SUSA – Il pronto soccorso dell’ospedale di Susa è intasato, con una lunga coda di pazienti. A denunciare il fatto è il sindaco di Venaus Nilo Durbiano, che partendo da un’esperienza personale ha postato una foto su Facebook: “31/12/2017 e 01/01 2018. Avendo già precedenti esperienze del Pronto soccorso dell’ospedale di Rivoli, portiamo mio suocero in preda ad attacco cardiaco con dolori lancinanti alle 4 di notte al vicino Pronto Soccorso dell’ospedale di Susa: immediato l’intervento di stabilizzazione dell’unico medico presente e dei quattro infermieri (almeno credo fossero tutti e quattro infermieri). Poi il protocollo regolare, con giorno e notte su una lettiga (da privilegiati, altri su sedie a rotelle). Ci sono circa 30 ospiti accampati nel corridoio e nelle due stanzette, in attesa di letti nei reparti o di essere curati. Un signore morso da un cane ha atteso per due giorni di avere due punti di sutura a causa dei codici rossi che si susseguono. Disumano il volume e la pressione a cui sono sottoposti i pochissimi operatori. Encomiabile la loro dedizione, professionalità e disponibilità”.
Il sindaco attacca quindi la politica regionale sulla sanità, che definisce “disastrosa”: “Disastrosa la politica sanitaria regionale – afferma Durbiano – ha ridotto i nostri Pronti soccorso a gironi danteschi, dove solo l’etica dei medici e degli infermieri permette di salvare vite, ma non la dignità dei cittadini”.
Ma se il sindaco non doveva portare il suocero non se ne sarebbe accorto?…e gli altri sindaci?….tutto bene a casa?
i nostri sindaci non possono cadere dal pero…loro hanno il dovere di aiutare i cittadini e devono farsi sentire anche a costo di scontrarsi con i Saitta e Chiamparino e non solo riverirli.Loro sono un po più ascoltati,un comune cittadino non conta un tubo.
……buon anno a tutti và…
Intanto tasse, bollette, costi vari aumentano e non da ultimo, tocca sempre al cittadino fare beneficenza, quando ai poveri, quando alle aib, quando alla ricerca. Ma il servizio che dovrebbe essere anima di uno stato dov’è?
Chiedetelo alla BCE.
Vero concordo con Cesco, solo chi viene colpito si accorge che le cose non vanno. Alle prossime votazioni comunali, in qualunque comune noi si risieda, magari non presentiamoci per niente. Vediamo se questi signori della politica si accorgono di qualcosa che non va quando non avranno schede da contare. La politica è ormai diventato il bene rifugio dei cittadini come era in passato con la carriera militare o ecclesiastica. Ogni volta che c’è un’elezione comunale è un florilegio di liste anche nei comuni più piccoli. E tutti a promettere mari e monti. Mai sentito in tanti anni qualcuno dire “guardate non posso prometterti molto, ma insieme cercheremo di migliorare il più possibile la situazione”.Mancano coerenza e sincerità ad ogni livello.