di FRANCESCA FREDIANI (Consigliere regionale 5 Stelle)
L’assessore regionale De Santis ha confermato, rispondendo ad una mia interrogazione, che domani inizierà l’iter per l’espressione del parere regionale sulla cosiddetta “variante sicurezza” proposta da Telt. Oltre alla prescrizione di prevedere una localizzazione alternativa dei cantieri, giustificata con motivazioni legate alla sicurezza (evidentemente il territorio non è così pacificato come si vuol far credere), il Cipe e la Regione Piemonte hanno imposto a Telt una progettazione di dettaglio che evidenzi la compatibilità delle coltivazioni e dei recuperi morfologici ed ambientali in corso nelle cave di Caprie e Torrazza Piemonte, con le proposte di deposito di smarino previste nel progetto definitivo.
La palla quindi passa alla Regione e agli enti, come Arpa, che hanno il compito di verificare che Telt, nella proposta di variante, abbia rispettato le prescrizioni richieste al piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo dell’intera opera per i siti di deposito. Pretendiamo un atteggiamento rigoroso da parte della regione sul rispetto delle indicazioni tecniche e degli indirizzi politici e non l’ennesimo provvedimento favorevole ma con una fila di prescrizioni lunga quanto l’intera tratta prevista.
In ballo c’è la salute dei cittadini della Valle di Susa e di Torrazza, che per anni saranno costretti a subire l’apertura di un cantiere impattante, il frequente passaggio di convogli ed il conseguente peggioramento della qualità dell’aria. Un’imposizione inaccettabile per un territorio che la regione vorrebbe valorizzare sotto il profilo turistico e veder consacrato come Patrimonio dell’Unesco per presenza della vicina Sacra di San Michele.