riceviamo dalla TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin)
CHIOMONTE – Ultimo giro di fresa per Gea, che ha concluso lo scavo del cunicolo esplorativo di Chiomonte raggiungendo 7020 metri dall’imbocco. I lavori hanno permesso di raccogliere tutti i dati (geologici, idrogeologici, geomeccanici e di scavo) necessari per affinare il quadro conoscitivo progettuale del tunnel di base del Moncenisio in vista delle opere definitive. Raggiunti gli obiettivi, nel rispetto dei parametri ambientali, contrattuali e di budget, TELT ha deciso di rimodulare le attività del cantiere, utilizzando le risorse degli ultimi 500 metri per alcune opere di finitura che renderanno più agevole l’avvio dell’opera principale. La decisione si inserisce nell’aggiornamento del progetto che prevede l’avvio dei cantieri per il tunnel di base da Chiomonte. Si apre così la “fase 3”: dopo la preparazione e lo scavo inizia la riorganizzazione del sito per il suo utilizzo futuro.
Tunnel geognostico
Il cantiere è stato aperto nel 2012; a gennaio 2013 ha avuto inizio lo scavo tradizionale per proseguire da fine 2013 con metodo meccanizzato, utilizzando una TBM aperta del diametro di 6,30 metri. La finalità dell’opera è conoscitiva: il suo scopo principale è di indagare il Massiccio d’Ambin, fino alle massime coperture del tunnel di base del Moncenisio oltre 2000 metri. L’uso della TBM si è rivelato positivo sia per efficienza della macchina (avanzamento medio di circa 6 metri al giorno, con il picco di 30 metri) sia per l’assenza di fenomeni di convergenza. Durante i lavori sono stati eseguiti rilievi geologici, idrogeologici e geomeccanici, sondaggi, prove in situ e di laboratorio, monitoraggi geofisici, monitoraggi tensionali e deformativi.
La storia e le ricadute occupazionali
Il cantiere di Chiomonte ha una storia per molti aspetti unica: dal 2012, a seguito degli innumerevoli attacchi di cui è stato fatto oggetto da parte di oppositori violenti alla Torino-Lione, è stato dichiarato sito strategico nazionale e il lavoro degli operai è stato affiancato dalle forze dell’ordine. Nel cantiere hanno trovato impiego alla Maddalena fino a 170 persone: il 42% di provenienza della Val di Susa e il 14% dal resto del Piemonte (il 44% arriva dall’Italia o dall’estero). Delle 460 imprese coinvolte 211 (43,23%) sono della Provincia di Torino e 67 (13,06%) della Valle.
L’ambiente, una priorità
Particolare attenzione è stata riservata al monitoraggio ambientale del cantiere di Chiomonte, cui è stato destinato il 5% del budget dell’intera opera, costata come previsto 173 milioni di euro. I controlli avvengono tramite 66 centraline di misura, di cui 26 all’interno del sito e 40 nel raggio di 15 km. Le verifiche vengono effettuate da ISPRA, ASL e soprattutto dall’ARPA (Agenzia Regionale di Protezione Ambientale) su 135 parametri, tra cui polveri, biossido di azoto, radiazioni, amianto, acque, rumore, vibrazioni e componenti biologiche. Da oltre 40 mila misurazioni non è emersa alcuna criticità di rilievo.
Trattandosi di un’opera essenzialmente in sotterraneo, la conoscenza precisa del contesto idrografico, idrogeologico e i controlli sulle risorse idriche (sorgenti, pozzi, piezometri, corsi d’acqua) assumono un’importanza fondamentale per l’intera sezione transfrontaliera. Il monitoraggio delle acque è iniziato ben prima dell’avvio dei lavori e viene realizzato mensilmente da molti anni lungo tutta la tratta interessata dal progetto, per essere intensificato in corrispondenza delle sezioni interessate dallo scavo. La rete monitorata è composta da 180 punti d’acqua in Francia e 170 in Italia. I numerosi controlli effettuati ha evidenziato che lo scavo del cunicolo non ha interferito con l’andamento del regime caratteristico di ciascuna risorsa idrica.
Come ulteriore prova di attenzione al territorio TELT ha affidato all’Università di Torino una Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS) relativa ai comuni limitrofi all’area di scavo del cunicolo esplorativo della Maddalena i cui risultati saranno presentati nelle prossime settimane.
Legalità, un traguardo raggiunto
Grazie al Protocollo antimafia sottoscritto in Prefettura a Torino nel 2012 sono state eseguite fino ad oggi 1190 richieste antimafia per gli appalti italiani dell’opera, di cui 840 per il solo cantiere di Chiomonte. La Prefettura ha emesso finora due “interdittive”, ovvero l’esclusione delle aziende non idonee.
Tutte le attività sono sottoposte ai controlli della Prefettura e del GITAV (Gruppo Interforze Tratta Alta Velocità), struttura investigativa specializzata a composizione interforze istituita per prevenire e contrastare la criminalità organizzata nella Torino-Lione. La sentenza del processo San Michele sulla presenza della ‘ndrangheta nel torinese (giugno 2016) ha confermato che la criminalità organizzata ambiva a mettere le mani sui lavori ma non è mai riuscita a infiltrarsi nei cantieri della Torino-Lione né con LTF né tantomeno con TELT.
La Società è stata sottoposta ai controlli di Olaf e ex Avcp ora Anac che non hanno mai riscontrato irregolarità sul suo operato. Di 8 ricorsi presentati dagli oppositori al tribunale di Torino, Tar del Lazio e del Piemonte 6 si sono conclusi con l’annullamento o sentenze a favore di LTF; due sono in corso di dibattimento.
A giugno 2016 la Commissione VIA ha espresso la positiva conclusione delle attività di verifica di attuazione rispetto al Progetto esecutivo ed alle prescrizioni della Delibera CIPE n. 86/2010. Si tratta in particolare di 128 prescrizioni e tre raccomandazioni (in alcuni casi da completare al termine dell’opera) che riguardano per lo più adeguamenti dei monitoraggi ambientali, alcuni approfondimenti del progetto o l’esecuzione di studi su vari fattori.
Duemila visite dal 2014
Il sito di Chiomonte ha suscitato molto interesse da parte dei visitatori: dal 2014 a oggi si sono superate le duemila presenze. Sono principalmente tecnici e professionisti del settore edile, geologi, studenti, ma anche molti cittadini che hanno voluto vedere da vicino i lavori e la fresa Gea.
Tra gli arrivi internazionali si ricordano delegazioni da Teheran (marzo 2015), dall’Africa (Benin, Repubblica democratica del Congo, Mali, Madagascar a giugno 2016), dalla Cina (luglio 2016) e dal Giappone (compagnia ferroviaria JR Central, a novembre 2016). La Maddalena è diventata anche luogo di studio e di approfondimento nel settore edile, (ANCE Giovani, in visita a marzo 2016), sicurezza sul lavoro (gli studenti del Master OSH – Occupational Safety and Health dell’ILO, a febbraio di quest’anno), geotermia, (Politecnico), trasporti (delegazione da Expo ferroviaria, SIG Società italiana gallerie), management pubblico (Master del Centre international de Formation dell’Onu) e privato (Netlipse).
Da ottobre 2016, con l’inaugurazione di Tunnel Art Work, progetto che ha coinvolto street artist italiani e francesi dando vita in galleria a una galleria d’arte a 2.800 metri nel cuore della montagna, la curiosità del pubblico è cresciuta ancora. Chiomonte sarà anche il primo terreno di prova in Italia dei “cantieri parlanti”, un iniziativa di TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin) che offrirà ai visitatori un’immersione a 360 gradi nell’opera.
Si apre la fase 3: il futuro dei lavori
Per Chiomonte si apre dunque ora la “fase 3”: dopo la preparazione e lo scavo inizia la riorganizzazione del sito per il suo utilizzo futuro. Il nuovo assetto del cantiere a opera finita e prima dei grandi lavori del tunnel di base mantiene fino al 2018 il 92% dei lavoratori di provenienza locale. Una volta completata la galleria servirà come accesso al cantiere del tunnel di base e, quando questo entrerà in funzione, come condotto di ventilazione, manutenzione e passaggio di sicurezza.
L’area si preparerà ora ad accogliere il grande cantiere italiano del tunnel di base. La variante del progetto del 2013 che verrà pubblicata in primavera prevede lo scavo dell’opera principale Torino-Lione a partire dalla Maddalena.
TELT sta compiendo tutti gli ultimi passi necessari: è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue il bando da 110 milioni di euro per la direzione lavori lato Francia. Entro l’anno verrà assegnata anche la direzione lavori in Italia.
Entro il 2019 saranno realizzati lavori per 1,9 miliardi di euro, finanziati per 813 milioni dall’Europa, rispetto a un costo totale certificato di 8,6 miliardi. I primi cantieri quest’anno saranno quelli dello svincolo autostradale dell’A32 Torino-Bardonecchia, che darà accesso diretto al cantiere della Maddalena, e la rilocalizzazione dell’autoporto di Susa a San Didero per lasciare spazio alle aree che ospiteranno la nuova stazione internazionale.
Mi chiedo se i rifiuti speciali siano sepolti sotto banchina è lungo il piazzale la MTV viene smontata ho lasciata dentro la montagna, queste cose un tempo le nascondevano dentro una colata di cemento oggi non si deve più fare, visto le chiare leggi sul inquinamento, quindi ci aspettiamo di veder ripartire i tir con la trivella smontata a bordo… pena una denuncia per disastro ambientale… come accade ad un normale cittadino se nasconde un mattone sotto terra…
E 7000 moriranno x averne respirato le scorie estratte!
dedicato a quanti “l’opera porterà lavoro” . FINO a 170 impiegati x 460 aziende . 70 i locali ( spesso licenziati e riassunti per far crescere i dati ocupazzionali ) . GRANDI OPERE INUTILI E DANNOSE . non lo capiremo mai
sul rispetto dell’ambiente sono pienamente d’accordo, quando si costruisce qualsiasi cosa, anche una casa, deve esserci qualcuno che vigili attentamente affinchè le opere siano biocompatibili… sul fatto che invece un operaio di un’altra zona conti meno dei 70 valligiani, no, tutti hanno diritto di mangiare, purtroppo oggigiorno avere un lavoro è difficilissimo e non tutti fanno gli impiegati di banca o gli ingegneri o non so che altro, ci sono anche persone che magari non andavano tanto bene a scuola, ma che sono portate per lavori manuali e che grazie a questi lavori sfamano loro e le loro famiglie, pertanto se quest’opera non va bene, bisognerebbe dare loro un’alternativa valida per non dovere andare a mangiare alla caritas, che siano valligiani, italiani o stranieri, siamo tutti esseri umani!
una cosa è certa, se la Tav vedrà la luce, prepara un lavorone per i prossimi 30 anni a venire, vogliamo mettere solo il dover districare problemi come malattie di un settore grande e ventoso come la valle di susa, un bacino dove la popolazione per le estrazioni si potrebbe ammalare come nel passato di tumori di ogni genere, in valsusa moltissime famiglie non riescono ad avere figli , le donne hanno malattie e tumori al seno, ma i numeri li tengono segregati bene, sarebbe un disastro dirli ad alta voce adesso che devono scavare, dopo la macchina della salute, ci sarà la macchina delle riparazioni e messa in opera delle Sicurezze per la salute, questo riaprirà una mega cantiere milionario post TAV, vogliamo mettere le manutenzioni ed ammodernamenti di una struttura che nasce VECCHIA con progetto di almeno 22 anni ?, troveremo un sacco di soldi da spendere come la Centrale idroelettrica di venaus, spendono soldi altrui per tornaconti propri, e tutti giu a dire di si per un tozzo di pane, qui la città della salute ci sguazza….
siamo seri, serve lo spazio per nascondere rifiuti tossici, quale miglior posto di una montagna con cunicolo da 54 km , fare uno spazio più ampio stoccare e chiudere illecitamente rifiuti dove la polizia fa i turni di guardia ignara delle porcherie che passano dentro i camion che entrano ed escono dalle gallerie, se mettessero centri di controllo sofisticati, potrei anche pensare bene, ma visto i pregressi, che seguendo le autostrade si trovano i rifiuti tossici e speciali sotto le fondazioni, non mi stupirebbe che la tav, prima di chiudere il tunnel, faccia togliere il servizio di guardia per farcire le gallerie secondarie di rifiuti tossici e poi chiudere con colata di cemento come gia fatto in passato e poi SECRETATO dal nostro NAPOLITANO, dentro al tutto avevamo ogni forza presente al pasticcio, peccato che non sia stato reso pubblico , avrebbero dovuto licenziare interi corpi di zona, e chiedere scusa alle vittime di malattie contratte per quelli sversamenti che avvenivano in campania, partendo dal nord italia, e finendo al sud per 4 soldi, diteci chi è il colpevole di tutto questo del passato, vogliamo che tutto ciò si possa ripetere anche in VALSUSA ?… La Val Susa non si FARCISCE….
euro 170.000,000,00 x 5% = euro 8.500.000,00.
Nella spesa per il monitoraggio ambientale si direbbe che non si è affatto lesinato.
Con una tale mole di dati anziché sbrigarsela con:
“Da oltre 40 mila misurazioni non è emersa alcuna criticità di rilievo”.
non sarebbe meglio, o doveroso, pubblicare qualcosa e lasciare il commento anche ad osservatori indipendenti?
Se quel cantiere fosse veramente un pozzo di salute e se dovesse esserlo ancor più in futuro, pur restando serenamente No Tav, sarei costretto a rallegrarmene ma non mi pare corretto doverlo credere sulla parola dell’Ing. Bufalini o di qualche suo collaboratore.