di FRANCO TRIVERO (Presidente Pro Natura Alta ValSusa)
“Torino – Lione strategica per l’Europa Inconcepibile che l’Italia si tiri fuori”.
“Maxi – penale da pagare”.
Da questi titoli emergono le ultime carte da giocare dai sostenitori della nuova linea ferroviaria Torino – Lione.
Sergio Chiamparino: “Ridiscuterla produrrà un danno enorme all’economia”.
I fatti raccontano una verità diversa…
Il bluff: “Il governo ha ammesso che le stime di traffico alla base del progetto erano falsificate” (F.Q.22/5/2018).
Timori inesistenti: “Non c’è traccia nei contratti della penale da 2 miliardi di cui si parla, viceversa fermando i lavori se ne risparmierebbero 8,6 miliardi” (F.Q.22/5/2018).
La storia di questi vent’anni, ci ha dimostrato come le Grandi Opere siano troppo spesso, inutili e incompiute.
Esempio lo scalo di “Domo2”, spesi 500 miliardi di lire, pensato come snodo cruciale per i collegamenti su rotaia tra l’Italia e Nord Europa, mai decollato.
Avrebbe dovuto dare occupazione a un migliaio di persone. …
“Ma fin dall’inizio si sapeva che sarebbe stata una cattedrale nel deserto”, dichiara uno degli operai al lavoro (La Stampa 6/2/2017).
Che dire della famigerata Pedemontana o della Bre.Be.Mi.
Eppure quante parole, quanto inchiostro sulla indispensabilità di queste grandi opere per le imprese del Nord.
Autostrade che rappresentano il fallimento delle grandi opere.
Che dire della denuncia comparsa sull’Espresso: “Mose non separa le acque”. Le dighe mobili costate circa 6 miliardi di euro, per la difesa di Venezia, somigliano sempre di più a un rottame. …”
“Le cerniere del Mose, il meccanismo che collega la barriera mobile alla base in cemento, sono ad altissimo rischio probabilità dal 66 al 99%, di essere già inutilizzabile.
Chiesti ad Aprile 2018, dal Consorzio Venezia Nuova, 366 milioni di euro, per la gestione ordinaria delle opere realizzate….
Sono oltre 600 le opere inutili e/o incompiute censite dal Ministero delle infrastrutture e dalle Regioni. Monumenti allo spreco, esempi di corruzione e malgoverno.
Sul banco degli imputati ci dovrebbero essere le grandi scelte di politica economica degli ultimi vent’anni.
Durante i quali si è pensato a come spendere i soldi, non a perché spenderli.
Alla dichiarazione dell’onorevole Daniela Ruffino…“Quest’opera ha una priorità assoluta perché il vecchio tunnel del Frejus è saturo e strutturalmente inadatto ad accogliere la mole crescente di traffico e senza futuro, poiché non può essere rinnovato e potenziato”, desidero replicare:
“Gentile Onorevole, non sono accettabili, per il ruolo che riveste, affermazioni che non corrispondono al vero. La non conoscenza o peggio ancora l’omissione della verità, rappresentano da parte di un Onorevole una responsabilità non solo politica ma anche morale”.
Ecco la cronaca dei fatti:
Il tunnel del Frejus è stato ammodernato e a fine 2010 è stato restituito al comparto dei trasporti una nuova e moderna opera dal costo di più di 700 milioni di euro. Il problema rimaneva come far passare i Modalohr, attraverso i quali venivano assicurati un buon numero di trasferimenti merci tra l’Italia e la Francia. Poi il 29 maggio 2012, Rfi ha ridisegnato la nuova sagoma dei tir che possono passare all’interno del Frejus spostando l’asticella in alto di 44 cm rispetto alle misure precedenti e testimoniando così che non esistevano più limitazioni ai treni con tir alti più di 4 metri.
L’elemento di gravità, non solo politica ma anche giuridica, è che nessuno verrà chiamato a rispondere dell’ingente investimento sostenuto un decennio fa per ammodernare la galleria del Frejus.
Fra l’altro a Salbertrand, in Valsusa, arriverebbe parte dello smarino prodotto dagli scavi sul lato italiano, in totale circa 6 milioni di tonnellate, tutte trasportate via camion. In totale sono previsti circa 227.000 camion, 22.000.000 km (quasi 549 volte la circonferenza del mondo) da percorrere in 12 anni circa di cantiere, 400 camion al giorno circa.
Quello che emerge oggi è una frattura fra i bisogni e le necessità del Paese che non è mai stata così profonda. Mai come in questo momento il ruolo degli investimenti e in particolare delle opere pubbliche è cruciale, per le chance reali di crescita e di sviluppo del nostro Paese.
Quelle stesse risorse, soldi!
Che al contrario non si trovano mai quando si tratta di curare il dissesto idrogeologico del territorio, costruire asili nido, riparare le scuole pubbliche, mantenere aperti gli ospedali o i reparti (come quello nascite di Susa). Di rimborsare i risparmiatori truffati dalle banche.
Per realizzare tutto questo, le risorse disponibili devono essere utilizzate con grande senso di responsabilità dal futuro Governo.
Mi piace concludere ricordando una frase di Mahatma Gandhi:
“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”.
Impensabile che ancora oggi si ignoring queste cose, la signora omette di proposito per trovare giustificazioni all’opera.