STORIA DI UNA FAMIGLIA DISTRUTTA DAL DOLORE: ORBASSANO IN LUTTO PER LA MORTE DI ALESSANDRO E CRISTINA

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ORBASSANO / RIVALTA DI TORINO – Un dolore immenso, che ha distrutto un’intera famiglia. In questi giorni di feste natalizie, le comunità di Orbassano e Rivalta sono rimaste scosse dalla morte del dottor Alessandro Giacoletto, 64enne medico di famiglia molto conosciuto in città, e della moglie farmacista di 59 anni, Cristina Masera. A seguito di un gesto estremo, il 9 dicembre 2024 erano stati trovati dai soccorritori in fin di vita, nell’auto all’interno del loro box auto. Avevano tentato di togliersi la vita saturando di gas il proprio garage in via Pascoli. Nonostante i soccorsi e il ricovero in due ospedali, non c’è stato nulla da fare: Cristina Masera è morta mercoledì 18 dicembre alle Molinette di Torino, mentre Alessandro Giacoletto è mancato il 23 dicembre all’ospedale San Luigi di Orbassano. Il dolore per entrambi i coniugi era troppo forte da sopportare: quasi 3 anni fa, nel febbraio 2022, la loro giovane figlia si era tolta la vita, a soli 28 anni. Troppa sofferenza, pesi insormontabili.
Un ricordo toccante è stato pubblicato su Facebook da Alessandro Bassignana, amico del dottor Giacoletto e della moglie Cristina: “E così se n’è andato anche Alessandro, per volontà sua e per raggiungere Chiara e Cristina, amori della sua vita. L’avevano deciso sin da subito lui e Cristina, quella terribile sera di quasi tre anni fa, quando Chiara volle allontanare per sempre i demoni che la tormentavano da tempo. Lo ricordo come fosse ieri, perché io e Claudia fummo buttati giù dal letto da una drammatica telefonata nel cuore della notte, urla disperate e che ancora mi rimbombano nel cervello. Ci precipitammo da loro, e quando arrivammo c’erano le luci blu di ambulanza e Carabinieri a raccontare il dramma che era avvenuto in quella casa. Entrando ebbi la terribile sensazione che qualche spirito malefico ci avesse preceduti, penetrando tra quelle quattro mura per portarsi via le vite delle persone che l’abitavano: con Chiara c’era riuscito, ed ora stava cercando di strapparsi anche mamma e papà. Quella notte iniziò, o meglio finì tutto, e da allora fu solo più calvario, una sofferenza indicibile e la più assurda delle condizioni per due genitori: non sopravvivere ad un proprio figlio. Che sarebbe finita così l’avevamo capito in tanti, ma nulla abbiamo potuto fare per cambiare le cose, riconsegnare una ragione di vita a chi la vita ormai l’odiava, e nemmeno voleva trovare la forza per continuare a lottare. Una famiglia ormai distrutta, ridotta in cenere. Prima d’oggi non ho mai voluto rendere pubblico il mio pensiero, raccontare quanto visto quella notte e vissuto dopo; del resto già in troppi lo facevano, spesso in maniera impropria, persino pettegola, ma adesso è giusto farlo, rendere giustizia a Cristina ed Alessandro, specialmente a Chiara. Però voglio anche ricordare una persona davvero speciale, perché per me Alessandro Giacoletto non era solo un amico, ma pure il bravissimo Medico che mi ha salvato la vita. Cinque anni fa non fosse stato per lui, e per quelle straordinarie intuizioni che facevano parte del suo enorme bagaglio professionale, probabilmente ora sarei invalido se non addirittura sottoterra tra quattro assi di legno; e non più tardi di due mesi fa ha ripetuto il miracolo con mio padre. L’ultima volta che abbiamo parlato, e il nostro discorso è scivolato sulle dolorose vicende, mi ha chiaramente detto che non aveva più niente da fare su questa Terra, e che le ragioni per continuare a campare non c’erano più. Ora spero che trovi quella pace eterna che ha certamente meritato. Ciao Ale”.

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5 COMMENTI

  1. Che brutta storia ,venirne a conoscenza persino nella sera del giorno di Natale,anche se..non cambierebbe nulla rispetto ad altre sere che possiate abbracciare la Vostra Piccola Creatura!

  2. Una bella famiglia, persone buone lo si vede dai loro volti.
    Purtroppo il suicidio e’ misterioso.
    A volte non si prevede.
    Non e’ una morte come le altre, lascia un buco nell’animo dei famigliari.
    Condoglianze.

  3. Quando le feste e la gioia che ci circonda ci portano malinconia pensando a quando eravamo con i nostri cari , questi poveri genitori che da dottori curavano le altre persone e non sono riusciti a curare il loro grande dolore ,possa Dio ricomporre questa famiglia in Paradiso in questo giorno che volge al termine in cui l’Eterno è diventato Padre di Gesù nostro salvatore.

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