da PRO NATURA ALTA VAL SUSA
SALBERTRAND – Ci è giunta, per la verità non certo inattesa, e ci ha creato molte perplessità e ritardi, la notizia che il Comune di Salbertrand, con provvedimento della Giunta Comunale n° 11 del 29/3/2022, ha deliberato positivamente l’approvazione dello schema di Convenzione fra la Regione Piemonte e il Comune stesso, circa “le regolazioni dei rapporti inerenti l’attuazione e la realizzazione degli interventi di cui alla delibera CIPE n° 67/2017 – lotto costruttivo 1 – opere di priorità 2 – della nuova linea ferroviaria TO-Lione”. Naturalmente il Sindaco è stato autorizzato a sottoscrivere la Convenzione sopra citata, conferendogli allo stesso tempo la facoltà di apportare, in fase di stipula dell’atto e se necessario, solo quelle variazioni al testo della Convenzione, “che ne migliorino la forma, senza alterare minimamente la sostanza degli accordi presi, accettati e deliberati”. Ci vien da chiederci al proposito quale sia stato e quale sia il “ruolo”, per noi essenziale, del Consiglio Comunale di Salbertrand (sia di quello passato che di quello in carica)
Leggendo per bene la Convenzione allegata veniamo ad apprendere che “a monte” di essa è operante una Convenzione “madre”, fra il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibile (MIMS), la Regione Piemonte, Telt e FS (16/9/21), anch’essa col medesimo oggetto di cui sopra – dove MIMS in sostanza corrisponde “Risorse” a FS spa e per il tramite di TELT le gira alla Regione Piemonte, che infine le attribuisce ai soggetti attuatori destinatari. La Convenzione sopra richiamata (prodotto della vecchia amministrazione Joannas) individuava come intervento unico da realizzarsi a Salbertrand la Sistemazione Idraulica e messa in sicurezza ormai annosa del Rio Chanteloube, per un importo di € 2.660.242. Successivamente però il Comune di Salbertrand (nuova amministrazione Pourpour) ha chiesto di rimodulare l’intervento unico predetto in altro modo, ovvero per € 2.000.000 sul Rio Secco, per € 365.000 sul Rio Geronda e per € 295,242 sul Rio Chanteloube, per cui pare chiara la nuova volontà comunale di messa in sicurezza di vecchi e nuovi insediamenti rivieraschi, ritenuti insicuri.
È altrettanto chiaro che il Comune di Salbertrand non poteva rifiutare quelle ingenti “risorse pubbliche” ed è meritorio che il Sindaco abbia cercato strenuamente (ci risulta) di diversificare gli interventi, distribuendoli sul suo territorio e cercando così di porre rimedio a problematiche acute e diffuse di riassetto idrogeologico (non solo Rio Secco, Geronda, Chanteloube, ma anche le frane Eclause e Cassas e le difese spondali di tutta la Dora). Fin qui la storia burocratica nuda, cruda e aggiornata di “Risorse Pubbliche”, che onestamente noi poveri pellegrini locali non sappiamo ancora bene come definire; in Bassa Valle, soprattutto i NO TAV, le definiscono comunque COMPENSAZIONI, come quelle di Chiomonte (Maddalena), giunte anch’esse da poco in fase di attuazione, cui si stanno aggiungendo tutte quelle disseminate sul territorio, soprattutto della Bassa Valle, oggetto dell’appello del Movimento NO TAV ai Sindaci interessati in cui li si invita categoricamente a non accettare le compensazioni offerte.
Noi che non siamo particolarmente versati in materia legale-amministrativa, non sappiamo quindi se si parla di Compensazioni, Mitigazioni, Misure, Riassetti, Accompagnamenti, Residui ecc…, ma sappiamo bene però che esse sono legate all’ormai famoso futuro Cantiere di Salbertrand, quello che dovrebbe sorgere in località Iles Neuves, per la fabbricazione dei conci occorrenti per il rivestimento delle due canne del Nuovo Tunnel Ferroviario TO-Lione, ovvero il TAV. Trattandosi però per Salbertrand di “Risorse Pubbliche” riversate su chiari riassetti idrogeologici, come il Rio Secco, Rio Chanteloube e Geronda, consultando i Proff. Devoto-Oli, apprendiamo che per “riassetto” si intende “il conferimento di un ordine o di un aspetto più decente o, meglio ancora, il conseguimento di una migliore funzionalità”, naturalmente di un sito dissestato. Se la memoria non ci inganna, quelle “risorse” dovrebbero essere però di chiara COMPETENZA REGIONALE, ovvero dovuti per legge al Territorio, il cui dissesto è accertato. Per cui vien logico dedurre che, oltre alla mancanza di chiarezza lessicale e di informazione corretta, soprattutto c’è il rischio concreto di veder “spacciare” per compensazioni, interventi di riassetto che, per legge, avrebbero dovuto essere comunque effettuati da altri soggetti (Regione, Stato, Magistrato del Po, ecc.).
Consultando comunque sempre il Devoto, vediamo ancora che per “mitigazione” si intende la “Riduzione a limiti corrispondenti ad una maggior tollerabilità e a limitazioni ad una misura possibile e anche favorevole”; mentre, per chiudere il cerchio delle definizioni, pare ancor più necessario precisare cosa voglia significare il termine “compensazioni”, al cui proposito sempre il Devoto recita che si tratta del “ raggiungimento” e conservazione di un equilibrio funzionale, ma anche una retribuzione adeguata, un risarcimento, un indennizzo, una neutralizzazione, o ancor meglio portare a ridurre a proporzioni accettabili” un’opera con gravi implicazioni in tutti i sensi.
Ecco allora sopra spiegato cosa succede a Salbertrand, o si vorrebbe succedesse con le sue benedette o maledette compensazioni, ovvero un po’ di tutto, anche ciò che non è possibile negoziare per legge (Riassetti – Residui – ecc…) , perdendo naturalmente di vista il significato più alto della parola compensazioni, che è a nostro modesto avviso, quella di cercare invece un modello di vita sociale alternativo e sostenibile per il Territorio e la sua Popolazione. Un concetto quest’ultimo forse troppo difficile per certi “mercanti”, anche locali.
Comunque sempre in merito alle tre opere per ora finanziate dalla Convenzione sopra richiamata e soprattutto in merito al Rio Chantelube, ci pare necessario ancor ricordare che su tale rio erano già previsti interventi (rimodulazioni e spiaggiamenti) fin da cavallo del 2000 (fors’anche prima) e ricordiamo ancora che tali interventi erano legati alla Costruzione della sottostante Barriera autostradale e quindi all’Autostrada Torino-Bardonecchia, per cui si trattava di opere a cura e spese della concessionaria SITAF spa. Tali lavori previsti e finanziati già allora, non risultano essere stati mai attuati e sarebbe interessante conoscerne il perché, e dove quelle “Risorse”, siano state dirottate o meglio “spiaggiate”, magari come Residui, costituendo (per ora) un congruo risparmio “privato” e che (forse) oggi sembrano confluite in qualche modo negli interventi pubblici previsti nella predetta
Convenzione.
Staremo a vedere gli sviluppi dei lavori e dei relativi finanziamenti, che, stando alla Convenzione, non sono prossimi, ma verranno scaglionati in un tempo di almeno 3-5 anni, per cui l’Amministrazione attuale ben probabilmente non ne vedrà gli effetti sul territorio e ci sarà ancor tutto il tempo per “normalizzare meglio” tutta la questione.
Restando comunque Pro Natura AVS, assolutamente contraria alla nuova Linea e al Tunnel ferroviario TO-Lione (TAV) e di conseguenza anche contraria a tutto ciò che avviene a Chiomonte (Maddalena) e soprattutto contrar-issima a ciò che dovrebbe avvenire con il Cantiere di Salbertrand, cogliamo in conclusione l’opportunità di ribadire che la zona della Fabbrica/cantiere alle Iles Neuves, che si faccia o meno l’impianto, deve comunque essere integralmente bonificata.
E diciamo “comunque” in quanto TELT (tenendosi come sua inveterata abitudine tutte le porte aperte) non ha ancora risolto (se mai lo risolverà) il busillis fra Salbertrand e l’area “alternativa” di Susa-Autoporto che, pur risultando più logica da un punto di vista tecnico-organizzativo aziendale (si eviterebbe il “carosello” di camion che, per andare a Salbertrand carichi di smarino dovrebbero prima scendere a Susa per poi risalire e, una volta scaricati, riscendere di nuovo fino a Susa, risalire a Chiomonte e qui essere ricaricati), avrebbe però gravi e drammatici impatti sulla salute e la qualità della vita della cittadinanza segusina e dei comuni circonvicini. Se dovesse poi prevalere la tesi di localizzare a Salbertrand il cantiere dei conci, questo presumibilmente durerà almeno 20 anni, considerando le complessità operative e organizzative da mettere in campo, tra cui in primis la militarizzazione del Sito, che non sarà semplice attuare, ma comunque forse più semplice che militarizzare l’area fra Susa e Bussoleno (La Maddalena docet….). E qui giungiamo al vero caposaldo strategico dei “probabili” esecutori della TAV, cioè che il vero motivo che ha spinto alla scelta del Cantiere di Salbertrand è solo ed unicamente quello di ordine pubblico, ovvero la possibilità di attuare e difendere meglio l’intera operazione (sembra quasi che il Tunnel per ora e per qualcuno non avrà sbocchi naturali fra Susa e Bussoleno).
Infatti il Comune di Salbertrand, quantomeno il Consiglio Comunale (che forse ne ha parlato) non ha mai deliberato alcunché in merito al Cantiere; tantomeno l’Unione Montana AVS si è espressa a proposito, né tantomeno esiste un pronunciamento popolare locale, se non le Elezioni di Salbertrand (vinte, si ricorda, da chi era contro il Cantiere), che possano giustificare minimamente le scelte effettuate a tutt’oggi per Salbertrand da ben altri soggetti esterni. Siamo quindi ridotti ad un esclusivo ripiego strategico, ovvero di Ordine Pubblico, in quanto oltre ai basilari e ingiustificati presunti aumenti di “traffico”, sembrano essere anche aumentati i costi degli investimenti suppletivi, si sono sicuramente complicate le progettualità operative e anche il lato occupazionale sarà tutto da verificare. E ciò nonostante QUASI TUTTI (amministratori ed opinione pubblica) sembrano accettare ed accontentarsi delle COMPENSAZIONI PROMESSE. A riprova del che, il recente intervento del Sindaco della Città Metropolitana di Torino, apre possibilità e formula promesse ai Comuni della Zona omogenea 6 – Valli di Susa e Sangone, di assegnazione e gestione di fondi della Missione 5 e anche di altre Missioni (Turismo ecc.) del PNRR. Il nostro Sindaco metropolitano auspica quindi una proficua collaborazione fra gli Enti Locali e l’Osservatorio TAV. Siamo quindi di fronte all’ennesimo tentativo di confondere gli Amministratori locali e le loro popolazioni, pur di mandare in qualche modo avanti il TAV. In buona sostanza, si potrebbe dire: signori, ce n’è per tutti, basta non rompere le balle!
Certamente si tratta del solito discorso del bastone e della carota giusto un po’ di zucchero x mandare giù la pastiglia amara povera la mia valle che fine farà ? La tav e un opera inutile ribellatevi!!!o sarà la fine altro che compensazioni
le Elezioni di Salbertrand (vinte, si ricorda, da chi era contro il Cantiere).
E niente, fine.