di SANDRO PLANO (ex sindaco di Susa)
SUSA – La Conferenza dei Sindaci dell’Unione Montana Valle Susa del 28 luglio scorso ha approvato una richiesta d’incontro con il Governo per discutere del progetto della nuova linea ferroviaria in Valle di Susa. L’Amministrazione Comunale della nostra città non ha partecipato alla seduta e non ha sottoscritto il documento approvato dai sindaci in tale sede.
Decisione questa che conferma l’ambiguità e la contraddizione palese tra lo slogan elettorale di questa maggioranza: “né sì, ne no, siamo oltre il Tav” e i comportamenti, in queste ed altre occasione marcatamente caratterizzati dall’accettazione incondizionata del progetto.
Atteggiamento questo che, pur nel rispetto della diversità di idee, rompe il fronte dei Sindaci della Valle di Susa che chiedono al Governo di analizzare con più attenzione le recenti conclusioni della Corte dei Conti europea e di riconsiderare il progetto. Atteggiamento che mal si concilia con il ruolo centrale che la città dovrebbe assumere su un tema che non riguarda solo il territorio comunale, ma l’intera Valle.
Per le ragioni sopra esposte chiediamo al sindaco, richiamato il regolamento, di inserire come punto all’ordine del giorno, citando l’oggetto, del prossimo Consiglio comunale la seguente mozione. Il Consiglio Comunale delibera di sottoscrivere il seguente documento approvato dalla Conferenza dei Sindaci dell’Unione Montana Valle Susa il 28 luglio:
“Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ha assunto decisioni in base agli accordi internazionali stipulati tra Francia e Italia e ratificati dai rispettivi Parlamenti. I programmi di realizzazione dell’opera prevederebbero un coinvolgimento estremamente significativo del territorio della Valle di Susa. Pur essendo trascorsi molti anni dall’avvio dell’iter progettuale, l’attuazione concreta di tali programmi continua a presentare una lunga serie di gravi criticità dal punto di vista procedurale, progettuale e dell’impatto sulla vita e l’economia delle comunità locali nonché sugli ecosistemi naturali.
Tanti cittadini e tante amministrazioni locali della Valle di Susa hanno espresso ed esprimono tuttora critiche in merito all’utilità di quest’opera, negli anni motivate da argomentazioni tecniche che continuano a mantenere invariata la loro validità.
Recentemente la Corte dei Conti Europea, esaminando dettagliatamente otto grandi progetti infrastrutturali della rete transeuropea, ha reso esplicito e oggettivo il quadro critico in cui versa il progetto Torino-Lione.
Nel rapporto pubblicato, la Corte dei Conti Europea ne ha sottolineato il cronico ritardo, l’aumento dei costi, le gravi emissioni climalteranti, le previsioni di traffico sovrastimate. Questi fattori allontanano i presunti vantaggi dell’opera e la pongono in condizione di incongruenza con le scelte dell’Unione Europea in merito alle scadenze di realizzazione della rete transeuropea (2030) e di decarbonizzazione dell’economia (2050).
Gli elementi sopracitati sono approfonditi in un’analisi tecnica allegata al presente documento.
Come già in precedenza, torniamo a segnalare l’urgenza di verificare le criticità evidenziate, tra cui:
- L’attuazione degli accordi internazionali Italia-Francia, con particolare riferimento alla reale disponibilità delle quote di finanziamento complessivo dell’opera da parte dei due Stati, ad oggi ancora indefinita.
-L’effettiva disponibilità del contributo europeo al finanziamento complessivo dell’opera, ad oggi non ancora stabilito.
-La gestione dei fondi europei già stanziati per le attività preliminari dell’opera, in larga parte inutilizzati come evidenziato dalla Corte dei Conti Europea;
- La Sezione Transfrontaliera (Tunnel di Base) per quanto concerne la verifica delle tempistiche attualmente ipotizzate per l’avvio e la messa in esercizio, alla luce dei notevoli ritardi indicati dalla Corte dei Conti Europea.
-
Le due tratte nazionali di adduzione, in Italia e in Francia, con riferimento alle decisioni, alle modalità di finanziamento da parte dei due Stati e ai programmi e alle tempistiche inerenti la loro realizzazione, come segnalato dalla Corte dei Conti Europea.
-
Le criticità procedurali inerenti le modalità e le tempistiche effettive per l’espletamento delle procedure di esproprio delle aree coinvolte dai cantieri, in larga parte appena avviate.
· Le criticità progettuali inerenti la reale disponibilità dei siti di conferimento per la gestione e il deposito definitivo dei materiali di scavo, nonché i rilevanti impatti determinati dal trasporto stradale di tali materiali.
Malgrado le numerose sollecitazioni formulate in tutte le sedi competenti dalle nostre Amministrazioni, permane un quadro di indeterminatezza intorno alle ipotesi di realizzazione e ai risultati attesi per il progetto Torino-Lione. Tale situazione è incompatibile con gli obblighi di efficacia e trasparenza connessi con la rilevante entità di risorse pubbliche che dovrebbero essere assorbite da questo progetto. Una condizione anomala oggi ulteriormente inconciliabile con la situazione di emergenza sanitaria per la pandemia Covid-19 e il conseguente reindirizzamento delle priorità di investimento pubblico a supporto delle attività produttive, a sostegno della fragilità economica e sociale, al rafforzamento delle infrastrutture sanitarie, scolastiche e di collegamento digitale.
A prescindere da quali siano le posizioni reciproche, riteniamo ineludibile e urgente una riflessione seria intorno al progetto Torino-Lione. Alla luce degli elementi e delle considerazioni sin qui esposti, in qualità di Amministratori della Val Susa sollecitiamo il Governo Italiano, il Governo Francese e l’Unione Europea a:
· Valutare una sospensione con particolare riferimento alle procedure di appalto in corso.
· Verificare puntualmente i presupposti e lo stato di avanzamento del progetto rispetto alla congruenza con le decisioni dell’Unione Europea in materia di trasporti e decarbonizzazione dell’economia.
· Avviare una nuova fase di confronto tra Governo e Amministrazioni Locali.
A tale proposito, rinnoviamo la richiesta di incontro formale al Governo Italiano con una nostra delegazione, già avanzata lo scorso 11 novembre 2019 nei confronti dei Ministri delle Infrastrutture e dell’Ambiente e alla quale finora non vi è stato alcun riscontro.”.
Plano ha perso le elezioni,se ne faccia una ragione.Nonostante questo continua pervicacemente la sua politica di intralcio alla TAV.Le mie perplessità continuano ad accumularsi… La domanda da farsi è:cui prodest?
Caro Sandro, chiedere a Ponzio Pilato di pronunciarsi, guardato a vista dai suoi delfini è azione impossibile
Il sindaco proviene da una passata amministrazione in quel di Almese, sotto l’allora sindaco Gonnella. Il comportamento sulla TAV rispecchia fedelmente il pensiero di allora. E cioè avanti TAV e……. Savoia
Plano, se ti han fatto fuori un motivo c’è
Qualcuno a suo tempo, appena eletto, disse che non sarebbe stato il sindaco di tutti, e quindi su certi argomenti (Tav) non ci si poteva aspettare azioni che non fossero di contrarietà. Non vedo perché ora quell’ EX sindaco si aspetti seriamente che il nuovo sindaco sottoscriva quel delirante documento, in totale contrasto con il programma elettorale per cii è stato eletto. Dove sta scritto che Susa dovrebbe rientrare forzatamente nel “fronte dei Sindaci NoTav” ? Alla faccia del rispetto delle diversità di idee.
Non ci sono dubbi al riguardo, mi sembra che gli atteggiamenti e comportamenti del sindaco riguardo la TAV, siano più che sufficienti per capire la posizione sua e della giunta della città di Susa.
Al Direttore di Valsusaoggi. Trovo pessima l’abitudine di scrivere questi commenti firmati con nomi di fantasia. Ognuno è libero di esprimere opinioni, ma dovrebbe avere la decenza di metterci la faccia. Ho perso le elezioni, in democrazia succede, ma non ho cambiato bandiera e penso neanche la faccia. Se la maggioranza di Susa vuole una ventina di anni di cantieri, mi adeguo, ma rivendico il diritto di dire che non sono contento. Il “Merovingio” se è, o sarà, in pensione potrà finalmente andare a vedere gli scavi con gli altri nonni. Sandro Plano
Caro Sig. Plano, come ho già detto più di una volta per aver espresso le mie opinioni ho avuto la mia vettura danneggiata con righe sulla carrozzeria e come cadeaux un volantino No Tav sotto il tergicristallo.Quindi ,se Lei mi permette,io rivendico il diritto all’anonimato,per evitare altre complicanze dai democraticissimi e non violenti No Tav.
Da anni, giudicare la TAV presenta un problema di obiettività: da una parte, chi dice che l’opera rilancerà l’economia, proprio quella che é stata falcidiata da Roma appositamente per poter ridurre “i montanari ignoranti” alla canna del gas; dall’altra, usare “i pesanti ritardi” dei cantieri come pretesto per una sospensione, quando i ritardi sono stati proprio causati da chi ne auspica il blocco con continui sfondamenti, blocchi, ricorsi, attentati ecc. Ci vorrebbe una valutazione seria e serena da parte di un ente terzo non coinvolto, magari una università estera (inglese?).
Si risparmiano soldi se non fate nulla.Perche’ contrarieta’ personale a parte dovete sempre fare analisi mettervi d’ accordo,non e’ chiaro abbastanza?Basterebbe fare un referendum o un sondaggio nei gazebo e vedere i valsusini come la pensano , mi chiedo come mai considerando il numero di faveroli alla TAV non ci abbiate gia’ pensato! NON SARA’ CHD IL NUMERO DEI CONTRARI E’ SICURAMENTE MAGGIORE?
In valle guai a non essere NO TAV alla faccia della libertà di espressione
Posizione a 90
Ma la CORTE DEI CONTI ITALIANA non ha nulla da ridire sulla ripartizione dei costi? col 21% della tratta ne paghiamo il 58%, ed i sostenitori del buco sono contenti!!, o hanno le mani in pasta o non sanno contare
Ma si è informato oppure sta sparando cifre a casaccio?