di CATERINA AGUS
SUSA – Lunedì 22 giugno nella Sala Consigliare del Comune di Susa il Sindaco Piero Genovese e il vicesindaco Giorgio Montabone, insieme agli assessori Cinzia Valerio e Giuliano Pelissero, hanno presentato il nuovo servizio di trasporto sociale attivato in via sperimentale con la collaborazione dell’Associazione Avulss.
Il servizio si rivolge ai cittadini residenti nel Comune di Susa in condizione di fragilità, perché anziani, ammalati, soli o bisognosi che necessitano di accompagnamento per acquisto viveri e farmaci, disbrigo di pratiche nel territorio di Susa e partecipazione ad attività di socializzazione.
Come ha spiegato il sindaco, questo intervento è stato attivato al fine di potenziare il collegamento tra le aree distanti dal centro cittadino e poco urbanizzate (come le frazioni e le borgate) per superare la condizione di isolamento sociale di quelle persone prive di una rete familiare di supporto o che vivono in condizioni di disagio.
L’assessore Pelissero è poi intervenuto per precisare che il servizio sarà attivo dalla fine di giugno e rimarrà attivo fino al 31 dicembre 2020, utilizzando la formula dell’accompagnamento a chiamata nelle seguenti giornate e orari: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì in orario mattutino dalle ore 9.30 alle 12.30 e in orario pomeridiano dalle 15.30 alle ore 18.
Il singolo utente contribuisce al costo del servizio attraverso il pagamento di una quota di compartecipazione simbolica pari a due euro (servizio di andata/ritorno). Il servizio verrà svolto con i veicoli messi a disposizione dall’Avulss o, nel caso in cui i mezzi fossero già impegnati per l’effettuazione di servizi di trasporto sanitario, da una vettura di proprietà del Comune.
In conclusione, l’assessore Cinzia Valerio ha esternato la sua soddisfazione per l’attivazione di questo importante servizio, che mette al centro soprattutto le persone in difficoltà e i loro bisogni.
I cittadini sono al centro dei Beni Comuni e la speranza dell’amministrazione è che questo servizio stimoli sempre più persone a fare volontariato e ad impegnarsi gratuitamente per gli altri.
Iniziativa davvero lodevole perché nessuno dovrebbe ritrovarsi solo, tanto meno nella terza età e nelle nostre zone dove ci sono ancora Frazioni e Borgate che rendono difficile anche solo andare in farmacia o a comperare il pane… Vorrei però ricordare al Sindaco e a tutte le autorità preposte in Regione, nell’Asl etc… che anche gli anziani residenti nelle Strutture di Susa hanno bisogno di socializzare, e che se fin’ora è stato fatto davvero un immenso e lodevole lavoro per proteggerli dal Covid 19, adesso, dopo più di 3 mesi che non li vediamo, sarebbe davvero arrivato il momento di aiutare i familiari che vogliono rivedere i loro congiunti. Purtroppo molti dei degenti non sono autosufficienti, e di conseguenza, soprattutto quando i figli stessi sono già di età avanzata e con problematiche di salute, o quando si è soli e non si hanno familiari, non vi è altra soluzione che rivolgersi alle RSA, non per mancanza di amore ma per mancanza di attrezzature e di esperienza nell’assistenza. Considerato che in Valle di Susa il contagio relativo al covid 19 è quasi azzerato, pur rendendomi conto che non è il momento di abbassare la guardia, trovo profondamente ingiusto che i nostri familiari continuino a soffrire la solitudine e purtroppo per alcuni, a morire non di covid ma di altre patologie legate all’età avanzata, senza più sentire il calore della famiglia, infatti si può entrare solo per visitare parenti in fin di vita, che non si sa se saranno ancora in grado di rapportarsi con il familiare o amico a cui verrà consentito l’ingresso. Auspico pertanto che, come già ha fatto la Regione Toscana, e sta tentando di fare persino la Regione Lombardia, anche da noi finalmente si riaprano le porte delle RSA ai parenti, prevedendo delle linee guida come per esempio:
● utilizzo corretto e costante della mascherina chirurgica da parte di tutti i familiari e visitatori;
● far eseguire al visitatore l’igiene delle mani almeno all’ingresso in struttura e all’uscita dalla stessa;
● per le visite prediligere spazi esterni nel rispetto delle regole di igiene e sicurezza, in particolare per la
stagione primaverile ed estiva e compatibilmente con le condizioni dell’ospite.
Solo se finalmente anche i nostri parenti e amici nelle RSA potranno rivederci, seguendo delle norme di sicurezza, si potrà parlare veramente di attività di socializzazione delle persone anziane.
Trovo interessante che articoli ben più vecchi siano rimasti in prima pagina, mentre questo è stato tolto dalla prima pagina appena ho scritto un commento un po’ scomodo… eppure quella che ho scritto è la triste realtà, che per i degenti nelle RSA di Susa e per le loro famiglie diventa ogni giorno più triste e pesante, e penso che sarebbe giusto pensare non solo agli anziani che non riescono a fare le varie commissioni e a socializzare perché vivono in borgate isolate, ma anche a quegli anziani non più autosufficienti e quindi costretti a vivere nelle strutture, che dopo 3 mesi e mezzo stanno perdendo la speranza di rivedere la famiglia, e qualcuno purtroppo non c’è più… Certamente, come ho già scritto, ci vogliono delle linee guida per fare le visite in sicurezza, ma se il covid 19 per ipotesi non andasse più via come è accaduto in certe zone con Ebola che ogni tanto si ripresenta, cosa facciamo per i nostri cari familiari anziani, i nostri genitori e nonni o amici, li lasciamo morire tutti in solitudine senza più avere il conforto di una visita di una persona cara? Lo trovo disumano.