STUDENTE DI GIAVENO VINCE IL CONCORSO NAZIONALE SULLA DIVINA COMMEDIA

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di ANDREA MUSACCHIO

GIAVENO – Si chiama Emanuele Gibellino, abita a Giaveno, frequenta il Liceo Vittorio Alfieri di Torino e giovedì 2 maggio, ha vinto il concorso nazionale di memoria poetica “Tenzone dantesca” a Nocera Inferiore. Il ragazzo valsusino, è stato decretato vincitore dopo varie sfide con studenti provenienti da tutta Italia – i quali come lui frequentano il terzo anno al liceo – sulla memoria del Canto VII dell’Inferno della Divina Commedia.

Il “Tenzone dantesca”, concorso nazionale che ha raggiunto quest’anno la sua dodicesima edizione, aveva come tema principale: “Oh vana gloria de l’ umane posse! – Dante e la fortuna”. Perciò gli studenti, hanno dovuto imparare vari versi della Divina Commedia, e se i ragazzi della terza liceo hanno dovuto cimentarsi con il Canto VII dell’inferno, i ragazzi del quarto anno si sono sfidati sul canto XI del Purgatorio mentre i ragazzi del quinto anno sul canto XVII del Paradiso.

Intervistato da ValsusaOggi, Emanuele Gibellino ha spiegato come era strutturata la gara e quali sono state le varie tappe che lo hanno portato alla vittoria: “Della nostra scuola (il Vittorio Alfieri di Torino, ndr.) eravamo in due, però gareggiavamo in maniera indipendente, quindi solamente uno poteva vincere. La gara è stata strutturata in più gironi, tutti dovevamo pescare al primo girone tre terzine, comunicarle ai giudici e ripeterle a memoria.
Al seguito di questa ripetizione, i voti più alti passavano al secondo girone dove si ripeteva la medesima cosa tranne per il fatto che le terzine da ripetere erano cinque. Subito dopo ho dovuto affrontare uno spareggio, con la ripetizione sempre di 5 terzine prima della prova finale, dove chi otteneva il punteggio più alto sarebbe stato decretato campione. Il vincitore, quasi per rispetto, ripeteva tutto dall’inizio”.

Nocera Inferiore, luogo dove si è svolto il concorso dantesco, ha visto concentrarsi tutti i licei del “Belpaese”, e ad assistere alle prove degli studenti, oltre ad un pubblico composto da 100 persone circa, c’era una giuria di esperti e studiosi di chiara fama.
Questo ha portato i ragazzi a sottoporsi ad un duro lavoro di memoria e di interpretazione sui versi del “Sommo Poeta”: “I licei che hanno partecipato al concorso erano molti e arrivavano da tutta Italia. All’inizio ero leggermente teso, ma poi vedendo che non era da ripetere tutto ogni volta ma solo tre terzine, sono riuscito a darmi una calmata e ad interpretare bene i versi.
C’è stato un lavoro dietro, che ci ha aiutati ad arrivare fino a qui, ma nonostante ciò è stato difficile all’inizio, complice una giuria esperta davanti. Poi con i loro consigli, al secondo girone, sono riuscito a dare una buona interpretazione ed ottenere tutti voti perfetti. Il lavoro di preparazione consisteva, dopo aver imparato le terzine, di interpretare e quasi recitare.
È stata un’esperienza importante, perché andare fino là e esporsi davanti a un sacco di persone mi ha aiutato a farmi conoscere meglio. Mi sono divertito.”
La gara, riservata agli alunni del Triennio aveva lo scopo di promuovere la lettura interpretativa e la memoria come mezzo privilegiato per la piena comprensione e assimilazione del testo dantesco, riscoprendone la dimensione dell’oralità e recuperando il “suono” dell’endecasillabo sedimentato nell’immaginario poetico italiano.
Oltre che di spronare i giovani all’emulazione e al confronto reciproco e di favorire lo scambio tra esperienze didattiche e culturali attuate in diversi Licei d’Italia e d’Europa e nelle Scuole italiane all’estero.
Ai vincitori sono stati assegnati premi in denaro, mentre ai meritevoli premi e menzioni onorevoli; tutti i concorrenti, invece, hanno ricevuto un attestato di partecipazione.

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