di JESSICA VALERIANO
AVIGLIANA – “L’interramento della ferrovia ad Avigliana è un’idea fattibile, un’ipotesi suggestiva, ma prima si dovrebbero risolvere tanti problemi”. A dirlo sono Roberto Vela e Simone Franchino, membri della commissione tecnica dell’Unione Montana. I due esperti sono intervenuti durante la serata organizzata ieri dal comitato No Tav di Avigliana. Roberto Vela ha parlato dell’ipotetico interramento della stazione di Avigliana. “Teoricamente è fattibile – ha spiegato – ma a causa di vari aspetti tecnici, in realtà non si riuscirebbe a interrare la stazione sotto quella attuale, ma si sforerebbe su Corso Torino, andando incontro al probabile abbattimento di alcuni edifici”.
L’altro problema è legato ai costi: “Realizzare l’interramento costerebbe almeno qualche centinaio di milioni di euro, esclusi tutti i servizi della ferrovia, la sorveglianza e gli impianti vari – hanno detto i tecnici No Tav – solo una piccola parte di questi soldi potrebbe arrivare dalle compensazioni della Torino-Lione, ma sarebbero erogati solo dopo l’inizio dei lavori e andrebbero divisi tra i sei comuni interessati dal progetto”.
Secondo Vela e Franchini “dal 2030, con la realizzazione del tunnel di base della Tav, potranno transitare ad Avigliana più di 300 treni al giorno, al di là che la ferrovia si trovi in superficie o in sotterraneo, con il passaggio dei convogli sia della linea storica che della Torino-Lione. Più o meno un treno ogni tre minuti. Attualmente i treni passeggeri sono circa 80 e quelli merci circa 40”.
Vela ha inoltre affermato che se si realizzasse tale ipotesi “Avigliana perderebbe il suo scalo merci e chiuderebbe il sottopasso di Via Benedetto Croce”. Inoltre “l’opera andrebbe ad inserirsi in una falda acquifera che ora si trova in una situazione di equilibrio naturale, che verrebbe alterata dalla presenza dell’infrastruttura, con probabili innalzamenti e monte e abbassamenti a valle, andando a intaccare le fondamenta degli edifici adiacenti alla stazione”.
Infine, la durata dei lavori sarebbe di almeno tre o quattro anni, “durante i quali ci sarebbero dei rallentamenti e dei disagi alla linea ferroviaria”.
I tecnici hanno spiegato che ci sono dei vincoli da seguire se si dovesse decidere l’interramento della stazione ferroviaria: ad esempio occorrerebbe avere quattro binari sottoterra. Per quanto riguarda i sottopassi, con questa ipotesi “sparirebbe il quello carrabile di via Benedetto Croce, a meno di prevedere una galleria dal confine con Buttigliera Alta al confine con Sant’Ambrogio. Mentre per le opere ciclo-pedonali e per le soluzioni di galleria corta vi possono essere delle alternative”. Il marciapiede della stazione dovrebbe essere lungo tra i 250 e i 400 metri. Si dovrebbe poi tenere conto di fattori tecnici come la pendenza dei binari in stazione e nelle rampe di accesso e uscita alla stazione sotterranea, oltre allo spessore del pacchetto strutturale, del ricoprimento minimo delle soprastrutture e della quota altimetrica di Corso Torino all’altezza della banca Intesa Sanpaolo.
All’incontro si è parlato anche della fermata del treno di Ferriera. Da diverso tempo si vociferava di questa possibile soluzione. Come ha spiegato Simone Franchino, nel progetto della Linea Torino-Lione del 2011 “c’era un accenno a questa fermata, ma al momento non esiste un progetto ufficiale”. Quella di Ferriera non sarebbe una vera e propria stazione, ma una semplice fermata. La differenza tecnica la spiega Vela: “In una fermata si hanno due binari di corsa con marciapiede, senza comunicazioni tra i due binari e senza binari di precedenza per la sosta di treni in ritardo o con problemi”. La nuova fermata di Ferriera andrebbe a collocarsi subito dopo la rotonda di Corso Europa al confine con Avigliana, nella zona degli orti. Al posto di quegli orti andrebbe a collocarsi il parcheggio della fermata, con 350 posti auto.
Pino,una volta qui era tutta campagna…elettorale!
Mi stupisce il fatto che nessuno parli di ACQUA, Avigliana Galleggia di fatto, e tutto ACQUA SOTTO le fondamenta, ricordo nelle opere terminate nel 2005, vicino al sottopasso ferroviario, si scavava per le fondazioni della Berlinese , i muri di contenimento, ed un escavatore enorme un 420 quintali scavando ha trovato una sacca di acqua si è ribaltato su un fianco, hanno dovuto chiamare 2 auto gru per tirarlo fuori, e pieno di acqua , di fatti sotto la galleria Montecuneo, si nota giovanissima ma piena di infiltrazioni di acqua, e non siamo andando sotto terra circa 6 metri 15 massimo in certi punti, la ferrovia si allagherebbe se va tanto sotto, come gestirebbero la corrente senza creare problemi di propagazione con il fiume che si crea dentro , con cavi di alta tensione acqua che cade su i poli del 3 o 25 mila ?, ma scherziamo ?, ho garantiamo tunnel a tenuta stagna e questo eleva i costi al doppio quasi, oppure un opera che nasce problematica da subito, … quella ferrovia e meglio elevarla che interrarla, !!!..
Ben vengano le campagne elettorali quando mantengono vivo l’interesse dei cittadini verso il proprio territorio e verso il proprio futuro.
La nostra Valle subisce un assedio che la costringe, per difendersi, ad un campagna elettorale permanente e, come raccontatoci da Omero nell’Iliade e nell’Odissea, constatata la strenua capacità di resistenza il pericolo maggiore potrebbe essere l’inganno del cavallo.
Troia resistette nove anni, noi siamo a tre volte tanto e non abbiamo nessuna intenzione di cedere.
Mi stupisce che chi parla di acqua non sia in lista per diventare sindaco………