DAL COMUNE DI SUSA
SUSA – L’area Della ex Polveriera bonificata dall’amianto: oltre 7 ettari precedentemente del Demanio Militare e ora di proprietà comunale. L’area si trova alle porte di Susa sulla statale 24 e versava da decenni in stato di totale abbandono. Il finanziamento complessivo originariamente era di 300.000 euro (107mila derivanti da residue del Patto Territoriale e i restanti da fondi CIPE).
Il commento di Giuliano Pelissero assessore al Patrimonio e ai Rapporti con le Frazioni: “Il progetto prende avvio con la firma dell’accordo in Municipio esattamente sei anni fa, il 31.01. 2014, tra l’ex sindaco di Susa Gemma Amprino, l’allora presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e l’allora Vice Presidente della Coldiretti Sergio Barone.
Siamo particolarmente soddisfatti della conclusione di una prima fase di un percorso importante che ha coinvolto l’area della ex Polveriera in località San Giuliano. L’intervento faceva parte del programma di opere denominato “Smart Susa Valley”.
Passano gli anni, il Progetto in qualche modo si tiene in vita ma ridimensionato nelle cifre.
Ora, da pochi giorni sono state finalmente portate a termine le operazioni di bonifica di tutte le coperture delle strutture presenti nell’area. Un’operazione concreta di difesa dell’ambiente che i cittadini della Frazione, così come di tutta Susa, attendevano da tanti anni. Di ambiente non ci si deve limitare a parlare ma occorrono fatti concreti e misurabili.
Va sottolineato che si tratta di un’operazione prodromica a qualsiasi altra ipotesi di destinazione di quella vasta zona che ha avuto in passato una vocazione agro pastorale. Occorrerà inoltre ragionare sul recupero funzionale in particolare di due grandi strutture ivi presenti. Ricordo che un edificio è attualmente già utilizzato come deposito di materiale comunale e in disponibilità all’Ufficio Tecnico.
riassumendo
il demanio militare ha rifilato al comune di susa un struttura contaminata da amianto;
con i fondi delle compensazioni il comune di susa bonifica l’area precedentemente rifilatagli;
si legge che:
– si usano i fondi della TAV per qualcosa che non è legato ai danni ambientali della stessa
– non si ha la minima idea di cosa fare della struttura
non pare una questione di minima, TAV o non TAV, che una struttura pubblica, ancorché inutilizzata, non crei problemi ambientali e di salute a chi ci abita attorno?
PS ma far pagare al demanio militare la bonifica di una sua struttura abbandonata prima di caricarsela sul groppone pareva troppo?
Davvero tanto imbarazzo per questi “professionisti” della gestione della cosa pubblica.