SUSA – Domenica 16 dicembre presso la Chiesa della Madonna del Ponte, si è tenuto l’evento finale del progetto denominato “Quali memorie per quali cittadini. La Valle di Susa e le identità dei cittadini di seconda generazione”, che è stato tra i dieci progetti finanziati dal bando 2017 “Polo del ‘900 – Bando per il Piemonte” della Compagnia di San Paolo, con capofila il Centro Culturale Diocesano di Gianluca Popolla.
Il progetto ha visto al lavoro per più di un anno gli studenti delle scuole superiori della Valle di Susa (Des Ambrois, Ferrari, Rosa) ed è nato come un percorso di sviluppo socio – culturale della valle attraverso la tematica della memoria, fondamentale per lo sviluppo e il futuro di ogni comunità.
Il progetto ha inoltre previsto la condivisione, da parte degli studenti, di un’esperienza tra una pluralità di attori: alcuni giovani artisti stranieri, nuovi cittadini oppure di seconda generazione, hanno realizzato delle opere artistiche sul tema della migrazione e dell’emigrazione legate alle realtà del territorio della Valle di Susa.
Gli artisti hanno seguito percorsi molto diversi: Aleop Tur Garma, cubano, e Shayan Ghareh Saveri, iraniano, hanno lavorato con gli studenti del Liceo “Norberto Rosa” (affiancati dalla prof.ssa Laura De Benedetti), Elena Corina Cohal e Ovidiu Vasile Boc, rumeni, hanno collaborato con gli studenti del Des Ambrois e con la prof.ssa Daniela Vighetti, mentre il gruppo teatrale Black Fabula di Beppe Gromi (composto per la maggior parte di migranti provenienti dai Paesi del Centro – Africa) hanno presentato uno spettacolo teatrale, “Invito al viaggio”con gli studenti della Vª Meccanica del Ferrari, seguiti da Giuliana Giai.
La performance teatrale del Ferrari è frutto di un lungo e complesso lavoro, che ha visto i ragazzi partire dalle storie familiari (in quasi tutte le famiglie, in passato, vi sono stati emigranti), rapportandole all’attualità e all’esperienza dei migranti di Black Fabula. Ne è scaturita un’inedita e importante contaminazione di esperienze, tramite il ripercorrere i momenti più drammatici delle nuove e antiche migrazioni, quando anche gli italiani, costretti ad emigrare all’estero, erano discriminati ovunque e morivano in naufragi o sepolti nelle miniere del Belgio, dopo aver vissuto in condizioni disumane con le loro famiglie, bambini piccoli compresi.
La serata è proseguita con la visita alle installazioni e i quadri degli artisti e dei ragazzi del Des Ambrois e del Rosa, in mostra presso il Museo Diocesano. I risultati del progetto saranno ancora presentati a Torino il prossimo gennaio per la Giornata della Memoria e, per quanto riguarda “Invito al viaggio”, anche al teatro Magnetto di Almese in occasione del 25 aprile.
Per tutti gli studenti è stata un’esperienza arricchente e preziosa, che ha loro consentito di guardare alle migrazioni attuali con occhi consapevoli, diversi dagli stereotipi e dai pregiudizi comuni e diffusi.
Ma la scuola non dovrebbe essere laica? Perché in ogni progetto c’è di mezzo la chiesa?
E chi dovrebbe portarle avanti certe lodevoli iniziative ? gli analfabeti razzisti che vomitano ignoranza su ogni social o nei commenti delle notizie ?