di IVO BLANDINO
SUSA – Lo scorso 4 giugno si è spento, all’età di 75 anni, Antonio Perreca, il fondatore della nota pizzeria/ristorante di Susa, Bella Napoli.
Sono in tanti in Valsusa a conoscere questa pizzeria, ma forse non sono in molti a sapere cosa si nascondeva dietro la figura di Antonio, imprenditore della ristorazione.
Per scoprirne di più, il figlio Carlo (attuale titolare della pizzeria), ci ha raccontato la storia di suo padre, giunto in Valsusa appena nato, a soli sei mesi.
“Mio padre è nato a Nola in provincia di Napoli, il 13 giugno del 1943 e molto piccolo con i genitori e gli altri sette figli, è giunto in Val Susa. Trovarono sistemazione presso la casa caserma (cosi si chiamava allora), a Susa, e il papà di Antonio, lavorò presso la caserma come calzolaio. Antonio frequentò il collegio di Mattie, dove non solo imparò a parlare piemontese, ma anche il patuà di Mattie: qui rimase fino alla scuola di avviamento e al termine degli studi, andò militare a Belluno e precisamente nella zona della tragedia del Vajont. Al ritorno a casa, decise di raggiungere un suo zio che abitava a Grenoble, in Francia: Antonio trovò occupazione nella fabbrica come operaio, imparerò velocemente a fare il saldatore e dopo solo sei mesi, fu premiato dal suo datore, con il grado di capo reparto. Ma Antonio non si fermò: lasciata Grenoble, andò a Moncenisio per lavorare alla diga come escavatore. Nel 1982, Antonio rientrò a Susa e aprì quasi in sordina la pizzeria che chiamò, in onore alla sua città, “Bella Napoli”. A quel tempo a Susa non c’erano pizzerie e così pensò che la città della Marchesa, dovesse avere una pizzeria, con un buon pizzaiolo e come vuole la tradizione, un napoletano, e nel 1985 acquistò i locali, che si trovano in una posizione della città di grande passaggio, esattamente su piazza Trento. Nel 1991, aprì altre pizzerie/ ristoranti a Oulx e Monginevro, sempre ottenendo un grande successo e una buona clientela”.
Oggi questa eredità è portata avanti dal figlio Carlo e i suoi famigliari, consapevoli del patrimonio che suo padre ha lasciato, ma pure consapevoli che l’eredità che Antonio gli ha lasciato è il frutto di lavoro, di sacrifici e di sofferenze: spetta ora a Carlo ed ai suoi famigliari proseguire la strada che il fondatore della Bella Napoli gli ha indicato.