di MARIO RAIMONDO – ALMESE IL RITORNO DEL PENNELLO DI FUOCO
A volte ritornano…A volte si ritorna…Si riprendono gli antichi passi su sentieri nuovi e quei passi, che forse un tempo sembravano abitudinari, si riscoprono unici, preziosi…E’ sempre il senno di poi che dice quanto era impagabile ed unico ciò che vivevi prima…E’ quello che è accaduto ad Alberto Piccoli dopo il terribile incidente del 20 giugno del 2012: la vita sospesa, in quell’indefinito limbo che è la soglia tra la vita e la non vita, la paura, la sofferenza, la speranza, i dubbi, i tanti ‘se’ che martellano la mente ed i cuori dei tuoi cari ed il tuo. All’improvviso – il tempo breve di un urto – il tutto che sei o che hai, diventa un nulla…Davanti hai l’indefinito di un’incertezza che può essere chiamata morte, fine, aldilà…chi può saperlo…Forse, come mi disse un giorno Gustavo Rol, la morte è come un sogno…Ma il riprenderti di qua è tutt’altro che indolore: le molecole della carne si agitano nella sofferenza, bisogna riconnetterle, rieducarle, dar loro un secondo mandato. Devi trovare ‘un soffio dello spirito’ per uscirne fuori…
“Sono un miracolato – dice Alberto Piccoli – mi ha salvato la Madre di Dio, la Madonna di Lourdes, cui sono devoto. L’incidente, se così posso dire, è stato come una prova…Ho mantenuto la mia fede e ne sono uscito fuori. Un’esperienza che ti cambia la vita, che te la ‘amplifica’ perchè dopo vedi tutto con occhi nuovi. Capisci che ogni giorno ci è donato perche’ nulla ci è dovuto ,che tutto ci è dato in prestito, che ogni nostro talento va messo a frutto per il bene e per il bello, per i valori reali della vita.” Sei sulla linea della ripartenza e quando suona il ‘gong’ dello start…via!
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Per Alberto Piccoli la ripartenza è stata anche il riprendere il talento artistico che si esprime con la pirografia, forma desueta d’arte in cui, al di là di ogni retorica, oggi è Maestro. Pirografia – parola che etimologicamente deriva dal greco e significa scrivere con il fuoco – significa per Piccoli disegnare e scolpire il legno sino a farne opere d’arte uniche. “Per me ogni opera nasce da un’ispirazione – racconta Piccoli che è anche un appassionato di musica e suonatore di chitarra – che si materializza quando ‘vedo’ nel legno la potenzialità di una forma o di un’immagine. Con umiltà, guardando quell’asse o quel ceppo grezzo, immagino ciò che quei filamenti legnosi possono esprimere, quell’oggetto d’arte che celano sotto l’apparenza anonima di fibre cresciute in un albero. Usando una metafora posso dire ogni legno ha una sua musicalità ed è come uno spartito da suonare: il pirografo prima esplora, tratteggia, poi incide come un pennello di fuoco e tira fuori questa musicalità che è ancora grezza ma ha già il tono dell’opera finale…Con la punta di fuoco salta da un pentagramma all’altro, da una nota all’altra, formando l’insieme che è il concerto dell’opera prima, il quadro finito, l’oggetto ch’era celato tra le fibre del legno e che alla fine appare davanti agli occhi.”
La fantasia creativa di Alberto Piccoli è stupefacente: sono stupendi i ritratti della Madre di Dio, del Cristo Salvatore colto nella sofferenza che è Redenzione. Lo sono altresì i paesaggi innevat , i villaggi arrampicati su per i colli dei ricordi del cuore, le scene agresti e bucoliche che immortalano i tempi di un’ istante nella solennità di un tempo che si cristallizza nel sempre…Alberto Piccoli oggi si sente un redivivo: ne ha tutte le ragioni ed il suo pirografo ha in serbo altri stupori…A questo punto della vita, con una carica artistica rigenerata in toto, davvero di lui si può dire che – prendendo a prestito il titolo di un libro di James Joyce – presto qualcuno ne farà un ritratto dell’artista da giovane (…).