dal COMUNE DI SANT’ANTONINO DI SUSA
SANT’ANTONINO – Il Comune di Sant’Antonino anche quest’anno ha realizzato alcune iniziative per la Giornata della Memoria. Mercoledì 29 gennaio presso la palestra scolastica di via Abegg, in collaborazione con l’Unitre ed alla presenza delle classi seconde e terze, la dirigente scolastica professoressa Rescigno Margherita ha introdotto l’incontro focalizzando l’attenzione sul significato profondo della celebrazione e ricordando che, anche in Italia, fossero presenti dei campi di concentramento come, quello ad esempio, della Risiera di San Sabba, posto all’interno della Città di Trieste e, pertanto, molto visibile.
Il sindaco Preacco, accompagnata dal consigliere delegato alle Politiche Educative Armando Davì, ha compiuto un piccolo excursus storico degli avvenimento, ponendo infine l’attenzione sul pericolo che quanto è successo, anche se in forme diverse, possa accadere di nuovo.
Ha ricordato che Sant’Antonino oltre a dare la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, deportata all’età di 13 anni ad Auschwitz e sopravvissuta all’Olocausto, ha revocato quella data a Benito Mussolini, perché non possono coesistere nello stesso Albo chi ha emanato le leggi razziali e chi quelle legge le ha subite con la privazione della libertà e con gli orrori che la Shoah ha provocato.
Il sindaco ha anche comunicato che proprio quella mattina ha ricevuto una lettera anonima in cui il Comune veniva accusato di aver revocato la cittadinanza a Mussolini definendo gli amministratori dei “pigmei” rispetto al Duce; la Preacco ha quindi colto l’occasione per ribadire che Sant’Antonino è un comune antifascista ed orgoglioso di esserlo.
E’ seguita l’ultima parte dell’incontro, molto coinvolgente, in cui vi sono stati gli interventi di Letizia Fobini e Paola Castello i cui genitori e nonni, mettendo in grave pericolo la propria vita, hanno dato rifugio a due famiglie ebree. In particolare la famiglia Burdino-Castello ha dato ospitalità segreta sopra la trattoria dove i tedeschi abitualmente mangiavano, nel cui cortile vi erano i loro cavalli e davanti al Comando Tedesco, situato nei locali della scuola primaria.
Hanno portato la loro testimonianza con semplicità ed emozione, dando un esempio vero e significativo di cosa voglia dire solidarietà, soprattutto in tempi così difficili.
Le manifestazioni termineranno martedì 4 febbraio, quando vi sarà l’incontro con la prof.ssa Maria Teresa Milano, esperta di Cultura Ebraica, a cui sono invitati i cittadini.
L’avere mandato a bruciare 7500 ebrei italiani nei campi di sterminio dei loro compari nazisti, i “GRANDI” uomini che osannano il ventennio, dovrebbero avere il pudore di non dare dei pigmei a nessuno. Vivendo in una democrazia (anche se non perfetta) ognuno è libero di farsi tatuare sulle chiappe benito, fidel , o macron.
Ma veramente la cittadinanza onoraria al duce? E da quando? E chi l ha stabilito? Sarebbe curioso risalire agli atti
Un grande plauso al Sindaco di Sant’Antonino! E’ certo che l’iniziativa di attribuire al Duce la cittadinanza onoraria , avvenuta probabilmente prima del 1940, all’apogeo del consenso, non poteva che venire dal podestà del paese o dal commissario del partito fascista; insomma uno dei tanti cortocircuiti politici del regime… Captatio benevolentiae?
Per altro la revoca della cittadinanza al Duce e a tutti i suoi briganti neri, già gliel’avevano fatto i partigiani scesi dalle nostre montagne per liberare Torino e le altre città del Nord Italia nell’aprile 1945, lavando l’infamia di chi per venti mesi, al fianco degli occupanti nazisti, aveva fatto lo sporco lavoro di ammazzare e deportare la meglio gioventù italiana.
La libertà prima di ogni cosa, che sia dai fascisti o dai comunisti….
Se questa “persona” avesse avuto il coraggio delle proprie parole avrebbe firmato la lettera, ma purtroppo di arroganti ne é pieno il mondo.