“L’analisi condotta mostra come, assumendo come dati di input relativamente alla crescita dei flussi di merce e dei passeggeri e agli effetti di cambio modale quelli non verosimili contenuti nell’analisi costi-benefici redatta nell’anno 2011, il progetto presenta una redditività fortemente negativa”.
Scrivono così nella conclusione del documento, gli esperti della “Struttura tecnica di missione” del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che pochi giorni fa hanno completato le valutazioni sulla nuova linea ferroviaria Alta Velocità/Alta Capacità Torino-Lione, producendo la tanto attesa “Analisi costi-benefici” e la relazione tecnico-giuridica.
Il gruppo di lavoro era composto da Marco Ponti, Paolo Beria, Alfredo Drufuca, Riccardo Parolin e Francesco Ramella.
Tutti i documenti sono interamente pubblicati e liberamente consultabili cliccando qui sotto:
1. Analisi costi-benefici del Gruppo di Lavoro sulla valutazione dei progetti;
2. Relazione tecnico-giuridica.
LE CONCLUSIONI
Gli esperti aggiungono: “Considerato che i costi attualizzati di investimento “a finire” e gestione dell’opera assommano a 7,9 miliardi, il “valore attuale netto economico” ossia la perdita di benessere – differenza tra costi sostenuti e benefici conseguiti – conseguente alla realizzazione dell’opera risulta pari a 7 miliardi. A tale valore devono essere sottratti i costi di ripristino delle opere realizzate finora (messa in sicurezza delle gallerie e rinaturalizzazione dei siti) stimati pari a 347 milioni e quelli della “messa in sicurezza” della linea storica che, a seconda degli scenari di traffico che si intenderà considerare, potrà essere garantita con interventi a basso impatto economico ovvero con altri di maggiore rilievo, da definirsi a seguito di una specifica analisi del rischio nonché dei benefici attesi, per un ammontare massimo di 1,5 miliardi. Al netto di tali costi, il VANE risulterebbe pari a -5,7 miliardi”.
E ancora: “Nel caso specifico in esame si evidenzia, inoltre, come il beneficio economico per i flussi che a seguito della realizzazione dell’opera opterebbero per il modo di trasporto ferroviario, equivalente a circa 50 euro per veicolo pesante, potrebbe essere parimenti conseguito riducendo per un pari importo i pedaggi previsti per l’utilizzo dei trafori del M. Bianco e del Fréjus che, al pari di quelli sulla rete ordinaria, laddove superano la tariffa efficiente (ossia nella maggior parte delle tratte di rete non limitrofe alle aree metropolitane), costituiscono una forma di tassazione impropria degli scambi commerciali con l’estero. Pur in presenza di stime di cambio modale generose, i benefici ambientali attesi – monetizzati pari a circa 5 miliardi nello scenario “Osservatorio 2011” – sono, a livello nazionale e ancor più europeo, di entità quasi trascurabile. Per quanto riguarda in particolare le emissioni di CO2, considerato che le politiche di cambio modale possono avere impatti molto limitati in termini di modifica delle quote di domanda soddisfatte rispettivamente dal trasporto su gomma e da quello ferroviario, obiettivi ambiziosi di riduzione possono essere conseguiti – come già accaduto nei decenni passati per gli inquinanti locali – solo grazie all’innovazione tecnologica dei veicoli e alla conseguente riduzione delle emissioni unitarie; tale necessaria condizione comporterebbe automaticamente una forte riduzione del “vantaggio competitivo ambientale” del modo di trasporto ferroviario e, quindi, del beneficio dello spostamento dalla gomma alla ferrovia. Con riferimento all’impatto sulle finanze pubbliche degli Stati interessati, il costo da sopportare in caso di realizzazione del progetto non è rappresentato dalla somma dei soli costi di investimento e di gestione; a questi devono infatti essere sommate le minori accise che portano il bilancio complessivo da 10 a 11,6 miliardi (flussi attualizzati) nello scenario “realistico” e a 16 miliardi in quello “Osservatorio 2011”.
Chiunque abbia seguito negli anni i vari incontri informativi sa bene che il tav è stata indicata come la SOLUZIONE; peccato che mancasse il PROBLEMA, si è voluto creare il problema indicando crescite di traffico assolutamente inverosimili, ecco quindi che portata ad un valore reale la variabile “traffico” tutto il castello crolla…
Innanzitutto è LA Tav! Considerare poi nei costi i ” mancati introiti da pedaggi e accise gasolio” è proprio da dementi!!!
IL TAV c..zo! IL treno ,non la treno !!!!!
Innanzitutto è NLTL…oppure il TAV…LA TAV non esiste se non nella sua mente demente! Iniziamo a mettere i puntini sulla I della parola ignoranza…ignoranza SI TAV. Non passerete.
Ma si vuole fare qualcosa di UTILE (e necessario) per i torinesi, limitrofi e transitanti: e se si facesse qualcosa per la tangenziale che è intasata da sempre?
Giusto!
E fin qui va bene, vorrei che non ci si limitasse però al solito conto della serva: mettiamo sul piatto della bilancia anche la salute? Non si tratta di agitare spauracchi circa amianto e polveri sottili, e anche circa la radioattività. Mi da fastidio che tutto si riduca sempre e solo al denaro.s
Sono d’accordo con Lucky…però vorrei capire perché so dice sempre la TAV se è maschile… Treno Alta Velocità
Secondo me usano l’articolo “LA” riferito alla “ferrovia”, visto che non costruiscono un Treno ma una infrastruttura, una tratta…. o più semplicemente trascurano la “T” e si riferiscono solo all’Alta Velocità… questioni di semantica e di punti di vista (e di ignoranza diffusa dato che il 90% parla senza nemmeno sapere di cosa)
La Tav? La treno ad alta velocità. …..
Il tav. La tav. Scommettiamo che mentre discutete di lana caprina : il la fanno ?
Bene.Questo è il momento propizio per spostare la coscienza delle persone e delle istituzioni a un più saggio punto prospettico..Ovvero,è forse il momento di uscire dalla patologica e limitante dicotomia SI TAV-NO TAV e considerare le pluralistiche possibilità alternative INVECE DI TAV..Visto che il normale funzionamento della psiche umana non è strutturato a un mero funzionamento binario,ma è capace di creative infinite varianti risolutive.
E’ forse il momento opportuno di riconsiderare la nostra posizione antropocentrica autolesiva,ponendoci,ad esempio,nella prospettiva manifesta di come il volume e l’incremento di merci non sia un reale bisogno sociobiologico,considerato anche il fatto che le merci divengono sempre più velocemente nichilistico rifiuto da smaltire.
E’ da riconsiderarsi una stasi strategica ,logistica e umanistica..E’ auspicabile una riflessione in ogni persona delle proprie capacità di gestione degli oggetti,degli strumenti e delle risorse tecniche e ambientali.Sappiamo veramente ricavarne un cosciente beneficio in termini di qualità di vita?Sappiamo ancora discernere il valore d’uso di ogni risorsa dall’effimero e traviato valore iperedonistico che la nostra angosciante alienata società perfonde?
E’ forse il momento di convenire e confrontarsi su quanto di umano e culturale sia primariamente necessario acquisire e scambiare,come ricchezza primaria in forza ad ognuno ,per poter proseguire logici e saggi progetti votati a un divenire rispettoso,equilibrato e gratificante.
Si potrebbe iniziare dall’osservazione prossemica di ognuno di noi,della realtà socioemotivoambientale che ci compete..Ci servono veramente più merci e aumentate velocità di trasporto del corpo per sentirci bene?Siamo ancora capaci di identificare i nostri stati d’animo e quelli dei nostri simili?Oppure ci inganniamo fuggendo lontano per non accettare la stremata egoistica realtà sofferente in cui stiamo agonizzando ,oppressi e invasi dai falsi totem merceologici con cui abbiamo riempito e inquinato i nostri giardini interiori?Inizia la stagione della pulizia ,è necessario rimuovere gli sterpi,la sporcizia;occorre potare,preparare il terreno..
Torniamo a scambiarci i semi,le talee ,i suggerimenti e i consigli.ascoltiamo e insegnamo al prossimo nostro.
Cosicchè ogni persona si trovi a viaggiare su un rispettoso,sicuro efficiente treno si senta gratificato contemplando la magnificenza cordiale di un Italia tornata in fiore.
Serenamente..
Giuliano
Basaglia Basaglia , e fiaschi de vin !Mentre si va a supercazzole- LORO fanno il buco !
Quell’analisi ha la stessa validità di un moscerino spiaccicato sul parabrezza
Rosicona?
No….sono contro i burocrati e i politici…
Questo e’ il documento concepito e redatto da chi non ha mai voluto l’opera, quindi e’ un documento di pura propaganda no tav del ministro “toni nulla” (minuscolo rigorosamente) e dei sui amichetti incompetenti 5s..quindi carta straccia ..speriamo che salvini si smarchi in fretta da questi no tutto… Alle prossime elezioni spariranno …purtroppo prima faranno ancora tanti danni a questa povera Italia..comunque non e’ ancora detta l’ultima parola..scommettiamo che l’opera si fara? SI TAV !!!
Fortunatamente i vari Berlusconi, Bossi,Monti, Renzi,di danni all’Italia non ne hanno fatti?????
Rispetto ai 5s tutti i governi precedenti hanno sicuramente fatto cose errate ma hanno fatto anche cose ben fatte soprattutto il tanto osannato prima e criticato poi Renzi. Arrivando da anni di malgoverno ha fatto quello che ha potuto e purtroppo si è fatto prendere la mano su alcuni argomenti sbagliando nel metodo anche lui. Ma questi invece stanno facendo solo casino mettendoci oltretutto in ridicolo con il resto del mondo….
Di concreto per il paese non hanno fatto nulla anzi lo stanno riportando indietro di 50 anni…
La speranza è che Salvini simsganci e tolga la corrente al governo. Se andiamo ora alle urne penso che oltre al 10% non andranno più votati solo dai fannulloni per il RDC….
Fortunatamente l’analisi che hanno fatto serve solo a far perdere tempo e sprecare ancora un po’ di soldi pubblici per pagare degli “esperti” di parte.
Per bloccarla serve il consenso del parlamento, visto che per farla c’è stato il consenso del parlamento in due legislature di governi eletti regolarmente, e non con una buffonata di governo come quella attuale, creata ad hoc per punire gli italiani che hanno mandato a quel paese Renzi e la sinistra.
La perdita di accise come costo non è condivisibile in termini generali, anche se rafforza la dimostrazione dell’assenza di convenienza nell’opera.
Non possiamo come cittadini responsabili, anche se No Tav convinti, approvare senza riserve profitti dello Stato derivanti dal consumo forsennato di combustibili fossili.
Non possiamo farlo perché una riduzione virtuosa del movimento di beni e merci, rendendolo più efficiente e meno consumistico, meno fattore di “crescita” a tutti i costi, avrebbe inevitabilmente un risultato analogo: NON sarebbe conveniente.
Non possiamo farlo perché qualsiasi analisi futura, in qualsiasi settore, in cui alla riduzione di costi venisse applicata la perdita di gettito per lo Stato otterrebbe sempre il medesimo risultato.
Invocare oggi l’argomento delle accise per fermare il Tav significherebbe approvare la convenienza della crescita infinita per tutto il resto.
Senza invocare decrescite più o meno felici, la crescita infinita non esiste o esiste per fare la fine dell’Isola di Pasqua.
Potremmo chiederci addirittura perché non sia stato considerato il gettito Iva che nel trasporto su gomma per pedaggi, combustibili, manutenzioni e messa in esercizio di sempre nuovi veicoli raggiunge cifre stratosferiche. Gettito ininfluente nei passaggi intermedi tra imprese ma totalmente a carico dei consumatori finali dei beni trasportati.
Condivido comunque pienamente l’esito dell’analisi sia nei numeri che nelle considerazioni, senza timore di spiaccicarmi sul parabrezza di Sonia.
Fatevene una ragione,l’opera verrà completata nonostante voi NO TUTTO,verrete spiaccicati sul parabrezza della Storia visto che volete tornare a vivere come trogloditi,Nel frattempo prendete atto di quello che hanno combinato a Torino i vostri coccolatissimi amichetti dei centri sociali.
Condivido totalmente il pensiero di LUCA, era più che prevedibile il responso formato da una commissione di parte. SI TAV.
Direi quasi tutta NO TAV,a parte un componente (il Prof. Coppola)che alla fine,dimostrando dignità professionale,non ha firmato questa falsità commissionata ad hoc affinchè risultasse negativa utilizzando argomentazioni demenziali.E che è costata la bellezza di 300.000 €.Aspetto con ansia la fine dei 5* che si sono rivelati per quello che sono,incompetenti pericolosi agli ordini di presunti guru della comunicazione e dei centri sociali,manca poco per fortuna.
analisi valida tanto quanto quelle propinateci negli anni passati da transpadana, alpetunnel, ltf e telt (almeno in questa le previsioni di traffico non sono iperboliche…)
il problema è che in questo paese prima si va dietro a gruppi di interesse che promettono un futuro mirabolante di sviluppo grazie a queste opere (vedi tunnel del frejus, pista da bob, tunnel susa – sjdm ecc), si fanno metri cubi di carta con linee tirate assolutamente a caso (ma pagate profumatamente) per poi accorgersi che la realtà è decisamente diversa (e intanto chi spingeva per la realizzazione ha le tasche piene)
invece di fare 30 anni di progetti ad minchiam e 4 mesi di ACB, forse era il caso sprecare qualche anno in ACB condotta da terzi e validata da altri.
A questo punto visti i dubbi su traffici, impatto economico finanziario sulle casse pubbliche, e ultimo, ma non meno importante, impatto ambientale, potrebbe essere il caso di fermarsi per una vera riflessione (e non tifo da stadio).
poi, se si trova qualche privato disposto a investire sull’opera, lo si lasci investire (senza garanzie da parte dello stato, ovvio…)
La Tratta Alta Velocità.
Femminile.
La tratta delle schiave.
La tratta di penna.
La tratta del cavallo che trotta.
La tratta del ragno tratto (o cavato) dal buco.
La lingua italiana non si mal tratta:
Quando si mette un articolo davanti ad un acronimo lo si declina con il genere del primo termine, quindi treno, quindi maschile (Accademia della crusca).
Quando l’acronimo assume il valore di sostantivo può accadere che l’articolo segua il genere del concetto sotto inteso e generalmente acquisito, quindi femminile (sempre Accademia della crusca).
Così è (se vi pare). (Luigi Pirandello).
Un buon No Tav continuerà ad usare lo storico ed indiscutibile maschile.
Il resto del mondo, giunto sulla scena del crimine ben dopo, potrà continuare ad usare l’amato femminile, prova della dissociazione mentale nata dall’attribuire a questo acronimo, peraltro di una società commerciale femmina fuor di dubbio, fantasiose vesti via via emerse per dare credito a questo mirabolante progetto (maschile) disperatamente alla ricerca di una strada per diventare realtà (femminile).
Interpellando a tempo debito Τειρεσίας, Tiresia e cogliendo con il suo aiuto l’effimero confine tra i due generi, non sarebbe mai sorta questa disputa grammaticale e forse,rimettendosi alla sua cieca preveggenza, non sarebbe stata neppure necessaria questa non certo conclusa disputa quasi trentennale.
La Sua prosa contorta ed involuta non finisce di stupirmi.
Caro Bruno, sei inutilmente logorroico.
La Tratta Ferroviaria ad Alta Velocità.
Si costruirà una ferrovia, non un treno.
O ho caduto, o sono caduto, sempre per terra ho arrivato !…………E intanto- LORO, fanno il pertuso.
gent.mo Bruno. in passato le avevo rivolto l’invito a recarsi laddove vanno le gazze (ornitologico) la mattina all’alba,(se conosce il dialetto piemontese sa dove ).Le rinnovo l’invito e mi creda è più utile per tutti, al contrario della sua noiosa saccenteria.
Come si scrive gazza in greco antico?
Il sogno dei molti appassionati di questo doppio tunnel potrebbe rivelarsi un nido del cuculo e questo ne giustificherebbe l’eccitata crescente fibrillazione.
Gazza in greco antico dovrebbe essere “KITTA”, Bruno tenga presente che il cuculo è un uccello parassita, non fa nidi utilizza quello di altri volatili.
Gent.mo Franco 1,
grazie per la kitta ma confermo il nido del cuculo.
Un nido che non esiste e non servirebbe a nulla, non essendovi necessità di utilizzo da parte del principale interessato, come il doppio tunnel.
Una volontà parassita come quella del cuculo nel perseguirlo, altrettanto parassita nella consapevolezza che senza la sua realizzazione si userà quello di altri, il tunnel attuale, che è ancora un ottimo e funzionante “nido” anche se i suoi detrattori si ostinano a citarlo spregiativamente come “storico” come il resto della linea o tratta.