STORIE DI VALSUSA / VILLARDORA E I SEGRETI DI MARIA LEMBO

Condividi
FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn

image

di MARIO RAIMONDO

E’ tornata recentemente dal natio Cilento, passando da Rocca Imperiale dove Mogol – paroliere di Lucio Battisti – ed Alessandro Quasimodo, figlio di Salvatore, premio Nobel per la letteratura 1959, l’hanno premiata nel concorso di poesia Il Federiciano.

Ed ora è già in procinto di partire per la montagna ,altrove, ad ascoltare il vento e le sue parole… Maria Lembo, poetessa villardorese è così, sempre in movimento, volitiva e sognatrice….M’accoglie nella sua casa villardorese in una sera di pioggia col ticchettio delle gocce d’acqua sui vetri, tra i suoi libri e le suppellettili, le foto, che come parole, raccontano in immagini, l’apparenza e la realtà delle cose, l’attimo che sembra eterno e si fa breve come l’istante di una parola, ed infinito, come l’inchiostro di un monito: corri…vivi …raccogli e custodisci in uno scrigno il tuo sogno.

image

Come se fosse un filo d’oro, fanne un ricamo su di un panno, del giorno presente, di quello futuro, della memoria… Memoria… Rimembra: “Rivedo quella ragazzina di quel mio Sud, tragico e bellissimo, fatto di luci e d’ombre come quello immortalato, ‘adagiato’ nelle parole dure e struggenti di Carlo Levi… Io belloccia, la figlia ‘del padrone’, la vita come un tratto di sentiero già segnato da altri, forse il fato, forse la tradizione…Ma io penso … sogno, agisco, scrivo.

Se semini un pensiero raccogli un’azione, se semini un’azione raccogli un’abitudine, se semini un’abitudine raccogli un destino. Io voglio il mio destino, io lo scrivo; non voglio altri lo scrivino per me…Devo partire, vedere e provare un altro modo di vivere ,perché quello del poeta è sempre un viaggio, un’ esplorazione dei moti dell’animo. La vita poi ,con i suoi alti e bassi ha momenti rudi, e se l’arte di vivere non te la possono insegnare allora l’impari da sola: ma mai devi permettere che qualcuno tarpi le ali del tuo sogno, che è volo di libertà come il battito d’ala del gabbiano sul mare o dell’aquila sulla rupe. Ed io amo l’infinità del mare che si perde fino all’orizzonte a toccare il cielo, e la gagliarda vetta che si staglia come monolite sino a sfiorare il cielo, perché entrambi portano i sussurri e le grida del vento che sono l’inchiostro del poeta”.

Maria Lembo parla, racconta, legge le poesie, parole che sono preziose come la pioggia d’estate al tempo dell’arsura: i suoi (sinora) tre libri, sanno colpire al cuore ,perché ispirati dalla genuinità. Genuinità nelle prose, nelle rime, che fondamentalmente narrano lo stupore davanti alla bellezza racchiusa nella natura e nel mistero della vita ….T’accorgi che la vita è davvero unica e bella perché – come ha scritto Marcella Filippa nella prefazione di ‘Momenti dell’Anima’- va vissuta fino in fondo , in ogni istante e in ogni attimo, unico ed irripetibile…

Come ha fatto e fa Maria Lembo …Una ‘ self made woman ’,che con la forza grande delle donne sempre in continuo divenire su di un foglio ancora intonso cerca parole che illuminino questi tempi bui di grande scoramento. E davvero ci riesce scatenando quell’empatia che forse solo i poeti sanno creare… Al commiato – mentre ricorda ancora una volta che l’importante è l’inseguire i propri sogni perché essi sono la terra su cui germogliano i semi della speranza – aprendo la porta sul cortile, l’abbraccio di un sorriso sincero sembra contagiare anche la pioggia che cadeva copiosa dal cielo…

Non vi e più la nuvola plumbea e cupa. Sembra l’aria sia tersa, chiara e pura. Come se a Villardora stasera ci fosse il sole anche di notte.

FacebookTwitterWhatsAppMessengerEmailLinkedIn
Condividi
© Riproduzione riservata

Che cosa ne pensi? Scrivici la tua opinione

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.