di GIUSEPPE BACCO
SAUZE D’OULX – Mi chiamo Giuseppe Bacco, fin dagli anni ottanta la mia passione per il tiro a volo mi ha spinto ad acquistare un alloggetto a Sauze d’Oulx. Ai tempi, frequentando lo stand Giolito, mi ero reso conto che altri tiratori avevano fatto la stessa scelta. Ho saputo che si sta pensando di realizzare una nuova struttura di tiro in frazione Jouvenceaux nel sito in cui era posizionato l’arrivo della pista di Free Style alle Olimpiadi Invernali del 2006.
Ovviamente noi tiratori ed io in prima persona, siamo entusiasti della iniziativa che ripropone una eccellente tradizione. Leggiamo ed ascoltiamo opinioni contrarie che possiamo anche comprendere in quanto molto probabilmente dettate da una conoscenza piuttosto approssimativa di ciò che è veramente il nostro sport, di come si pratica, dell’evoluzione che ha avuto la sua impiantistica negli ultimi tempi e soprattutto dei risultati che apporta al Paese Italia in termini di produzione industriale, di eccellenza di immagine nel mondo intero.
Per prima cosa è uno sport incruento, registra il minor numero di incidenti, sia fra praticanti, sia fra gli spettatori. Si può praticare solo ottenendo una Licenza concessa a cittadini senza ombre comportamentali.
Lo praticano donne e uomini con le qualifiche Junior, Senior, Veterani, Master, atleti paralimpici: in pratica lo possono fare tutti, a livello sportivo ed anche solo amatoriale. Gli attrezzi tecnici utilizzati in Europa, America, Africa, Asia, Australia, Nuova Zelanda, sono per la maggior parte prodotti da aziende italiane e contribuiscono ad accrescere il Pil e l’immagine del nostro Paese. I risultati tecnici dei nostri atleti e dei nostri marchi monopolizzano praticamente le classifiche nelle principali competizioni Internazionali, dalle Olimpiadi ai Campionati Mondiali, Europei, alle Coppe del Mondo.
Leggo , a proposito, le ragioni contrarie di uno sportivo praticante come Piero Gros, quelle della signora Francesca Rabbioni su questa stessa testata e della minoranza al Comune di Sauze. Gli argomenti di contrasto spaziano dalla connotazione di sport di nicchia del tiro a volo, all’impatto acustico, a quello ambientale ed al danno che potrebbe produrre al tessuto sociale di Sauze.
SPORT DI NICCHIA
Cosa vogliamo fare? Vogliamo abolire tutti gli sport non di massa ? Non facciamo più impianti per le persone disabili perché sono poche? Dobbiamo considerare “spreco di denaro pubblico” come afferma la signora Francesca, tutto ciò che investiamo per gli sport minori ? Non mi pare democratico penalizzare alcuni sport perché vengono praticati da minoranze. Nel nostro caso si parla di una specialità, dalla signora Francesca definita “praticata da quattro gatti”, che agli ultimi giochi Olimpici di Rio de Janeiro ha portato all’Italia due medaglie d’oro e tre d’argento, scusate se è poco. Non mi soffermo ad elencare i successi internazionali, femminili, maschili, paralimpici dei nostri atleti senior e junior perché facciamo notte. Mi sembrano argomentazioni veramente discriminatorie, non degne di una dissertazione civile ed obiettiva.
L’IMPATTO ACUSTICO
Voglio credere che lo studio del progetto abbia sicuramente preso in esame questo aspetto. Saranno state valutate le emissioni sonore e se si è giunti alla progettazione sarà ben che i risultati lo abbiano consentito. Oggi le pedane di tiro non sono più quelle di un tempo, come si può vedere anche dalla fotografia in intestazione. Oggi si possono utilizzare dispositivi di riduzione del rumore anche in uscita. Il campo di tiro di cui parliamo è orientato verso la montagna e la vegetazione stessa riduce e trattiene l’impatto acustico. Prima di argomentare, prima di contestare, sarebbe opportuno assumere informazioni più approfondite.
ASPETTO AMBIENTALE
Si dice che l’impianto, inserito in una zona di ripopolamento faunistico, potrebbe disturbare la fauna selvatica. Qui veramente viene a galla una disinformazione globale ed una pretestuosità strumentale. Basterebbe aver frequentato qualche campo di tiro a volo per capire l’’strema faziosità di simili argomentazioni. Molti impianti in Italia sono ubicati in zone di ripopolamento e cattura. La fauna ci vive benissimo ed anzi la struttura riduce di molto la piaga del bracconaggio.
Anche in questo caso per parlare di cose occorre conoscerle. Informo che nelle zone di cui parliamo il fenomeno del bracconaggio è il peggior nemico. Come opera un bracconiere?
Ovviamente deve perlustrare bene la zona per tracciare i percorsi delle prede. Deve farlo con molta riservatezza in totale assenza di eventuali testimoni. La presenza di un campo di tiro limita molto simili perlustrazioni e costituisce un presidio insormontabile, tanto che gli animali selvatici tendono ad avvicinarsi alla struttura centrale in quanto percepiscono la sicurezza che la zona offre. Succede quindi che, al mattino presto, davanti alle pedane di tiro, non è improbabile assistere ai balletti, ai giochi ed alle rincorse delle lepri.
È facilissimo ascoltare nelle vicinanze il canto dei fagiani e quello dei piccoli uccelli che nidificano nelle siepi delimitanti una pedana dall’altra. Racconto un episodio successo a me ed agli amici presenti in pedana al tiro a volo Carisio in provincia di Vercelli. A metà di una serie di tiro, mi accorgo di una mini lepre accovacciata sotto un ciuffo d’erba a mezzo metro dai miei piedi.
Lo faccio presente agli altri cinque tiratori che non fanno movimenti bruschi: ebbene la mini è restata lì per tutta la serie di tiro, allontanandosi tranquillamente al termine. Per assistere a questi spettacoli occorre vivere all’aria aperta come si fa su un campo di tiro. Non si possono conoscere e godere seduti in pantofole sul divano.
IL DANNO E IL TESSUTO SOCIALE
Faccio presente che l’impianto occupa un’area quadrata di circa 200/300 metri di lato. Non vedo come possa precludere la possibilità di andare in bici nelle zone circostanti o di fare una bella passeggiata. Direi che magari consentirebbe anche una piccola sosta per una bibita rigenerante od un panino di salame. Nessun impedimento per attività ludiche in zona quindi. La signora Francesca si tranquillizzi anche sul deprezzamento che potrebbe subire il suo investimento. Così come possono tranquillizzarsi gli albergatori ed i ristoratori che, oltre ai tiratori piemontesi e francesi, al più, dovrebbero avere l’incombenza di ospitare le squadre nazionali magari in preparazione di una gara in altura o semplicemente per un periodo di ossigenazione in quota.
La minoranza in Comune, non si capisce bene in forza di quale democratica autorità, propone addirittura modifiche al progetto già realizzato dall’architetto Tonelli e funzionale per il tiro a volo. Suggerisce che potrebbe essere stravolto a favore di attività ludiche e sportive diverse. Per quanto riguarda quelle ludiche, come abbiamo detto, l’impianto di tiro a volo non le impedisce certamente. Mi paiono stravaganti quelle relative a un percorso Kneipp con sola acqua fredda, quando la peculiarità di tale pratica, alterna bagni freddi a bagni caldi, così come quella di un impianto di Pump Track, che può e forse deve, essere realizzato in zona pianeggiante. Ce ne sono talmente tante che non mi pare necessario utilizzare proprio quella su cui dovrebbe sorgere il tiro a volo. Per inciso, ed a proposito di “quattro gatti” non risulta essere una disciplina praticata da una moltitudine di atleti: alle olimpiadi non abbiamo ancora assistito ad una gara di Pump Track.
Appaiono idee e proposte molto personali che poco attengono all’incremento dell’afflusso turistico e che danno la sensazione di essere inspirate all’intenzione di contrastare comunque un progetto definito dal Comune e dal suo Sindaco. Anche la tempistica appare strumentale. In democrazia le proposte ed i progetti si presentano nelle sedi opportune. Nel caso specifico nel Consiglio Comunale. L’iter è stato seguito ne è conseguita una votazione che ha approvato il progetto. La regola democratica imporrebbe di prenderne atto.
Ci auguriamo quindi di veder realizzato un impianto importante, oserei dire essenziale per la nostra Provincia e che rappresenterà un vero fiore all’occhiello di un paese come Sauze d’Oulx.
Sono altresì convinto che potrà raccogliere appassionati dall’ intero Piemonte e dalla vicina Francia ed essere sede di riunioni tecniche e di preparazione per i nostri atleti a livello nazionale. La Federazione Italiana tiro a volo ha già espresso vivo apprezzamento per l’iniziativa ed il suo Presidente Luciano Rossi non farà mancare il sostegno sia in fase di realizzazione, sia nel corso degli anni di attività a venire.
Siamo certi che sarà un investimento produttivo ed invitiamo la signora Francesca ad essere più ottimista e soprattutto a non “gufarci” contro. Non è bello sentirci dire e prevedere che andremo a carte quarantotto.
Al suo “francesismo” che paventa soldi “sputtanati”” ci viene da rispondere con un “italianissimo ………… ci tocchiamo”.
Conosci la favola della lepre sorda……………. e quella del “montanaro” irriducibile bracconiere?
bell’articolo, ………… ma alle prime sparacchiate, metto in vendita l’alloggio………………..sempre che qualcuno lo voglia ancora comperare. Spero sia un tiratore olimpico.
è chiaro che giuseppe bacco non esiste ed è una lettera dell’ufficio stampa del sindaco.
Credo anch’io che sia del sindaco, lo prova il nome profetico dell’impianto, anche se capovolto.
“Cieli aperti” retro pensiero del sicuro “Apriti cielo!” di fronte ad un progetto così stolto.