AVIGLIANA – Scioperare per difendere il proprio posto di lavoro, con le forze dell’ordine in assetto antisommossa a pochi passi. Accade alla Azimut, azienda famosa in tutto il mondo per la produzione di yachts. Oggi, davanti allo stabilimento della bassa Val Susa, sono arrivate ben sette camionette e quattro volanti dei carabinieri, tutte in assetto anti-sommossa. E’ questa la sorpresa che si sono trovati i circa 200 lavoratori della Azimut, che dall’alba di questa mattina hanno scioperato davanti ai cancelli, per protestare contro la decisione di licenziare 49 dipendenti, e contro il pericolo che i nuovi modelli di barche di lusso vengano prodotte altrove.
“Siamo sconvolti, ed è una cosa scandalosa, queste camionette dovrebbero stare a presidiare il territorio dai delinquenti, e non a sorvegliare gli operai. E’ la prima volta che accade nella storia di Azimut, non ce l’aspettavamo proprio una cosa simile – spiegano i sindacalisti della Rsu di Avigliana – è stata una protesta pacifica dei lavoratori, non capiamo perchè abbiano chiamato i carabinieri qui ai cancelli durante lo sciopero”.
Ufficialmente l’intervento delle forze dell’ordine sarebbe servito per permettere ai lavoratori che avevano deciso di non aderire allo sciopero, di poter entrare in fabbrica. “Ma è un’assurdità – replicano dalle Rsu – nessuno di noi gliel’ha impedito, chi voleva entrare lo ha fatto senza problemi. Anzi, lo sciopero è stato un successo perchè ha aderito l’85% dei lavoratori”.
Il presidio è iniziato alle 5 del mattino, e terminato alle 16: “Ovviamente non ce l’abbiamo con i carabinieri, che erano là perchè li hanno mandati, e sono lavoratori come noi che eseguono delle direttive – aggiungono i sindacalisti – anzi, ci è dispiaciuto perchè alcune camionette sono arrivate direttamente dallo stadio di Torino, con militari che avevano prestato servizio la notte prima per la partita di calcio”.
La presenza in massa di carabinieri davanti alla fabbrica ha indignato anche la consigliera regionale valsusina del Movimento 5 Stelle, Francesca Frediani: “Era una situazione ai limiti del surreale e soprattutto piuttosto anomala alla luce della protesta pacifica dei dipendenti che potrebbero perdere il posto di lavoro. A questo punto è lecito domandarsi se le forze dell’ordine sarebbero intervenute in questo modo se il padrone dell’azienda non fosse stato un parlamentare di Scelta civica. Non possiamo averne la certezza, ma condividiamo la sensazione che l’utilizzo dei militari sia dovuto probabilmente ai forti condizionamenti della politica. Riteniamo che le forze dell’ordine debbano essere impiegate in ben altri contesti e non “parcheggiate” in un piazzale di Avigliana a far la guardia ad un parlamentare. La priorità in questo momento consiste nel salvaguardare i livelli occupazionali di uno stabilimento produttivo d’eccellenza. Abbiamo già portato il caso in Consiglio regionale e continueremo a chiedere al Governo regionale un intervento forte nei confronti della proprietà”.
Intanto, c’è grande attesa per il consiglio comunale aperto dedicato al caso della Azimut, che lunedì pomeriggio si terrà ad Avigliana, alle ore 18, a cui sono stati invitati sia l’azienda che i sindacati, oltre ovviamente ai lavoratori. L’iniziativa è stata voluta proprio dai sindaci di Avigliana e Buttigliera Alta.
AZIMUTH ITALIA , sta preparando il cantiere in brasile con sbocco sul mare, il cantere più grosso D’Europa, se tanto mi da tanto , marchionne o fiat ha licenziato 19000 dipendenti, in brasile ne ha assunti 21000, se adesso tocca alla ditta di barche, segue l’onda, licenzia in italia per assuemere dove si paga meno tasse, i 50 dipendendi sono il primo pacco per tastare le leggi e per creare un evento, poi si accodano con 500, cosa cambia, basta domandarsi, se in brasile ci sono dichiarati, 1000 posti di lavoro, e in italia ci sono 1000 dipendendti, il conto è presto fatto, il problema è quando la ditta intende licenziarli in che data, penso quando il cantiere in brasile è pronto ed avviato, siamo pronti al via, 1000 dipendenti sulle croste a prezzi italiani di tasse ecc , non se li può permettere nemmeno una grossa ditta come quella di avigliana, percò e meglio che si iniziano a guardare in torno tutti, le realtà stanno scappando non rimane nessuno per i costi elevatissimi, un tempo il nord era la manifattura D’Italia, oggi non osso pensare cosa sia diventata, ma certamente per colpa dei ladri che guidano il paese….!!