta transitata nel sistema di generazione elettrica, verrà rilasciata immediatamente a valle.

La tipologia di impianto non mette a rischio i pesci presenti nel fiume: le eliche girano molto lentamente e la fauna ittica può facilmente passare anche nella piccola derivazione utilizzata per la produzione di energia. Inoltre, insieme all’impianto sarà costruita una rampa di risalita per i pesci, al momento inesistente, assicurando la continuità del fiume e creando così un elemento favorevole e migliorativo per l’ittiofauna locale.

Con questa iniziativa il Comune contribuisce fattivamente alla lotta contro le emissioni, in atmosfera di 1.000 tonnellate di C02 l’anno e migliora la qualità dell’illuminazione e della vita di tutti. I lavori inizieranno il primo febbraio e dureranno circa 12 mesi.

 

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8 COMMENTI

  1. ottimo, bravi; dovrebbe essere una iniziativa generale di tutti i comuni che hanno nel loro territorio la possibilità di un impianto idroelettrico.

  2. Sorgenia posseduta da Cir, la holding della famiglia De Benedetti, e dal gruppo austriaco Verbund
    oberata da 1,8 miliardi di debiti
    è stata ceduta nel 2016 alle 21banche creditrici : in prima fila Mps (esposta per 600 milioni), seguita da Ubi (18%), Banco Popolare (11,5%), Intesa e Unicredit (10% a testa) e Bpm (9%).
    Aggiornamento del 11 gennaio 2017.

    Ottima scelta un vero campione del liberismo economico.
    Regola numero uno:
    privatizzazione degli utili e collettivizzazione delle perdite, non a caso bidonando alla grande MPS che già adesso ci è costata un patrimonio e che finirà per bruciare non meno di cinque miliardi ai cittadini italiani.

    • Ma cosa dici. Le banche compresa Mps hanno venduto Sorgenia al fondo F2i qualche mese fa riprendendo tutti i soldi e anche qualcosa in più. Una storia finita bene una volta tanto, un bell’esempio di azienda italiana che ha lottato e si è risollevata puntando sul green. Quando capita riconosciamolo se no sembrano tutti uguali.

  3. Ma cosa dici. Le banche compresa Mps hanno venduto Sorgenia al fondo F2i qualche mese fa riprendendo tutti i soldi e anche qualcosa in più. Una storia finita bene una volta tanto, un bell’esempio di azienda italiana che ha lottato e si è risollevata puntando sul green. Quando capita riconosciamolo se no sembrano tutti uguali.

  4. Fauna ittica????? Ci sono due pesci in croce!!! Sarebbe ora facessero un ripopolamento come dio comanda….
    Ben venga la centrale, magari risparmieremo sulla bolletta…. Forse!!!

  5. Mi spiace ma, anche se raccontata con tecnicismi bancari esposti in modo oscuro per le persone normali, MPS non ne è uscita alla pari.

    Fonte Sole 24 ore.
    Sorgenia è partecipata da una holding, Nuova Sorgenia, che detiene il 99,97% di Sorgenia e il cui primo socio è Banco Bpm con il 33,32% del capitale, seguito poi da Mps, Ubi, UniCredit e Intesa Sanpaolo con quote del 16,67% ciascuno. Il loro impegno è legato agli Strumenti finanziari partecipativi il cui valore in bilancio è contabilizzato per 380 milioni. Nello stesso tempo, però, le banche “socie” sono anche finanziatrici nella società operativa, Sorgenia appunto.

    Negli ultimi quattro anni, da quando gli istituti sono entrati nel capitale, Sorgenia ha restituito 570 milioni di debiti. Secondo dati aggiornati a gennaio 2019 il debito lordo viaggiava intorno ai 940 milioni, valore che scende a 770 milioni guardando la posizione finanziaria netta. La mappa dei creditori, secondo quanto ricostruito da Il Sole 24 Ore, è così composta: 322 milioni in capo a Mps, 130 milioni di Intesa Sanpaolo, 119 milioni di Mediobanca, 113 milioni di UniCredit e 77 milioni di Bpm, 74 milioni di Portigon e 57 milioni di Ubi, citando le principali linee in essere. In questo quadro, dunque, appare cruciale cosa il futuro compratore vorrà fare con il debito esistente. Ipotizzando così una offerta nell’ordine di 900 milioni, valore intorno al quale secondo indiscrezioni alcune cordate stanno ragionando, quel “delta” che le banche vogliono massimizzare sarebbe nell’ordine di 130 milioni, valore dato dalla differenza tra l’offerta di 900 milioni e la posizione finanziaria netta di 770 milioni, e risorse capaci di abbattere l’impegno delle stesse banche in Sorgenia sul fronte equity da 380 milioni a 250 milioni.

  6. Un altro proclama che attesta la scarsa autonomia (soprattutto economica) dei comuni che ricorrono a scambi di favori coi privati pur di cambiare le lampadine dei lampioni. In cambio di quale obrobrio cantieristico sarà tutto da scoprire!

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