SMAT: IL PROGETTO PER LA GESTIONE DEI RISCHI SCARSITÀ IDRICA

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dall’UFFICIO STAMPA SMAT

TORINO – Le crisi climatiche in atto e l’aumento, negli ultimi vent’anni, dei fenomeni siccitosi hanno causato su tutto il territorio nazionale numerose crisi idriche, che hanno riguardato i
principali comparti d’uso dell’acqua richiedendo l’attuazione di procedure di emergenza per
la gestione degli impatti.

Tra i diversi progetti di ricerca condotti da Smat per fronteggiare la vulnerabilità della
risorsa idrica, A bottom-up approach to forecast and manage water crises in the Turin area,
in partnership con Arpa Piemonte, si pone come obiettivo quello di prevedere e gestire le
crisi idriche in scenari di cambiamento climatico attraverso un approccio, dal basso verso
l’alto, basato sull’analisi del rischio del mancato approvvigionamento per uso idropotabile.

Lo studio, dopo aver individuato gli eventi che hanno messo in crisi le fonti di
approvvigionamento di acqua potabile nell’area metropolitana torinese, analizzata i dati
meteorologici e gli opportuni indici di siccità, identificando soglie e parametri critici in
funzione delle fonti di approvvigionamento e dei tempi di risposta. L’obiettivo finale è quello
di testare una prima catena di previsione per valutare il superamento mensile di queste
soglie a fini operativo-gestionali.

I risultati della ricerca saranno illustrati dalla curatrice del progetto Elisa Brussolo del
Centro Ricerche Smat, venerdì 21 ottobre, nell’ambito della sessione PL 4 – Socio-
economic impacts: exposure, vulnerability, prospectives, and adaptation.

Plinius Conference, che si tiene a Frascati dal 18 fino al 21 ottobre è il meeting interdisciplinare e multisettoriale sull’attuale stato di conoscenza dei rischi mediterranei in un contesto di cambiamento climatico. Esperti scientifici si confrontano su monitoraggio, valutazione, diagnosi, previsione e definizione di condizioni meteorologiche estreme, ma anche sull’impatto che le variazioni climatiche hanno sulle risorse naturali, sull’agricoltura, sulla salute e sulla società, nonché sulla capacità di adattamento e sulle strategie di conservazione del patrimonio naturale e culturale a rischio.

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6 COMMENTI

  1. Nel mondo ormai le utility sono grandi aziende con grandi capacità tecniche e di investimento.
    In Italia esistono alcuni campioni nazionali, che pur non competendo in Europa, perlomeno sono ben strutturate (Hera, A2a, Iren).
    Smat è troppo piccola e non può avere le capacità tecniche dei grandi.
    Il solito provincialismo misto al desiderio della politica locale di controllare società.

  2. Non conosco bene quale sia la partecipazione pubblica nelle utility di acqua ed energia, con tutte le autorità e carrozzoni vari, ma vista la dinamica delle bollette, la sensazione è che sia una partecipazione più per far nomine e magari assunzioni, che per controllare le tariffe

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