TAV IN VALSUSA, PRO NATURA CHIEDE LE DIMISSIONI DI FOIETTA

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Riceviamo da PRO NATURA PIEMONTE

In relazione alle insistenti richieste del Commissario straordinario del Governo per la linea ferroviaria Alta Velocità Torino – Lione, arch. Paolo Foietta, di essere sentito dal nuovo ministro delle Infrastrutture, Pro Natura Piemonte ribadisce i contenuti della lettera inviata al Ministero in data 11 maggio scorso, in cui si afferma che il Commissario, avendo palesemente mancato agli obblighi di completezza e di verità di informazione a cui lo obbligavano i mandati ricevuti, non possa più continuare negli incarichi che sta ricoprendo. Attualmente l’arch. Paolo Foietta riunisce tre distinti incarichi:

1) Commissario Straordinario del Governo per la nuova linea ferroviaria Torino – Lione.

2) Copresidente, della Conferenza Intergovernativa (CIG) Italia-Francia    per    la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Torino – Lione.

3) Presidente dell’Osservatorio per la nuova linea ferroviaria Torino – Lione.

  • La figura di Commissario Straordinario del Governo, sino dalla sua legge istitutiva 400/88 è quella di “realizzare specifici obiettivi in relazione ai programmi del Governo“. Pertanto l’incarico non può uscire dai limiti che, per la Torino – Lione, sono: “L’entrata in servizio alla saturazione delle opere esistenti”, come recita il trattato fondamentale del 29.01.2001. La corretta informazione sull’andamento dei traffici era un obbligo istituzionale che è stato lungamente fuorviato e disatteso: sopratutto in occasione della recente ratifica del Parlamento italiano dell’ultimo accordo italo francese del dicembre 2016.
  • Anche la figura di presidente dell’Osservatorio comprende un rapporto diretto con il Ne deriva un obbligo di fornire al Governo informazione chiare e veritiere sui documenti approvati e le previsione il più aggiornate possibile al fine di indirizzarne le scelte che riguardano la più importante opera infrastrutturale mai programmata in Italia.
  • Lo stesso vale per la carica di presidente della Commissione Intergovernativa che surroga il governo ma che non è legittimato a condurre una propria politica autonoma che indirizzi le scelte governative tramite informazioni mancanti, arbitrarie o false.

L’inadempienza in queste varie funzioni nel comunicare dati corretti ed aggiornati ha indotto il Governo, e successivamente il Parlamento, a credere in un quadro errato che lo hanno portato ad assumere decisioni inappropriate rispetto alla situazione reale, che potrebbero sfociare in un immenso danno erariale con l’avvio dell’opera.

IN PARTICOLARE

La dichiarazione dell’arch. Paolo Foietta rilasciata alla stampa il 18 maggio scorso, che affermava che lo Stato Italiano non può ritirarsi dal progetto senza incorrere in una penale di oltre 2 miliardi, è stata una violazione degli incarichi ricevuti dal Governo perché è smentita dagli accordi internazionali esistenti tra Francia, Italia ed Unione Europea e, come le stime delle previsione dei traffici e dei costi complessivi a carico dell’Italia, testimonia la scarsa affidabilità nel compito che deve svolgere.

Nel merito della prima questione: negli accordi viene esclusa esplicitamente la possibilità di penali economiche in caso di rinuncia all’opera. Il Grant Agreement under the connecting Europe facility (CEF) sottoscritto da Commissione Europea, Francia e Italia tramite la agenzia INEA, il 25 novembre 2015, nelle Condizioni Generali, (allegato II) al capitolo 16, comma 4.3, scrive che “Neither part shall be entitled to claim compensation on account of a termination by other party“. Una frase giuridicamente esemplare nella sua completezza e concisione che esclude qualsiasi rivendicazione economica tra le parti nel caso che una di esse ponga termine alla attività.

Di conseguenza il comportamento del Commissario alla Torino – Lione è stato un atto gravissimo.

PER QUANTO RIGUARDA LE PREVISIONI DI TRAFFICO

L’accordo firmato a Torino il 29 gennaio 2001 stabiliva, all’articolo 1, che, per la nuova linea ferroviaria Torino – Lione, la condizione fondamentale fosse che “l’entrata in servizio avvenga alla saturazione delle opere esistenti”. Quindi senza saturazione non c’erano obblighi. Questa condizione non è più stata richiamata o modificata nei trattati italo – francesi successivi e quindi è rimasta in vigore. Pertanto il Commissario/presidente non ha tenuto fede all’incarico ricevuto quando ha omesso la circostanza nelle dichiarazioni rivolte al Governo, soprattutto dopo che, come presidente dell’Osservatorio, ha firmato il documento di “Verifica del modello di esercizio..” del 25 settembre 2017 in cui si ammette che “le previsioni di traffico sono inevitabilmente diverse” da quelle con cui, per 16 anni, è stata sostenuta la necessità della nuova linea proprio in base a quell’articolo.

Per questo Pro Natura Piemonte ha chiesto, e chiede nuovamente, che il presidente dell’Osservatorio, commissario del Governo e copresidente della CIG, arch. Paolo Foietta, sia sostituito negli incarichi che ricopre.

 

 

 

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3 COMMENTI

  1. E SE CI FOSSE DA PAGARE UNA MULTA, LA PAGHERANNO QUELLI CHE HANNO MENTITO O DETTO IL FALSO O OMESSO.
    E’ ORA DI SMETTERLA DI FAR PAGARE ALLA COMUNITA’ GLI ERRORI O PEGGIO DI ALCUNI INDIVIDUI.

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