di PAOLA ASSOM
SAUZE D’OULX – Oggi è San Valentino e molti festeggiano a vario titolo. Tra loro c’è anche il valsusino Piero Gros, che oggi, quarantaquattro anni fa, vinceva la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Innsbruck. Nella piazza centrale di Sauze d’Oulx, suo paese natale, c’è un cartello che lo ringrazia, insieme con l’altro campione dei 5 Mezzalama, lo scialpinista Matteo Eydallin.
Il cartello, messo un anno fa, avvisava che “in questo spazio presto sarà inserito un monitor gigante sul quale rendere partecipi tutti i nostri cittadini e turisti delle imprese dei campioni e delle attività estive e invernali del nostro paese”. Al momento il cartello è ancora lì, al suo posto; del monitor gigante non c’è ancora traccia. Quel “presto” era forse un po’ velleitario, ma in fondo, un anno è nulla in confronto all’eternità.
I campioni sono persone pazienti per definizione (forse i turisti un po’ meno) e intanto Piero Gros, che si è prodigato per il suo paese tanto da esserne stato sindaco per un mandato negli anni Ottanta, resta ringraziato ma inascoltato. Si sa, nessuno è profeta in patria. Eppure questa patria tanto avrebbe bisogno di persone come lui, uno che sarebbe disponibile a girare nelle scuole per raccontare ai bambini non solo come si diventa un campione, ma anche come divertirsi e diventare grandi amando e rispettando la montagna. Ma da qui, nessuno lo chiama. A vederla da un certo punto di vista, sembra quasi una “censura preventiva”.
E invece, una politica attenta a sensibilizzare i bambini porterebbe, nel tempo, almeno anche il Piemonte (e se si chiama Piemonte un motivo ci deve pure essere) a quei risultati di passione per la montagna che vediamo continuamente nella vicinissima Francia, che è una delle concorrenti turistiche più dure per le valli valsusine, senza parlare dell’Austria e di un po’ tutto l’arco transalpino.
Piero Gros vedrebbe nel “sistema neve”, a partire di campetti per bambini e piste per principianti, il fulcro di un rilancio del turismo invernale che, per indotto, potrebbe anche rilanciare quello estivo.
Certo, ci vuole una strategia condivisa, di ampie vedute e di lungo respiro. Una strategia che cerchi di trovare risposte, per esempio, alla affluenza agli impianti della Via Lattea, che non arriva nemmeno al 30 per cento di riempimento, come dichiarato dall’amministratore Delegato Sandro Perron Cabus (Magazine, anno 2020 numero 12). Perron Cabus dice che ci vorrebbero più posti letto. Non c’è dubbio che però ci vogliano anche più investimenti da parte del gestore degli impianti, ma se l’amministrazione parallelamente attuasse incentivi a favore dei proprietari di seconde case poco o raramente usate, affinché le rimettano in ordine e le diano in affitto “a rotazione”, forse si otterrebbe qualche buon risultato.
Servono strategie congiunte e condivise: ma ad oggi nulla trapela dall’amministrazione, a domanda non rispondono: la frazione di minoranza in consiglio comunale un mese fa aveva chiesto di chiarire come e in che misura l’accordo sulla seggiovia di Clotes avrebbe influito sulle future strategie di gestione degli impianti di proprietà pubblica. E si sottolinea pubblica, ossia di interesse di ogni cittadino. Eppure, ufficialmente tutto è ancora sotto silenzio, mentre trovano terreno fertile le illazioni più stravaganti.
È di oggi anche la notizia dell’indagine della Corte dei Conti sulla gestione degli impianti post olimpici: se il denaro fosse stato speso di più per il “sistema neve”, come dice Gros, forse oggi non ci sarebbe bisogno di indagini. Certo che finché il denaro olimpico sarà speso per realizzare progetti che poco o nulla hanno a che fare con la montagna, il dubbio dei magistrati resta.
A Sauze d’Oulx, si chiuda pure un occhio che tre milioni del “tesoretto” servano per il campo di calcio (chi oggi avrebbe il coraggio di dare un calcio al calcio?); ma un campo da tiro a volo, richiesto dall’amministrazione, per circa un milione di euro, pare davvero un progetto fuori luogo.
Caro Piero, era più facile fare lo slaloom tra i paletti contro gli austriaci ed i francesi, che fare nel proprio paese per il paese…………………..auguri
Anche i mega dello sci se ne rendono conto di come e’ l’andazzo della valle?
(Anche se un pochino in ritardo)
Purtroppo a sauze vige una mentalità montagnina, lontana anni luce da quella delle Dolomiti…di cosa si lamenta perron cabus/mr B? Durante la settimana chiudono impianti e piste ( genevris p.es) per risparmiare…e gli italiani che vengono in settimana bianca dalla toscana o lazio li senti dire” l’anno prox Dolomiti!!!”.