dall’UFFICIO STAMPA SMAT
COLLEGNO – Il Politecnico di Torino, ha analizzato i dati di funzionamento del Sistema Demosofc attivo presso l’impianto di depurazione della SMAT di Collegno. Una tecnologia innovativa quella del sistema Demosofc, che, applicata all’impianto di trattamento delle acque reflue SMAT di Collegno, assolve il duplice compito di abbattere i costi della depurazione e contemporaneamente di ridurre l’impatto ambientale.
Nella logica dei principi dell’economia circolare, la tecnologia innovativa è in grado di trasformare in risorsa il processo di trattamento delle acque reflue.
Demosofc è il primo impianto di taglia industriale in Europa che, sfruttando la tecnologia delle celle a combustibile ad ossidi solidi (SOFC), alimentate dal biogas generato dai fanghi del processo di depurazione delle acque del depuratore SMAT di Collegno, è in grado di ottenere energia elettrica e termica ad alta efficienza e ridurre
al minimo le emissioni inquinanti (NOx, SOx, PM) in atmosfera.
Nato da un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Horizon 2020, coordinato dal Politecnico di Torino e realizzato attraverso la tecnologia dell’azienda finlandese Convion e la collaborazione dell’Imperial College di Londra, Demosofc è un impianto all’avanguardia, capace di coprire il 30% del fabbisogno energetico del depuratore SMAT di Collegno, riutilizzando fino all’ultimo i gas prodotti dal processo di depurazione degli scarichi civili ed industriali dei comuni di Collegno, Grugliasco, Rivoli e Villarbasse con una potenzialità di 180.000 abitanti equivalenti.
Al fine di verificarne i vantaggi energetici ed ambientali, a fine gennaio 2020, il Politecnico di Torino, ha analizzato i dati del funzionamento del sistema, attivo da ottobre 2017.
In due anni e mezzo, l’impianto ha superato le 10.000 ore di attività per i due moduli attualmente installati. La potenza media prodotta nell’arco del periodo analizzato è stata di 40 kW elettrici. Se pensiamo che il contatore di un’abitazione residenziale standard ha una potenza massima di 3 kW, allora la potenza media prodotta è stata pari a quella di oltre “13 utenze”.
La produzione elettrica totale che è stata interamente auto-consumata dal depuratore è invece pari ad oltre 450 MWh di energia, che corrispondono al consumo annuo di 114 famiglie medie composte da quattro persone. Tale produzione elettrica ha consentito un risparmio economico superiore ai 60.000 euro (energia auto-consumata dal depuratore e quindi non acquistata dalla rete), mentre il recupero di calore dai fumi ha generato un risparmio di circa 18.000 euro (espresso come gas naturale non acquistato dalla rete).
Per quanto riguarda l’impatto ambientale, la riduzione di emissioni del sistema SOFC rispetto ai motori a combustione interna è superiore all’87%. Quindi, considerando l’intero periodo operativo dell’impianto Demosofc fino a gennaio 2020, il sistema SOFC ha consentito di risparmiare circa 565 kg di NOx, pari alla quantità di emissioni annue di circa 327 utilitarie di piccola taglia e di evitare 34 tonnellate di CO2 , pari alle emissioni annue di circa 17 auto utilitarie.
Tutto bene, pare quasi l’uovo di colombo, ma oltre agli aspetti positivi, nulla viene specificato riguardo al “rovescio della medaglia” che , come in qualunque altro aspetto delle attività umane e produttive, sempre c’é. Sarebbe interessante valutare anche criticità sul medio lungo periodo e sulla salubrità effettiva. Spero seguano le opportune considerazioni, non solo sulla convenienza economica.