SUSA, PROF DENUNCIATO DALLA PRESIDE PER UN POST SU FACEBOOK: IL CASO ALL’ITIS FERRARI

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Il professor Zito e l’Itis Ferrari di Susa

di FABIO TANZILLI

SUSA – Una triste storia arriva dall’Itis Ferrari di Susa, dove un professore precario di filosofia e storia, Simone Zito, è stato denunciato dal dirigente scolastico Anna Giaccone a seguito di un post che il docente aveva pubblicato su Facebook nel novembre 2022, in cui criticava la scuola e i carabinieri a seguito di un’operazione antidroga effettuata all’Itis dalle forze dell’ordine. Operazione antidroga che aveva sollevato diverse perplessità e polemiche sulle modalità e la gestione.
La dirigente Giaccone ha denunciato il prof Zito ai Carabinieri per diffamazione e ha fatto un esposto contro il docente anche all’Ufficio Scolastico Regionale. Ma non solo, secondo quanto riferito dallo stesso professore, Zito ha poi ricevuto anche una seconda segnalazione all’Ufficio Scolastico Regionale, che si è conclusa con un provvedimento di “censura” da parte del Provveditorato, con l’accusa di aver aggredito e di aver avuto un atteggiamento minaccioso verso una collega della scuola che lavora al reparto amministrativo.
Il docente ha annunciato di voler impugnare la sanzione disciplinare di censura comminata dall’Ufficio Scolastico Regionale e quindi di proseguire l’azione legale a sua tutela. “Questo perché ho dovuto affrontare diverse conseguenze fisiche, emotive ed economiche – scrive Zito su Facebook – Non è stato facile. Ho dovuto lasciare i miei studenti con cui avevamo iniziato a condividere la bellezza e l’importanza della filosofia, quando viene fatta con testa e cuore. Sono stato nei fatti costretto a rinunciare a un lavoro meraviglioso, in cambio di notti insonni e giorni con poco appetito”.
Zito afferma che a seguito di tutte le vicende ha ricevuto “una denuncia ai carabinieri, due segnalazioni all’Ufficio Scolastico Regionale, perso 18 punti in due classi di concorso, il lavoro per quest’anno e danni economici tra i 7000 e i 15.000 euro”. Ne vale la pena? “Si – risponde Zito – assolutamente. Questo è l’insegnamento più importante che vorrei dare ai miei allievi quest’anno: combattere un sistema ingiusto vale sempre la pena. La cultura dovrebbe servire soprattutto a questo e a capire che la dignità, l’umanità e la coscienza vengono prima dei soldi. Il lavoro che facciamo è troppo importante per dimenticare che si insegna prima di tutto con l’esempio”.
Il Coordinamento dei docenti Valsusa ha avviato sul sito gofundme.com una raccolta fondi per sostenere le spese legali del professore Simone Zito, che per presentare i ricorsi contro le decisioni dell’Ufficio Scolastico Regionale deve pagare di tasca propria le spese legali: un ricorso sarà fatto per i 18 punti decurtati in due classi di concorso, e un altro ricorso contro il provvedimento di censura ricevuta. Si prevede una spesa di 4000 euro per fare il ricorso per la sanzione disciplinare della censura, nel caso Zito perdesse la causa. Mentre il costo per il ricorso sulla decurtazione del punteggio si aggira sui 2000 euro: “Sono spese che non percependo uno stipendio da mesi, sarebbe impossibile per me sostenere. Ringrazio in anticipo quanti con parole, denaro o azioni faranno della solidarietà un’arma”.
Come sempre, il nostro giornale è disponibile nel dare spazio a tutte le opinioni, e quindi siamo in attesa di ricevere eventuali comunicati di replica sulla vicenda da parte dell’Itis Ferrari e della preside Giaccone.
Ma una riflessione appare chiara: in attesa che il tribunale stabilisca chi abbia ragione – e chi no – tra il docente, la preside e l’Ufficio Scolastico Regionale, appare evidente che gestire i rapporti e i problemi all’interno di una scuola con querele e avvocati sia sintomo di grosse difficoltà.

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14 COMMENTI

  1. Brutta storia. Ma in tempi di post pandemia con vaccini obbligatori e allontanamento dal posto di lavoro / licenziamento e discriminazioni varie è difficile capire dove arriva la legge e dove comincia l’ accanimento. Dove finisce il diritto di esprimere una critica replicando contro la narrazione comune e comincia la diffamazione, l’ ingiuria e l’ offesa ( che giustamente devono essere perseguite come pare abbia fatto la dirigente ). Speriamo che i due soggetti scelgano di chiudersi in una stanza e di risolverla in modi più pratici, evitando aule di tribunali che bene non fanno a loro, alla scuola, agli studenti.

    • Interessante. Per le farneticazioni novax si parla di “discriminazioni” e “accanimento” “dove arriva la legge”, ma se salta fuori un problema reale subito il soldatino Galliano si schiera dalla parte del potere! “Chiudersi in una stanza evitando aule di tribunali”? Certo come no! Il prof e la preside hanno uguale potere, si sa.

  2. Buongiorno, per quanto ne so da persone che hanno lavorato nella stessa scuola, hanno chiesto il trasferimento, ma il succo non cambia, pare ci si accanisca spesso contro i colleghi insegnanti, forse dimenticandosi… Non so cosa abbia scritto l’insegnante sul facebook perché non ce l’ho e non lo voglio, un social basta e avanza per inviare e ricevere messaggi e a volte anche emerite stupidaggini, però devo dire che anche a piè di pagina dei giornali online nazionali leggo spesso commenti che sarebbero da moderare, violenti verbalmente e a volte persino scurrili, quindi mi domando cosa mai abbia potuto scrivere l’insegnante per meritarsi tutto ciò? Ha fatto un commento esagerato? Forse bastava redarguirlo verbalmente, possibilmente anche spiegandogli dove avesse sbagliato, perchè la differenza tra giusto e sbagliato spesso dipende dalla coscienza di ognuno, salvo ovviamente reati gravi che vanno comunque sempre condannati e perseguiti. Detto ciò, purtroppo la droga circola nelle scuole e rovina molti giovani, per cui ben vengano le perquisizioni, anche con i cani antidroga, così magari i ragazzi imparano due cose contemporaneamente: primo che drogarsi è da perdenti, secondo che i cani spesso maltrattati dalla gioventù, in particolare quelli abbandonati, sono invece non solo degli esseri viventi che soffrono come noi, ma anche con grandi capacità nell’ambito poliziesco così come nella protezione civile, spesso salvano vite umane. Certamente non basta una perquisizione perché i ragazzi non si droghino, ci vogliono ore ed ore di insegnamento di valori veri da parte dei genitori e degli insegnanti, avendo anche il coraggio di fare ricerche con loro e studiare a fondo la tragica fine di molti giovani che sono finiti nel mondo della droga.
    Comunque, tutto ciò mi sembra esagerato e pilotato, tutti sbagliamo, e un commento magari esagerato su facebook si poteva risolvere vis a vis, senza scomodare carabinieri, processi, denunce, ma alcuni quando non sono più dietro la cattedra ma ci salgono sopra, diventano maniaci di protagonismo.

  3. Perché criticava l’operazione antidroga fatta dalla scuola in collaborazione coi Carabinieri? Non gli andava bene?

  4. Tutto interessante, ma senza leggere cosa ha effettivamente scritto in quel post è difficile capire se sia un perseguitato o uno che l’ha fatta fuori dal vaso e ora ne paga le conseguenze.

  5. Lui dice di aver preso aspettativa e nel frattempo di essersi iscritto a psicologia e quindi avendo bisogno di soldi gli hanno fatto una colletta. Ma se quello era un “lavoro meraviglioso” e nessuno lo ha cacciato, perché l’aspettativa?

  6. Chissà se trattasi del solito ipovedente metastorico planato imperturbabile su tutte le vessazioni imposte negli ultimi anni di fantapandemia e riatterrato, a piè pari e come se nulla fosse, nella solita pozza mielosa del sinistato medio tutto mikranti e buoni sentimenti da rivoluzionario da cortile?
    Mah, chissà. Ai posteri l’ardua sentenza…

  7. Vogliamo i prof. in divisa possibilmente di colore scuro, in bandoliera e stivaloni, se poi hanno il fez ancora meglio. Basta con la filosofia, credere, obbedire e studiare la etnia italiana cristiana nel mondo .

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