di OSVALDO NAPOLI (Consigliere comunale di Forza Italia a Torino)
Nonostante i fatti di Piazza San Carlo a Torino il Sindaco di Susa, Sandro Plano, ha confermato di voler utilizzare l’anfiteatro romano quale sede del Concerto “Aspettando l’Alta Felicità” sabato 10 giugno prossimo. Un concerto gratuito con oltre 12 gruppi sul palco, dai 99Posse ai Lou Dalfin, organizzato dal cosiddetto “Movimento No Tav” per il quale sono attese diverse migliaia di spettatori.
Se la sente il primo cittadino segusino di garantire che non vi saranno più dei 999 spettatori nell’arena, limite massimo per i quali è consentita l’autorizzazione della Commissione di vigilanza comunale sui pubblici spettacoli?
Aldilà delle considerazioni sull’opportunità dell’utilizzo di questo importantissimo e prezioso monumento storico della romanità alpina per un simile evento, che dovrebbe essere preservato da possibili vandalismi, quello che tutti sanno è che si tratta di un complesso con una sola via di fuga, a cui si accede da una stradina dove a malapena riesce a transitare un veicolo e che è un piccolo catino con una sola uscita. Dalla platea dove non dovrebbero essere presenti più di 400 persone sotto il palco si esce da una sola stretta uscita larga appena due metri. E l’unico ingresso/uscita di accesso anche alle gradinate passa attraverso un solo cancello.
L’arena romana di Susa ha una forma ad ellisse di 45 per 37 metri, ed è infatti l’anfiteatro più piccolo di età romana presente in Italia.
Era lo stesso attuale vicesindaco di Susa – Luigi Beltrame – che nel 2013 affermava in consiglio comunale che “ l’Anfiteatro Romano si trova in uno stato di totale e di forte degrado dell’intera struttura con numerosi fenomeni di collassamento che di fatto hanno reso inagibile la parte centrale delle sovrastanti gradinate; in queste condizioni riesce difficile capire come sia stato possibile consentire lo svolgimento in sicurezza delle manifestazioni”.
In caso quindi di sovraffollamento, essendo il concerto anticipo del Festival Alta Felicità gratuito e ampiamente pubblicizzato (gli stessi proponenti dichiarano di aspettarsi oltre 3/4.000 persone) ed esteso alla tarda serata ben oltre la mezzanotte del giorno successivo, è palese che in caso di fenomeni di panico l’area non abbia i minimi requisiti di sicurezza per ospitare un numero non controllato di persone.
Inoltre non essendo previsto lo sbigliettamento gli “organizzatori”, ovvero il cosiddetto Movimento No Tav – che peraltro non è un soggetto giuridico e quindi non in grado di rapportarsi alla pubblica amministrazione – non possono in alcun modo garantire il numero delle presenze nell’area.
O forse secondo il Sindaco Plano questi soggetti, alcuni dei quali sono gli stessi che contestano con regolarità il cantiere di Chiomonte, hanno i requisiti previsti dalla circolare del Capo della Polizia Gabrielli per organizzare un “servizio di stewardship calibrato in relazione alle esigenze” per garantire un’adeguata cornice di sicurezza?
Non ci pare proprio che i Notav siano quel modello “di partnership tra pubblico e privato, in un’ottica di gestione partecipata della sicurezza” richiesto dal Ministero degli Interni in grado di “controllare in modo mirato le persone” in collaborazione con le Forze dell’Ordine. Ci sembra infatti di ricordare che il Festival ad Alta Felicità di Venaus del 2016 si sia chiuso con 5.000 persone che scandivano cantando lo slogan “Tout le monde déteste la Police”.
Ma anche a questi soggetti va garantito di poter partecipare ad un evento pubblico senza che nessuno si faccia male e che uno spettacolo sia comunque organizzato nel pieno rispetto di tutte le norme vigenti. Plano quindi sia chiaro e dica che si assume lui in prima persona sin da oggi la totale responsabile del concerto “Aspettando l’Alta Felicità” e che la Città di Susa si fa carico del ruolo di soggetto organizzatore.
Perché non vorremmo poi il giorno dopo trovarci ad una settimana di distanza dai fatti di Torino fronte disgraziatamente ad altri cocci di bottiglia insanguinati senza un responsabile.
mmm il cosidetto consigliere comunale ha voglia di polemizzare… evidentemente non ha altre attività da svolgere e così riempie il tempo libero.
In qualità di No Tav sin da quando mi soccorre la memoria, mi sento offeso dall’ineffabile Osvaldo locale, solo omonimo del ben più illustre Lee Harwey Oswald, assassino di John Fitzgerald Kennedy, nel tentativo di emularlo per colpire, spero non altrettanto mortalmente, Sandro Plano.
Come si permette di paragonare i No Tav, i loro estimatori e blasonati gruppi musicali con i tifosi della tronfia squadretta, abituale compratrice di arbitri e campionati nazionali, collaudata garanzia di figuracce planetarie non appena varcato il patrio confine?
Ottantamila No Tav nella piana di Venaus non lasciarono neanche una lattina.
Ottomila dipendenti del predecessore di Gabrielli devastarono in modo immondo La Maddalena.
Ai posteri, se non l’ardua sentenza, il lento lievitare della verità sulle menzogne.
Tra un po’ , ci vorranno imporre il respirometro; per tassarci tanto a respiro. Ma è lo stesso che correva come un leprotto davanti ai ” forconi” che volevano goliardamente ” arrestarlo”?Che ridere!
L’Osvaldo nazionale in crisi di vedibilità e declino sta cercando una vetrina? “Ma mi faccia il piacere!”
Cortei No Tav= dal 1995 sempre lasciato strade pulite con staff di pulizia in coda
Festival Alta felicità 2016= prati e strade pulite, no utilizzo vetro, nessun coccio nei prati (non come a Torino…)
Clarea = più volte fatto giornate di pulizia (con molta spazzatura lasciata da chi “vigila” il cantiere e raccolto sacchi di bossoli sparsi di CS)