di ELENA LATRY
SUSA – Durante l’ultimo consiglio comunale, un cittadino ha esposto un’idea per aiutare i cittadini con problemi economici che hanno debiti con il Comune: il baratto amministrativo. Consiste nel saldare il proprio debito, svolgendo dei lavori di pubblica utilità: sorveglianza degli scolari in prossimità delle strade, il Piedibus, la manutenzione e la pulizia dei giardini, ecc.
“Purtroppo anche se l’idea è buona – risponde l’assessore Erika Liuzzo – non si può fare, perché il baratto non ê applicabile ai debiti che si sono accumulati nel corso degli anni. Inoltre l’effettiva valorizzazione del lavoro svolto ed il debito devono essere quantificabili alla pari. È una buona proposta, ma con le impostazioni sbagliate. I servizi sostitutivi del pagamento delle tasse locali, non possono esserci…ma si potrebbe in futuro aprire l’iniziativa per dare dei crediti ai cittadini di buona volontà”.
GIAVENO, AL VIA IL BARATTO AMMINISTRATIVO: I CITTADINI POTRANNO PAGARE LE TASSE LAVORANDO PER IL COMUNE.. bugiardi o solo sfaticati, a Giaveno si sta facendo, a susa non è “Fattiibile”, informatevi a Giaveno come hanno fatto loro, prima di dire che non sia possibile.. la Erika Liuzzo, dovrebbe essere la prima a correre visto i precedenti con il suo “direttore ACSEL” ben coperto, potrebbe almeno tentare di aiutare i poveri..!, ma siccome la sua vita e salva la pancia è piena , e lui non è in carcere quindi i poveri restano poveri perchè nulla si pò fare mentre altrove già lo fanno, Erika Liuzzo, VERGOGNATI E CHIEDI SCUSA…
Chissà perché a Villardora la cosa diventa possibile? Da un precedente articolo di VALSUSAOGGI: ” “Con l’introduzione del regolamento sul ‘baratto amministrativo’, il nostro Comune (Villardora) fa proprie le possibilità offerte dalla legge n° 164 del 2014. Tale legge consente ai Comuni di deliberare riduzioni od esenzioni di tributi a fronte di interventi prestati per la riqualificazione del territorio ed a favore della comunità, il che significa che se non pago le tasse perché non ne ho momentaneamente la possibilità, estinguo il mio debito nei confronti del Comune (che per altro garantisce i servizi anche a chi non paga), lavorando per il medesimo. Un principio di equità e di solidarietà sociale che con il regolamento attuativo viene messo nero su bianco ai massimi livelli di trasparenza, com’è d’obbligo per la res publica, delimitando e definendo i termini di utilizzo per i cittadini di questa possibilità”. Sarebbe possibile avere maggiori chiarimenti in merito? Se tali eventuali pendenze non sono state pagate, nei giusti tempi, per difficoltà economiche che ancora continuano non sarebbe più logico dare la possibilità di sanare il debito lavorando per la comunità invece di non riscuotere nulla? Se il baratto amministrativo non fosse ritenuto possibile per pendenze retroattive perché non prenderlo in considerazione per il futuro? Perché non si può quantificare un apporto lavorativo? Parlare di credito lavorativo o rimborso per tributi vari cosa cambia ai fini della risoluzione di un problema?