SUSA – L’incidente avvenuto ieri sull’autostrada A32 non è stato un caso isolato. La morte dell’operaio è stato il fatto tragico, che ha suscitato dolore e rabbia. Ma in verità si tratterebbe del settimo incidente dello stesso genere, avvenuto in autostrada nell’ultimo anno. Gli altri sei, per fortuna, non avevano coinvolti operai, ma “soltanto” gli oggetti e le attrezzature dei cantieri. Quasi uno al mese, segno che qualcosa non funziona: “E’ la settimana volta che auto o camion si schiantano in autostrada contro il carrello con la freccia, invadendo i cantieri in corsia – confida un lavoratore della Sitaf – il carrello con la freccia luminosa serve ad indicare il restringimento della carreggiata, ma i rischi per noi sono altissimi…stavolta ci è scappato il morto, ma ogni giorno è un pericolo, anche solo per andare al carrello per cambiare le batterie delle luci. Le auto vanno troppo veloci in autostrada, ma non ci sono neanche strumenti dissuasori per evitare che lo facciano”.
Altro aspetto molto importante sull’incidente di ieri. “Nella galleria del Cels lunedì mattina non funzionavano i piccoli semafori posizionati sulle volte delle gallerie, in alto – rivela il sindacalista della Cisl, Claudio Furfaro – diventano di colore verde se si può percorrere la corsia, o con la “x” rossa se non si può passare, proprio in caso di cantieri o lavori in corso. Ieri quei semafori non andavano”.
Inoltre, il cantiere dove è morto il giovane era sprovvisto dei sistemi di attenuatore d’urto. Non li aveva l’autocarro dove si è schiantata l’Audi. L’attenuatore può essere utilizzato in qualsiasi cantiere nel quale si debba lavorare protetti da un segnale di chiusura di corsia. È particolarmente utile in caso di cantieri mobili. “Serve per assorbire l’energia d’urto, proprio in caso di impatto da parte di un veicolo, e viene normalmente installato in zone potenzialmente pericolose per chi lavora nei cantieri o per chi viaggia – aggiunge Furfaro della Cisl – gli attenuatori sono dotati di un sistema che assorbe l’energia d’urto del veicolo, rallentandone la corsa in caso di schianto frontale, o favorendone lo spostamento nella corsia di marcia dopo un impatto laterale”.
Sui semaforini spenti e l’assenza dell’attenuatore, la Sitaf ha subito replicato durante l’incontro avvenuto stamattina con i lavoratori di Ok Gol: “Non sono strumenti obbligatori, la normativa non li prescrive” hanno spiegato dalla dirigenza della società autostradale.
Un altro argomento tabù, di cui però gli operai che lavorano e rischiano la vita in autostrada parlano da tempo, è la possibile installazione di autovelox temporanei: “Basterebbe metterli proprio a ridosso dei cantieri in galleria, così da invogliare ulteriormente gli automobilisti a diminuire la velocità – spiega un operaio – è strano che la Sitaf non li voglia mettere da nessuna parte”.
Non sono strumenti obbligatori, la normativa non li prescrive e quindi il buonsenso e la prudenza non possono prevalere sulla normativa… capito come funziona ? che poi le macchine vadano troppo forte è un dato di fatto, forse gli autovelox temporanei non sarebbero la soluzione ma cartelli e segnali lampeggianti assolutamente si.
Puoi mettere tutto quello che vuoi ma se chi gui da non lo fa con la testa c è poco da fare.., basterebbe fare rispettare il codice della strada e aumentare le pattuglie della polizia
Quello che mancava ai ragazzi era un cantiere mobile per agevolare linstallazione del cantiere. Vogliamo capite che se non si rispettano le sicurezze il trirolare e respo sabile. La cels discesa non si apre il 6 by pas senza allungare il cantiere di 3 km per dare il preavviso giusto. E senza furgoni acessori di appoggio, il ragazzo e.morto perche le ditte risparmino soldi in sicurezza personale. Per.montare un cantiere servono 4 persone non 2 eppure siamo scesi a 2 verificate , solo qiesto ba sra ed avanza per denunciare la sitaf che e al corrente che il.cantiere e montato da 2 persone e non 4. La sitaf sa benissimo pagando le fatture quanto paga per montare il cantiere. Quindi sono coresponsabili con la ditta dei ragazzi deceduti… che paghino un milione alla famiglia e poi in tribunale si veda il resto.. un ragazzo cosi alla famiglia non tornera mai più , che serva di monito per altri mila ragazzi che lavorano in qieste aziende di sfruttamento…