Susa finalmente unita per difendere l’ospedale. Dopo le aspre divisioni derivanti dall’ultima campagna elettorale per le amministrative, che hanno visto la città spaccata in due – dal punto di vista politico – nella scelta del sindaco, il Consiglio Comunale ha ritrovato unità sulla vicenda dell’ospedale. Maggioranza e minoranza hanno approvato insieme lo stesso ordine del giorno per salvare il presidio di Susa dai tagli della Regione, che diventeranno totali entro il 2016, facendo rimanere soltanto più medicina e un servizio di pronto soccorso declassato. Al Consiglio Comunale di i venerdì sera ha partecipato anche il comitato “Noi abbiamo partorito a Susa” ed è intervenuto il portavoce Claudio Savio, facendo appello all’unità tra i sostenitori di Gemma Amprino e quelli di Sandro Plano.
Savio ha chiesto all’amministrazione Plano di mantenere con continuità e costanza l’impegno dimostrato finora per salvare l’ospedale. A breve si terrà un incontro con i Sindaci di tutta la Valle per organizzare una manifestazione a Torino, presso il palazzo della Regione, alla quale inoltrare richieste precise, mirate e decise.
Contestualmente, approfittando della visibilità offerta con l’intervento in consiglio comunale, è stato lanciato un accorato appello alla minoranza di Gemma Amprino, affinché vi sia la massima collaborazione con le iniziative a difesa dell’Ospedale, con l’invito a cercare di far tenere un atteggiamento collaborativo, o quantomeno non di ostilità, alla base di supporto della minoranza. “Sarà una lotta dura e difficile, con esiti non scontati, ed in frangenti come questi solo l’unione compatta può dare speranze” ha detto Savio.
“I tagli all’ospedale di Susa risultano poco comprensibili, visto che l’ospedale è stato recentemente ristrutturato con una spesa di milioni di euro, è stato dotato di reparti a diversa intensità di cura, centro dialisi e raggiunge un potenziale bacino di utenza di 120.000 abitanti che salgono a 150.000 nei mesi invernali – spiegano i consiglieri comunali di Susa sulla delibera – se è vero che, come dice l’assessore regionale, “nascere a Susa è pericoloso” il servizio va chiuso immediatamente. Se non è vera si devono attuare tutte le azioni necessarie per utilizzare al meglio questa struttura”.
Nella delibera approvata venerdì sera, il Consiglio Comunale di Susa chiede quindi numerose cose alla Regione, con l’obiettivo di salvaguardare la sanità non solo a Susa, ma anche nel resto della Valle: di non declassare l’ospedale a presidio di zona disagiata, bensì mantenerlo come “ospedale di base sede di pronto soccorso” (come è adesso), salvando così gli attuali reparti di ricovero, tutti i servizi di supporto agli stessi, il potenziamento delle specialità poliambulatoriali, del Pronto Soccorso e dell’elisoccorso del 118. Il Comune chiede anche il mantenimento del punto nascite, con l’assegnazione del primario e del personale necessario, così come la quantificazione e la conferma dei finanziamenti previsti per gli interventi strutturali al Presidio Ospedaliero.
Alla Regione viene anche chiesta conferma degli impegni previsti per il Presidio Sanitario di Avigliana e la ripresa dei lavori di ristrutturazione, per i quali si prevede un investimento di circa 5 milioni di euro già stanziati. Sempre riguardo il presidio di Avigliana viene richiesto “il ripristino dei 20 posti letto di continuità assistenziale, il mantenimento ed il potenziamento dei servizi di oculistica”, l’attivazione sul territorio di un servizio per le terapie chemioterapiche e/o similari per evitare i pesanti spostamenti degli ammalati oncologici, ed il mantenimento degli attuali quattro sportelli amministrativi polifunzionali (Avigliana, Condove, Susa e Oulx), oltre al mantenimento e l’ampliamento delle attività del Presidio Sanitario di Sant’Antonino di Susa, in particolare delle prestazioni di riabilitazione e recupero funzionale domiciliari.